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Hpv. Onda: “Copertura vaccinale con 3 dosi ferma al 69%. Ancora troppi dubbi e perplessità”


“C’è ancora molto da fare per raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano della prevenzione vaccinale 2012-2014” ha detto la presidente Merzagora. In occasione della settimana europea della prevenzione del cancro della cervice uterina ribadisce l'impegno nel promuovere la prevenzione primaria e secondaria.

21 GEN - “Sebbene l’Italia sia stato il primo Paese in Europa a lanciare nel 2008 un’organica campagna di immunizzazione gratuita, rivolta alle ragazze preadolescenti nel dodicesimo anno di vita, i dati del Rapporto pubblicati dall’Iss registrano una copertura vaccinale molto variabile sul territorio nazionale; c’è ancora, quindi, molto da fare per raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale 2012-2014. Nonostante sia stata dimostrata la sicurezza del vaccino anti-HPV, in grado di offrire un’efficace protezione nei confronti del 70% circa dei carcinomi uterini, ancora oggi persistono molti dubbi e perplessità”.
 
È quanto ha affermato Francesca Merzagora, Presidente di O.N.Da in occasione dell’VIII edizione della Settimana Europea della Prevenzione del Cancro della Cervice Uterina che ha ribadito il suo impegno nel promuovere una sempre maggiore consapevolezza circa l’importanza della prevenzione primaria e secondaria.
 
In base ai dati aggiornati al 30 giugno 2013, forniti dal Cnesps e pubblicati dall’Iss, la copertura media nazionale per le coorti 1997, 1998 e 1999 è intorno al 69% per tre dosi di vaccino: non è stato quindi raggiunto l’obiettivo (≥ 70%) prefissato dal Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2012-2014. Il rapporto testimonia inoltre una grande disomogeneità nell’accesso al vaccino a livello regionale: dalla “virtuosa” Toscana (nelle tre coorti prese in esame registra una copertura superiore all’80% per tre dosi di vaccino) ai risultati di Sicilia e Campania, che non superano rispettivamente il 56% e il 62%.
 
Per questo O.N.Da. ha coordinato come main partner il Progetto europeo Aurora, che coinvolge, oltre all’Italia, 10 Paesi (Lettonia, Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, Cipro, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Polonia, Grecia). Obiettivo: individuare una strategia comune, volta a promuovere lo screening del tumore del collo dell'utero nei nuovi Stati membri dell’Unione Europea, nelle donne in età riproduttiva (30-69 anni), con particolare attenzione ai gruppi di popolazione più difficili da raggiungere, e a favorire uno scambio europeo di informazioni e conoscenze sull'attuazione di buone prassi per la prevenzione e la difesa dal cancro della cervice uterina.
 
“Lo scopo del Progetto europeo, coordinato dall’Osservatorio – ha spiegato Merzagora – vuole essere quello di favorire l’implementazione di uno screening di qualità per il carcinoma uterino nei nuovi Stati membri dell’UE, attraverso lo scambio di conoscenze e competenze, la formazione degli operatori sanitari e di ‘advocacy leader’ e la collaborazione tra esperti del settore e stakeholder”.
 
“Fondamentale dichiara – Walter Ricciardi, Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica del Policlinico Gemelli di Roma – è la promozione e l’implementazione di programmi informativi per la sensibilizzazione delle ragazze e, soprattutto, dei genitori, sull’importanza cruciale del vaccino. Strategico, in tal senso, è anche il ruolo svolto da tutti gli operatori sanitari coinvolti (Pediatri di Libera Scelta, Mmg, ginecologi, operatori dei centri vaccinali etc.), che rappresentano gli interlocutori diretti con l’utenza interessata. Il raggiungimento di un’ottimale copertura vaccinale ci proietterà in una società di donne più sane con una qualità di vita sempre migliore”.

21 gennaio 2014
© Riproduzione riservata

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