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Debiti PA. Assobiomedica: "Tempi di pagamento in stallo e fatture a 60 giorni ancora lontane"


Per il presidente, Stefano Rimondi, è “apprezzabile" l’impegno del Governo, ma le anticipazioni di liquidità rischiano di pesare sui bilanci regionali futuri e soprattutto sui servizi ai cittadini per gli aggravi da restituire allo Stato. I DATI

24 LUG - “Dopo alcuni mesi di lieve miglioramento, a giugno i tempi di pagamento delle strutture sanitarie, per le aziende dei dispositivi medici, sono peggiorati in quasi tutte le regioni e con molta probabilità nei prossimi mesi non vi sarà una sostanziale diminuzione dei giorni di ritardo. Si registra infatti uno scoperto nazionale che ancora ammonta a più di 3 miliardi e 600 milioni di euro, con un ritardo medio di 204 giorni. Dati questi che non fanno sperare per il prossimo futuro in un saldo delle fatture a 60 giorni, come previsto dalla legge". Questo il commento di Assobiomedica alla luce delle stime sui ritardati pagamenti pubblicate oggi dal Centro Studi dell’Associazione di Confindustria.
 
“È apprezzabile – ha dichiarato il Presidente di Assobiomedica, Stefano Rimondi - che dopo anni di disinteresse nei confronti del problema dei crediti delle imprese, finalmente i Governi degli ultimi due anni hanno affrontato la questione, cercando di trovare soluzioni efficaci per saldare i debiti della pubblica amministrazione. Purtroppo però le anticipazioni di liquidità si configurano come prestiti onerosi che lo Stato concede alle Regioni e ciò potrebbe disincentivare i Governatori a richiederle, perché andrebbero poi a pesare sui bilanci regionali futuri”.
 
“Ci auguriamo tuttavia che le Regioni più in ritardo nei pagamenti chiedano le anticipazioni di liquidità entro il 31 luglio 2014, in modo da sanare il debito pregresso e allineare ai tempi previsti dalla legge i pagamenti delle forniture correnti per evitare futuri nuovi accumuli di debiti. Quello che temiamo – ha concluso Rimondi – è che invece le Regioni più morose non riusciranno a saldare il pregresso e continueranno a pagare in ritardo, contribuendo a un progressivo impoverimento dei servizi sanitari e a una disomogeneità territoriale delle prestazioni offerte ai cittadini”.

24 luglio 2014
© Riproduzione riservata

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