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Disturbi del linguaggio. Dal 6 al 9 marzo filo diretto con i logopedisti


Si celebra i 6 marzo la Giornata della Logopedia. Per l’occasione la Federazione italiana logopedisti metterà a disposizione dei genitori e degli insegnanti, per 4 giorni, un numero di telefono, una email info@fli.it e un sito internet www.fli.it con tutte le informazioni necessarie per affrontare il problema.

04 MAR - Colpiscono il 3% della popolazione, ma si rilevano soprattutto nei bimbi tra i due e i sei anni dove si toccano punte del 7%. Sono i Disturbi Specifici del Linguaggio (DSL), cioè la difficoltà di acquisire e articolare le parole e a comprenderle e ad esprimersi correttamente. Condizioni che tendono ad ‘isolare’ il bambino a causa di anomalie della sua capacità linguistica che limita le relazioni interpersonali e può causare disturbi emotivi e comportamentali, tali disturbi sono la principale conseguenza dei problemi di apprendimento a scuola della lettura e scrittura.

Per far conoscere questi problemi, in occasione della Giornata Europea della Logopedia del 6 marzo, sotto lo slogan “Libera Le Parole”, la Federazione Logopedisti Italiani (Fli), in sinergia con il Comitée Permanent de Liaison des Orthophonistes-Logopèdes de l’Union Europeénne (CPLOL), ha organizzato numerose iniziative su tutto il territorio nazionale. Dal 4 al 9 marzo sarà aperto un filo diretto con i logopedisti italiani, i professionisti sanitari incaricati di valutare e ‘riabilitare’ i pazienti che presentano questi disturbi: basterà chiamare il numero 049.8647936 o inviare una email a info@fli.it per ottenere immediatamente informazioni sulla problematica, consigli ufficiali e il nome del logopedista più vicino a casa e le iniziative sul territorio. Inoltre è aperta una pagina dedicata sul sito della Federazione dei Logopedisti (www.fli.it) con molte utili informazioni.

“I Disturbi Specifici del Linguaggio – spiega Tiziana Rossetto, presidente FLI – non sono conseguenti a patologie neurologiche centrali o periferiche, né a danni organici dell’apparato articolatorio e non riguardano deficit intellettivi o situazioni di svantaggio socio-culturale Le ultime ricerche scientifiche confermano la sua origine neurobiologica, uno dei dati più importanti è che vi è un’alta percentuale di familiarità, stimata al 70%. Hanno espressioni diverse riconducibili a tre categorie: disturbo specifico dell’articolazione, in cui il bambino pronuncia male o non è in grado di pronunciare alcuni suoni che dovrebbero già essere presenti alla sua età; disturbo del linguaggio espressivo, in cui il bambino costruisce in modo alterato le parole (es. ‘poto’ al posto di ‘topo’) o le frasi (es. ‘bimbo mangia no’ per ‘il bimbo non mangia’) rispetto ad un coetaneo, pur comprendendo quello che gli viene detto; disturbo della comprensione del linguaggio, in cui le difficoltà di linguaggio sono decisamente più importanti ed il bambino fatica ad elaborare sia le informazioni in entrata (difficoltà di comprensione) sia quelle in uscita (difficoltà di espressione)".

"È fondamentale – aggiunge Rossetto - precisare la grande variabilità interindividuale per la quale è indispensabile una valutazione specifica completa. Inoltre la letteratura riferisce che le persone con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) presentano un pregresso disturbo di linguaggio nel 30-40% dei casi”.
 
Ecco dalla FLI le "dieci attenzioni" per aiutare il bambino a instaurare una buona comunicazione


1 – Attenzione all’ambiente. Il vostro bambino può essere facilmente distratto. È quindi necessario creare un ambiente che favorisce la comunicazione, in cui rumori, distrazioni e luci siano controllati.

2 – Attenzione alla postura. Cercare la postura che consenta al vostro bambino la massima stabilità e controllo visivo. Questa attenzione permette uno scambio comunicativo sereno.

3 – Attenzione al contatto oculare. Cercate e mantenere sempre il contatto oculare con il vostro bambino. Evitate, per esempio, di spostare lo sguardo verso il telefonino..

4 – Attenzione all’alternanza. I turni comunicativi devono essere rispettati. Si parla una volta per uno.

5 – Attenzione al tempo. Il vostro bambino ha bisogno di tempo per programmare la risposta. Non incalza telo con continue domande, aumentereste solo la confusione. Dategli tempo per pensare ad organizzare la risposta

6 – Attenzione alla comunicazione. Utilizzate tutti i canali comunicativi e le strategie più adatte per il vostro bambino. La comunicazione non è solo verbale, sfruttate anche il canale mimico.

7 – Attenzione alla ‘disconferma’. Non fingete di aver capito. Date chiari feedback al vostro bambino rispetto alla non comprensione del messaggio, guidandolo e aiutandolo nella riformulazione della frase.

8 – Attenzione alla ‘conferma’. Verbalizzate in modo corretto ciò che avete capito dal vostro bambino ed aspettate una sua conferma.

9 – Attenzione all’iniziativa comunicativa. La comunicazione ha inizio e si sviluppa se c’è intenzionalità e volontà a comunicare. Sfruttate tutte le situazioni motivanti per inserire il bambino in un circolo comunicativo, oppure ponete il bambino in situazioni di scelte motivanti.

10 – Attenzione al linguaggio. Usate un linguaggio adeguato al livello del bambino: un bimbo che non parla non è sempre un bimbo che non capisce.

E per concludere non esitate a comunicare con il logopedista per dubbi, curiosità, o per un semplice confronto.



 

04 marzo 2013
© Riproduzione riservata

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