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Tumore del seno. Identificato un candidato biomarcatore dell’efficacia del trattamento

di Viola Rita

Si chiama Taz ed è un’oncoproteina che potrebbe rappresentare un biomarker predittivo dell'efficacia della chemioterapia pre-chirugica. Nelle donne con tumore HER2 positivo, ad alti livelli di TAZ corrisponde una mancata risposta al trattamento. L'obiettivo dei ricercatori è che questa indagine diventi routine clinica, per ottimizzare la scelta della terapia. Lo studio del Regina Elena su Oncotarget

04 NOV - Un’oncoproteina, chiamata Taz, potrebbe essere, nel tumore del seno, un valido candidato come biomarcatore predittivo dell’efficacia della chemioterapia pre-chirurgica. Ade affermarlo, è un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE), che ha pubblicato i risultati dello studio sulla rivista Oncotarget. In precedenza, il gruppo di ricerca aveva mostrato che questa oncoproteina ha un effetto negativo, dato che difende le cellule tumorali dalla chemioterapia: proprio per questo, un’elevata espressione di TAZ rappresenta un importante fattore prognostico negativo nel carcinoma mammario, secondo gli esperti.

Il team, nello studio odierno, ha preso in considerazione pazienti con tumore al seno HER2-positivo (un tipo di carcinoma mammario, legato alla sovra espressione del fattore HER2 - Human Epidermal Growth Factor Receptor 2). I ricercarori hanno indagato il legame tra la presenza di questa oncoproteina TAZ e il tipo di risposta alla terapia neoadiuvante (pre-operatoria) nelle. I risultati dimostrano che in presenza di livelli elevati di TAZ, si osserva una mancata risposta al trattamento, mentre solo nel caso di una bassa espressione di TAZ si riscontra una buona risposta al trattamento con chemioterapia e trastuzumab.
 
In base a tale risultato, secondo gli esperti, per la scelta della terapia, un nuovo strumento consiste nel rilevare la presenza o meno del marcatore tumorale TAZ nelle donne con tumore della mammella HER2 positivo, dato che l'attivazione dell’oncoproteina TAZ sta emergendo come un importante segnale molecolare dello sviluppo di cancro della mammella: i ricercatori spiegano come l’obiettivo sia che questa indagine diventi routine clinica, in modo da poter effettuare una terapia preoperatoria solo nelle pazienti che ne possano beneficiare realmente.

“Clinicamente”, spiega il Professor Ruggero De Maria, Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, “è fondamentale riuscire a predire una buona risposta al trattamento neoadiuvante che deve essere in grado di far scomparire la lesione tumorale per permettere alla chirurgia di essere più efficace e meno invasiva. Questo lavoro permette di comprendere con una metodologia piuttosto semplice se i tumori della mammella HER2 positivi possano giovarsi della terapia pre-chirurgica standard” 
 
La ricerca IRE è stata finanziata grazie al sostegno di un programma di ricerca AIRC finanziata al Professor De Maria.
 
Viola Rita
 
*Vici et al. The Hippo transducer TAZ as a biomarker of pathological complete response in HER2-positive breast cancer patients treated with trastuzumab-based neoadjuvant therapy. Oncotarget (Online ISSN: 1949-2553).

04 novembre 2014
© Riproduzione riservata

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