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Prevenzione. A Napoli la giornata del fegato e il Campus della Salute

di Ettore Mautone

Visite gratuite e campagne informative in piazza fino all’11 ottobre. Due appuntamenti mirati per la sensibilizzazione del grande pubblico sulle malattie epatiche e sugli aspetti più generali della prevenzione sanitarie

02 OTT - Prima la settimana nazionale dell’ipercolesterolemia familiare (che a Napoli si è conclusa il 29 settembre con visite gratuite e controlli presso i centri clinici dei Policlinici universitari), poi la manifestazione “a Napoli ci vuole fegato”, sabato a Piazza Dante, con stand e postazioni mobili dove specialisti, professori universitari, ricercatori e specializzandi delle due università campane (Federico II e Sun) sono gratuitamente a disposizione dei cittadini per visite specialistiche e indicazioni sugli stili di vita per evitare che la Campania resti ai vertici della classifica nazionale per problemi legati alle malattie epatiche.
 
Infine dal 4 all’11 ottobre la Settimana napoletana della prevenzione con il contributo di scienziati, artisti e sportivi uniti sotto il segno della salute con giovani delle scuole e medici protagonisti a Città della Scienza e questi ultimi impegnati ad allestire un ospedale da campo che farà da fulcro alle iniziative della Prevention race e il Campus 3S in piazza Plebiscito.
 
Fari puntati dunque, in Campania sulla prevenzione, elemento centrale della difesa della salute di chi è a rischio per contesto ambientale, età, familiarità, abitudini e stili di vita errati con iniziative gratuite e volontaristiche in un momento in cui le norme nazionali in fieri e lo stato di difficoltà delle finanze regionali (esauriti tutti i tetti di spesa per la specialistica convenzionata) sbarrano la strada al ricorso dei cittadini alle procedure e alle analisi che servono per imboccare la via della medicina preventiva e predittiva.    
 
A Napoli ci vuole fegato
Cominciamo con la giornata dedicata alla salute del fegato. L’obiettivo è formare i cittadini ai dettami della dieta mediterranea, presupposto del mangiare e bere correttamente quale primo presidio di prevenzione. Per il quarto anno consecutivo i Policlinici delle due Università – il Federico II e il Secondo Ateneo – sabato 3 ottobre saranno protagonisti di: “Napoli, ci vuole fegato!”. Appuntamento a piazza Dante dove dalle 10 alle 19 professori universitari, ricercatori e specializzandi saranno gratuitamente a disposizione dei cittadini per visite specialistiche e indicazioni sugli stili di vita da tenere per evitare che la  Campania resti ai vertici della classifica per problemi epatici. Tumori, cirrosi, coma etilico e fegato grasso sono provocati spesso da un’alimentazione sbagliata, da stili di vita da evitare e da una sedentarietà che non perdona.
 
In piazza ci saranno anche gli stand di Confagricoltura, sempre in prima fila per convincere chi solo saltuariamente consuma frutta e verdura a modificare le proprie abitudini. In campo anche uno stand della Polizia Stradale: ufficiali ed agenti non useranno palette e non faranno verbali a nessuno ma spiegheranno come funzionano gli etilometri, apparecchiature utilizzate per controllare i livelli di alcol nel sangue dei guidatori, e soprattutto per dare indicazioni sui percorsi che dovrà poi seguire chi viene fermato non in regola.
 
Abitudini errate dunque ma anche salutari consuetudini, come quella del caffè: “Il caffè non fa male, se bevuto nelle giuste quantità. Non provoca problemi al fegato ma ha sul nostro organismo un gradevole effetto tonificante”. Fari puntati sulle malattie epatiche dunque, indolori, asintomatiche, ma che possono essere prevenute con corretti stili di vita. Dito puntato sulla leggerezza con cui tanti giovani nei night o in party privati abusano di alcolici e superalcolici. “Molti di loro purtroppo finiscono in pronto soccorso in coma epatico. E comincia per quei ragazzi uno spiacevole calvario terapeutico”. Che rapporto tra alcol e fegato? “Chiariamo subito che un bicchiere di vino ai pasti – meglio rosso che bianco – non ha mai fatto male a nessuno. Anzi – chiarisce la professoressa Morisco può rientrare perfettamente nella dieta mediterranea. Cosa diversa sono invece i superalcolici che vanno bevuti con moderazione”.
 
L’appuntamento anche quest’anno è coordinato da quattro titolari di cattedra: Caporaso e Morisco del policlinico federiciano e Loguercio e Gaeta del Secondo Ateneo: nello stand dei policlinici è a disposizione dei cittadini anche un ecografo che, nel rispetto della privacy, darà la possibilità a chi è convinto di avere problemi di epatici di controllare le condizioni del proprio fegato.
 
