Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Venerdì 03 MAGGIO 2024
Cronache
segui quotidianosanita.it

Giornata mondiale della tubercolosi. L’obiettivo eradicazione entro il 2030 si avvicina. Gli Stati devono agire


Si celebra la giornata della Tbc in ricordo del 24 marzo 1882 quando Robert Koch annunciò alla comunità scientifica la scoperta dell’agente eziologico della Tbc. Dall’Oms l’invito a unire gli sforzi per fermare la malattia anche perché la pandemia ha messo a rischio il progresso fatto finora.Sul portale del Ministero della Salute dati e strategie da attuare

24 MAR - “The Clock is ticking”, il tempo per agire sta scadendo. È questo il messaggio della Giornata mondiale della tubercolosi che si celebra oggi. Non è infatti poi così lontana la data di scadenza per raggiungere l’obiettivo della strategia “End TB”, indicato dall’Oms, e fissata per il 2030.
Non bisogna perciò perdere ulteriore tempo, anche perché la pandemia Covid-19 ha messo a rischio il progresso fatto finora per porre fine alla tubercolosi e per garantire un accesso equo alla prevenzione e all’assistenza nel mondo.
 
La giornata mondiale diventa un’occasione per sensibilizzare istituzioni, organizzazioni della società civile, operatori sanitari e altri attori coinvolti nella lotta alla tubercolosi a collaborare e unire gli sforzi per fermare la malattia e ridurre drasticamente il numero di decessi ad essa correlati, come indicato dall’Oms. E il ministero della Salute ha dedicato sul suo portale un focus sulla malattia e sulle azioni che occorre portare avanti. La Regione europea ha sviluppato un suo specifico piano di azione per gli anni 2016-2020 con i seguenti obiettivi: ridurre del 35% i decessi per TBC, ridurre l’incidenza della TBC del 25%, raggiungere un tasso di successo del trattamento del 75% tra i casi di TBC multi-farmacoresistenti (MDR-TB).
 
Ma quali sono i numeri della tubercolosi? Secondo i dati del Global Tuberculosis Report dell’Oms, la Tbc è una delle prime 10 cause di morte in tutto il mondo. Nel 2019 nel mondo erano 10 milioni le persone con tubercolosi e 1.4 milioni sono morti a causa della malattia. Si stima che 1.2 milioni di bambini si siano ammalati di tubercolosi e ci siano 465.000 nuovi casi con resistenza alla rifampicina, il farmaco più efficace contro la tubercolosi. Una farmaco resistenza alla tubercolosi che rappresenta oggi un grave problema per la salute pubblica e una minaccia per la sicurezza sanitaria.
 
L’Italia è definita dall’Oms un Paese “a bassa endemia”, poiché si registrano meno di 10 casi di malattia ogni 100mila abitanti. La maggior parte dei casi si verifica in soggetti appartenenti alle categorie più deboli o che, più difficilmente, possono accedere ai servizi socio-sanitari. La bassa incidenza di tubercolosi in Italia è legata anche al miglioramento della diagnosi e della terapia. Nel nostro Paese inoltre, dal 2010, i casi di Tbc continuano a scendere e i casi segnalati sono passati da 4.692 nel 2010 a 3.346 nel 2019. Dal 2015 al 2018 è stato registrato un incremento del tasso di notifica nella classe d’età 15-24 anni e un tasso in diminuzione è stato rilevato nella classe d’età 0-14 anni L’incidenza calcolata sulle notifiche nazionali scende da 8 casi per 100mila abitanti nel 2010 a 5,5 casi per 100mila abitanti nel 2019.
 
Il Ministero della Salute, insieme alle Regioni e alle Province Autonome, ha elaborato linee guida finalizzate alla prevenzione della tbc, alla sorveglianza della malattia e delle resistenze ai farmaci antitubercolari e a studiare percorsi utili a favorire l’accesso ai servizi sanitari per la diagnosi e il trattamento della malattia.
È necessario, evidenzia il Ministero sul proprio portale, aumentare gli investimenti nella ricerca sulla tubercolosi per sviluppare nuovi vaccini efficaci, nuovi strumenti diagnostici, medicinali e altre modalità di trattamento e ricerca sui meccanismi di base della resistenza. “La prevenzione della tubercolosi non può essere gestita unilateralmente o parzialmente: i suoi impatti sanitari ed economici sono potenzialmente devastanti e richiedono un approccio integrato adottato e attuato da tutti. Lo scambio di buone pratiche tra gli Stati membri si è già dimostrato una strategia efficace in termini di riduzione dei costi e di miglioramento delle relazioni. È necessario avere momenti di confronto tra i diversi programmi e risultati nei paesi europei attraverso le seguenti azioni: contribuire alla formazione del personale sanitario con metodi innovativi, proporre azioni di sostegno, nel contesto della cooperazione internazionale, nei paesi ad alta endemica e promuovere il coordinamento di tutte le attività di collaborazione internazionale”
 

24 marzo 2021
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Cronache

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy