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Sordità. Niente protesi per il 75% delle persone con problemi di acusia


La Sio lancia l’allarme: un italiano su tre ha problemi di udito dopo i 65 anni. Ma solo uno su quattro ricorre alla protesi. Per gli altri rischi di isolamento, perdita di capacità relazionale e depressione.

07 LUG - Dopo i 65 anni una su persona su tre ha deficit uditivi rilevabili audio metricamente, mentre il 75% degli anziani ha difficoltà nel capire le parole. Tuttavia solo un anziano su quattro ricorre alla protesi. L’allarme è stato lanciato dalla Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale (Sio) nel corso del forum organizzato ieri dall'Agenzia di stampa Dire su “Sordità.
“La sordità nell'anziano non è una deprivazione sensoriale solo dell'orecchio, ma anche dei processi cognitivi che limitano la capacità comunicativa”, ha spiegato Ettore Cassandro, past president della Società italiana di audiologia e foniatria (Siaf). Secondo lo studio sull'attività di erogazione protesica da parte dell'Asl di Piacenza, presentato al forum da Domenico Cuda, responsabile formazione e aggiornamento degli ospedalieri della Sio, in Italia il 20,4% degli anziani è affetto da una qualche forma di acusia. Il 26%, poi, presenta acusie più gravi e più precoci delle precedenti generazioni e la prevalenza delle ipoacusie negli ultimi anni è raddoppiata. A tutto questo deve poi aggiungersi che il 75% degli anziani ha gravi difficoltà nel capire le parole.
Dinanzi al progressivo e pressoché inarrestabile invecchiamento della popolazione del nostro Paese –  nel 2020, secondo i dati dei “Rilievi clinici della presbiacusia”, la popolazione di anziani in Italia sarà pari a 30 milioni di individui – quali attività sarà necessario mettere in campo per preservare la salute sociale degli anziani e abbattere i costi affrontati dal sistema sanitario? La Sio propone tre mosse: identificazione precoce, diagnosi tempestiva e trattamento adeguato.
Marco Piemonte, presidente Sio, rivolgendosi ai senatori Ignazio Marino (Pd) e Michele Saccomanno (Pdl), entrambi membri della commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, presenti al forum, ha chiesto alla politica e al legislatore “l'impegno per trovare strumenti per la diffusione culturale e la conoscenza del problema e l'impegno a coinvolgerci, come Sio, nella stesura del nomenclatore tariffario per le protesi acustiche, ormai datato e inefficace”. Entrambi i politici presenti hanno espresso la volontà di contribuire alla diffusione culturale del problema. Marino ha quindi garantito l’impegno a sollevare la questione in Commissione sanità del Senato, chiedendo al ministro della Salute di coinvolgere le società mediche e scientifiche. Anche secondo Saccomanno, infatti, quella con le società scientifiche “sarebbe una giusta alleanza”, e rappresenterebbe “il giusto connubio” di fronte alle decisioni da prendere.

07 luglio 2010
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