Sul fronte delle epatiti, una malattia endemica in Campania, la situazione migliora grazie alle vaccinazioni in commercio da anni per l’epatite di tipo A e di tipo B, vaccini che hanno ridotto definitivamente le possibilità di contagio. Per l’epatite C (diffusa tra tossicodipendenti che si scambiano le siringhe, che si prende per un piercing, dal podologo, dal dentista, con l’uso in famiglia di uno spazzolino per denti in comune, quindi con strumentazioni infette) le nuove terapie eliminano l’infezione in percentuali superiori al 90 per cento. “L’eliminazione dell’infezione – nota il professore Nicola Caporaso, direttore della gastroenterologia del Policlinico federiciano – significa guarigione dalla malattia, a meno che non ci siano cirrosi e malattia molto avanzata. Sabato chiariremo anche che la dieta non mediterranea provoca un incremento di danno epatico cronico caratterizzato da steatosi epatica e stereo epatiti con infiammazione: da anni la Campania ha il primato di obesità giovanile e adolescenziale”.
 
La settimana della prevenzione
Passiamo alla Settimana della prevenzione: comincerà domenica 4 ottobre a Città della Scienza dove, fino all'8 ottobre si alterneranno oltre duecento tra medici, esperti e scienziati in venticinque tavole rotonde tematiche, simposi, seminari su tutte le principali specialistiche mediche dall'endrocrinologia alla cardiologia dalla chirurgia plastica alla nefrologia.
 
Protagonisti saranno anche gli studenti che potranno confrontarsi con esperti nelle varie materie dell'alimentazione, dello sport, degli stili di vita. Da giovedì 8 poi tutti in piazza del Plebiscito con il più grande ospedale da campo con oltre trecento medici attivi per visitare gratuitamente la popolazione napoletana. Una piazza animata da un programma ricchissimo di eventi sportivi, musicali e dedicati ai bambini. Tantissimi anche i testimonial, con artisti e scienziati, imprenditori e sportivi insieme per promuovere la Settimana della prevenzione che terminerà domenica 11 ottobre con la Prevention race, una maratona che percorrerà il lungomare cittadino e si concluderà ancora nel cuore di Napoli in piazza del Plebiscito.
 
“Da quest’anno partiamo con un nuovo progetto multidisciplinare che parli dell’alfa e dell’omega nel campo della prevenzione per informare, educare e curare - spiega  Annamaria Colao, presidente del convegno, ordinario di Endocrinologia della Federico II, una delle quaranta scienziate italiane più quotate al mondo.
 
“Salute, sport e solidarietà compongono le tre S del Campus3S che ormai da anni è attivo in tutta la Regione con iniziative che coinvolgono la popolazione con una diffusa azione di prevenzione facendo anche sport e divertendosi", spiega Tommaso Mandato, presidente di Sportform e organizzatore della manifestazione.
 

Attenzione al sociale, allo sport e alla salute, dunque attraverso una dinamica che consenta alla popolazione di avvicinarsi alla medicina in maniera meno formale ma altrettanto efficace. Un modello che sino ad ora è stato vincente per il Campus della Salute che negli anni è diventato una presenza fissa a Napoli e in tutte le città della Campania. Una proposta che dal 2015 con il progetto AlfaOmega che precede le giornate in piazza consente di avere un confronto scientifico di livello internazionale ai relatori che affronteranno ogni tema della ricerca scientifica in campo medico.
 
“Il successo di questa formula significa che la popolazione avverte l’esigenza di un contatto diretto con il medico e spesso forse non ci va per pigrizia, perché costa, perché pensa di consultarlo solo quando si sta male. In questo modo abbiamo salvato molte vite e di ciò io e le tante persone che lavorano volontariamente a questa iniziativa siamo molto fieri. Oggi miriamo a promuovere una campagna nazionale di prevenzione primaria vera che, oltre a garantire un abbassamento delle percentuali di malati, riduca anche i costi per la sanità pubblica. Intendiamo così anche ribaltare l’approccio alla cura delle malattie. Bisogna ricercare le cause più che mirare alla semplice terapia sugli effetti. E lo stile di vita, il mangiare bene, il dormire adeguatamente, l’esercizio fisico, rappresentano un elemento essenziale per ridurre l’impatto che le malattie hanno sulla nostra popolazione", concludono Colao e Mandato.
 
Ettore Mautone

02 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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