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Groupon: “Solo in Italia abbiamo avuto problemi per l'offerta di prestazioni sanitarie”

di Adele Lapertosa

Il Ceo per l’Italia di Groupon, Boris Hageney in una conferenza stampa sul tema delle offerte sanitarie on line, ha voluto spegnere le polemiche con l’Ordine dei medici. “Noi non violiamo nessuna legge, creiamo lavoro e portiamo nuovi clienti” e specifica: “L’Ordine non ci ha mai interpellato”.

01 DIC - “I problemi e gli attacchi che abbiamo avuto qui in Italia per l'offerta di prestazioni sanitarie non li abbiamo avuti in nessun altro Paese. Eppure noi non violiamo nessuna legge, creiamo lavoro e portiamo nuovi clienti”: è questa la constatazione di Boris Hageney, Co-Founder e CEO Italia, Spagna, Portogallo di Groupon, che dopo gli ultimi attacchi da parte dell'ordine dei medici di Bologna e la denuncia presentata all'Antitrust dalla Fnomceo, ha voluto spiegare alla stampa, oggi a Milano, come funziona Groupon e come vengono selezionati i medici e le prestazioni sanitarie offerte con sconti che arrivano fino all'80%.

“Siamo in Italia da un anno e mezzo. – spiega – All'inizio eravamo noi a cercare i medici, ma adesso la metà delle nostre offerte pubblicate arriva direttamente dal professionista che ci contatta. Le prestazioni sono odontoiatriche, ginecologiche, dermatologiche, oculistiche, nutrizionistiche, allergologiche, angiologiche, fisioterapiche e analisi diagnostiche. Certo, non offriamo di ricomporre una frattura a una gamba. Per lo più si tratta di servizi che non ci si concede tutti i giorni e che difficilmente pagheremmo o compreremmo al loro prezzo normale”.
Perchè un medico possa 'offrirsi' su Groupon deve essere regolarmente iscritto all'Ordine dei medici e operare solo privatamente. Come spiega l'azienda, gli addetti del sito, una squadra di 15 persone che ha il compito di verificare e approvare ogni singola offerta, visitano la struttura per accertare la completezza delle informazioni, l'esistenza e la veridicità del trattamento, durata e svolgimento. Dopo di che controllano che non vi siano commenti negativi su internet sulla struttura in questione e il tariffario originale firmato dal professionista, per capire il reale valore del pacchetto offerto, e quindi applicare lo sconto.

Molti i vantaggi che ne sono derivati ai medici, secondo Hageney. “Abbiamo creato un nuovo mercato e gli facciamo arrivare nuovi clienti – precisa – Non si tratta di una vendita, ma di una promozione per far provare per la prima volta un trattamento o un certo prodotto. Tocca poi al medico fare del suo meglio per fidelizzare il cliente. Abbiamo fatto fare e-commerce ad aziende e professionisti che prima non lo facevano, nonché contribuito a diffondere questa metodica di acquisto anche tra il pubblico. In Italia all'inizio c'era una certa resistenza all'acquisto online, ma ora si è passati da un mercato di una cerchia ristretta di navigatori di internet ad uno di massa”.

Tuttavia, qualche criticità non manca, come è stato evidenziato da alcuni presenti all'incontro. Come ad esempio aver 'promosso' il paziente a cliente, trasformato i medici in esperti di marketing, nonché il fatto che molto raramente il medico dice al 'cliente' che in realtà non ha bisogno della prestazione acquistata con il coupon. L'accusa è che 'vince' l'autodiagnosi e si crea un bisogno fittizio. Senza contare che non essendoci un tetto al numero di offerte accettabili, per i piccoli centri o studi a volte può diventare veramente difficile gestire la mole di nuovi pazienti. In altri ambiti commerciali vi sono state alcune aziende che hanno quasi rischiato il fallimento. Hageney ci tiene però a precisare che le loro offerte contengono sempre la visita iniziale del professionista, finalizzata a capire chi ha veramente bisogno del trattamento ed accertare lo stato di salute del paziente. “Capita che il medico competente e responsabile decida di non effettuare l’offerta e di rimandare il paziente a Groupon per il rimborso. Al momento abbiamo raccolto pochissimi casi ma restiamo naturalmente disponibili a rimborsare il paziente che ha acquistato inutilmente il coupon”. Quanto alle difficoltà recettive, effettivamente è emerso il bisogno di valutare le reali potenzialità del partner e la capacità della struttura o del centro medico. “A volte è necessario porre un tetto massimo ai coupon”.
 
In ogni caso la richiesta di prestazioni sanitarie da parte degli utenti continua a crescere, e Groupon sta già studiando altre categorie cui allargarsi. Anche se prima vorrebbero che le polemiche si placassero. “L'ordine dei medici non ci ha mai parlato – prosegue Hageney – invece dovrebbero collaborare con noi. Creiamo lavoro e non obblighiamo nessun professionista a rivolgersi a noi. Devo dire che attualmente molti medici hanno paura, dicono di essere intimoriti dagli ordini”. Il problema è, secondo il Ceo di Groupon, che i rappresentanti degli ordini gli fanno la guerra senza in realtà “sapere bene cos'è Groupon, come funziona e il processo di verifica dell'offerta. Comunque, - conclude - nonostante qualche timore, l'interesse mostrato dai medici nei nostri confronti non accenna a calare”. 

01 dicembre 2011
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