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Biologici. Pinton (Assobio): “Garattini poco competente in materia”


Non sono piaciute ai produttori di alimenti biologici le recenti dichiarazioni di Silvio Garattini che aveva espresso un parere critico verso le metodologie di coltivazione biologica, sostenendo che "si arrogano meriti spesso indebiti". La replica dei produttori: "Dichiarazioni infondate sentenziate per partito preso".

04 LUG - Il dott. Garattini è senza dubbio un illustre farmacologo, ma dimostra nel suo intervento di non aver alcuna competenza agronomica. Le sue imprudenti considerazioni nei confronti degli alimenti biologici, infatti, partono dalla convinzione che nel processo di produzione dei germogli sia coinvolto il letame. Ahilui, così non è: gli unici fattori produttivi utilizzati sono semplicemente semi e acqua: nessuno, a livello domestico o a livello d'impresa, ricorre alle deiezioni animali. Tutte le considerazioni di Garattini che discendono da tale errato convincimento sono quindi viziate ab origine. In agricoltura, poi, non si utilizza letame tal quale, ma previo compostaggio, un processo aerobico controllato che inattiva termicamente i patogeni eventualmente presenti sulla materia prima, dà un terriccio stabilizzato, ricco in humus, in flora microbica attiva e in microelementi, lo stesso terriccio davvero poco temibile che la signora Garattini (se ce n'è una) utilizza per le sue piante d'appartamento.
Le analisi di routine e quelle specifiche effettuate in questi giorni dalle aziende italiane che trattano sementi da germogli e quelle disposte dall'autorità sanitaria hanno dato tutte esito assolutamente negativo. Lo stesso ministro Fazio ha dichiarato "Non risultano in Italia segnalazioni relative alla presenza di batteri killer, neppure è chiaro se ha avuto origine dai semi".
Si registra, piuttosto, la contaminazione delle acque superficiali (torrenti e ruscelli) e di quella degli acquedotti delle aree rurali della Germania, al punto che l'Ufficio di Stato per la Sanità pubblica dell'Assia ha vietato con un'ordinanza la balneazione nelle acque interne del Land.
Appare evidente che la responsabilità per le omissioni delle autorità pubbliche nel controllo delle acque non possono essere addebitate alle aziende agricole (biologiche o convenzionali, è ininfluente: l'E. coli non ha preferenze) che tali acque hanno utilizzato per l'irrigazione.
Alcuni degli stessi fitofarmaci di sintesi di cui il dott. Garattini caldeggia un maggior uso, poi, solo nell'ultimo numero di Environmental Health Perspectives (pubblicata dall'U.S. National Institute of Environmental Health Sciences, National Institutes of Health, Department of Health and Human Services) sono additati da tre articoli come responsabili di deficit neurologici e cognitivi nei bambini; su Pediatrics (pubblicata dall'American Academy of Pediatrics) ne appare un quarto che giunge alle medesime conclusioni.
Non è neppur vero che siano i produttori a garantire "la purezza dei prodotti": dall'ormai lontano 1992 esiste uno specifico sistema di controllo europeo, con organismi di certificazione incaricati dal ministero delle Politiche agricole e alimentari, accreditati UNI EN 45011/ISO 65 e vigilati dalle Regioni.

Garattini parla anche di "giudizi autoreferenziali" dei produttori sulla qualità dei prodotti biologici; probabilmente non ha avuto modo di consultare i lavori dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, dell'Istituto nazionale per la dieta mediterranea e la nutrigenomica e di altre autorevoli istituzioni che, al contrario, ne qualificano favorevolmente gli aspetti nutrizionali.
In Veneto, nei giorni scorsi, la Ulss n.3 ha confermato un'intossicazione da salmonella che ha colpito 63 persone a un pranzo di nozze.
Nonostante il fatto sia assolutamente vero, il pudore ci vieta di emettere comunicati stampa con titoli quali "Vicenza, mangiano prodotti non biologici: intossicate 60 persone" e testi come «Forse non è una coincidenza o un caso che il prodotto non fosse biologico» «Ci si può chiedere se l'infezione sarebbe avvenuta se, invece d'usare mangimi non biologici e additivi chimici di sintesi nella fase di trasformazione, si fossero utilizzati gli ottimi foraggi biologici e le buone tecniche di trasformazione tipiche dei prodotti biologici».
Vorremmo, però, che un briciolo dello stesso pudore sconsigliasse al dott. Garattini di rilasciare dichiarazioni mendaci basate su assunti inesistenti, rischiando di mettere con ciò a rischio non solo un sistema di oltre 50.000 imprese interamente certificato e tracciato, ma anche l'autorevolezza che in altri campi gli si riconosceva.
Le sue infondate considerazioni, tra l'altro Garattini possono indurre tra i cittadini non addetti ai lavori un sospetto nei confronti dei farmacisti.
La categoria, infatti, propone al pubblico (certificati ai sensi del reg. CE n.834/2007, spesso certificati Globalgap, BRC e IFS, spesso notificati al ministero della Salute) alimenti e integratori biologici a Garattini particolarmente invisi...
Come sarebbe piacevole un mondo in cui anche gli autorevoli farmacologi s'informassero sui lavori realizzati dagli esperti degli argomenti su cui sentono l'irrefrenabile pulsione a intervenire, anziché sentenziare per partito preso su questioni di cui ignorano gli aspetti fondamentali...

Roberto Pinton - segretario AssoBio, Associazione nazionale imprese di trasformazione e distribuzione di prodotti biologici

04 luglio 2011
© Riproduzione riservata

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