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Prima Giornata mondiale sul tumore del pancreas. Il convegno alla Camera. "Promuovere la sensibilizzazione per aumentare la prevenzione"


Nel corso dell'iniziativa, organizzata dalla Fondazione ‘Insieme contro il cancro', è emerso che 6 italiani su 10 non hanno quasi mai sentito parlare delle neoplasie del pancreas. Per invertire la rotta, è stato promosso il progetto 'PanCrea, creiamo informazione'. Grazie a uno stile di vita corretto, il rischio di sviluppare il tumore si riduce del 30%.

13 NOV - Si celebra oggi, per la prima volta, la Giornata mondiale sul tumore del pancreas. Anche l’Italia ha aderito alla ricorrenza, considerando che questa neoplasia colpisce ogni anno oltre 12mila persone nel nostro Paese. E per l’occasione la Fondazione ‘Insieme contro il cancro' ha organizzato un convegno ad hoc a Roma presso Palazzo Marini.

Sette italiani su dieci considerano il cancro come un serissimo problema per la salute pubblica, temendolo molto di più di altre malattie invalidanti come Alzheimer (39%) e disturbi cardiovascolari (34%). Un dato senza eguali negli altri Paesi: in Europa i tumori occupano il primo posto per il 56% degli europei e per il 48% degli statunitensi. In Italia si registra inoltre un forte pessimismo sulle terapie: nove su dieci pensano che negli ultimi vent’anni si sarebbe potuto fare di più e il 20% ritiene che si stia perdendo terreno. Sono i principali risultati della ‘Global Pancreatic Cancer Awareness Omnibus Survey’, condotta per conto di Calgene, che ha coinvolto oltre 7mila persone tra Europa e Stati Uniti.

“Purtroppo le sensazioni dei cittadini poggiano spesso su ragionamenti privi di base scientifica, frutto di una scarsa conoscenza del problema – ha sottolineato Francesco Cognetti, presidente della Fondazione ‘Insieme contro il cancro’ – Prendiamo proprio le neoplasie del pancreas: 6 italiani su 10 non ne hanno quasi mai sentito parlare. Ma la sete di conoscenza è tanta: il 73% appoggia convintamente le campagne di sensibilizzazione come il progetto ‘PanCrea, creiamo informazione’ che negli ultimi dodici mesi ha girato il Paese per spiegare l’importanza della prevenzione”.

E i miglioramenti sono evidenti e tangibili. “Iniziamo a vedere i risultati del nostro lavoro – ha spiegato Stefano Cascinu, past president dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), che ha lanciato la campagna – Secondo un nostro sondaggio, un anno fa l’88% dei cittadini non sapeva nulla sulla patologia. Questo dato continua a scendere: siamo sulla buona strada. Ora dobbiamo lavorare sulla diagnosi precoce della neoplasia, aumentando gli sforzi per promuovere la prevenzione”.

Il tour ‘PanCrea’ ha toccato sei Regioni, organizzando incontri informativi con clinici, associazioni di pazienti e medici di famiglia. “Dobbiamo cogliere i campanelli d’allarme, per indirizzare precocemente il paziente al centro di riferimento, distribuendo allo stesso tempo sul territorio il management delle persone in carico – ha ragionato Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale (Simg) – Bisogna quindi rafforzare sempre di più il rapporto tra medici di famiglia e specialisti”.

E all’interno di questo quadro un ruolo decisivo è giocato dalle associazioni di pazienti oncologici. “Ieri siamo stati al Parlamento europeo per rilanciare la nostra attività di sensibilizzazione – ha ricordato Elisabetta Iannelli, segretario generale della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo) – Abbiamo partecipato alla ‘call to action’ promossa dalla European cancer patient coalition, cui hanno aderito molti eurodeputati, per includere questo tumore in tutte le principali iniziative europee sulla lotta contro il cancro. Vogliamo incrementare la ricerca scientifica, rendere più efficiente la raccolta dei dati e individuare strumenti per la diagnosi precoce, migliorare gli standard di cura e le chance di sopravvivenza”.

Nel 2014 in Italia si registrano 12.700 nuovi casi di cancro al pancreas. La sopravvivenza è ancora molto bassa: soltanto il 7% degli uomini e il 9% delle donne sono vivi a cinque anni dalla diagnosi. La testa del pancreas è la sede colpita con maggiore frequenza e circa il 95% delle neoplasie che lo interessano riguarda la componente esocrina, cioè la parte che produce i succhi pancreatici. Anche in fase avanzata, i sintomi sono aspecifici: le cellule tumorali pancreatiche, racchiuse in uno stroma fibroso, sono particolarmente resistenti ai farmaci che non riescono a bloccarne lo sviluppo, ma solo a rallentarne in maniera limitata la crescita. Segnali chiari si manifestano quando ormai hanno iniziato a diffondersi agli organi circostanti o hanno bloccato i dotti biliari.

Un corretto stile di vita rappresenta comunque l’argine principale. Gli strumenti migliori sono praticare con continuità esercizio fisico, mangiare i cibi giusti nelle quantità indicate, non fumare e bere alcol con grande moderazione e osservare comportamenti responsabili sul posto di lavoro, nel caso in cui si entri in contatto con sostante tossiche e cancerogene. La ricerca scientifica ha dimostrato che la prevenzione primaria riduce del 30% il rischio di sviluppare qualsiasi tumore.
 

13 novembre 2014
© Riproduzione riservata

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