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L’ira della Cosmed: “Ministro semina vento con parole gravi fino alla provocazione”


28 MAG - In una nota di 'fuoco' la Cosmed boccia senza termini la scelta del Governo di prorogare il blocco contrattuale al 2014 e vincolando lo sblocco per il 2015 alle disponibilità economiche.
 
"Dopo 5 anni di blocco contrattuale - si legge nella nota -  il Ministro della Funzione Pubblica, oltre ad estendere fino a tutto il 2014 il blocco, non dà alcuna garanzia sul futuro della contrattazione del pubblico impiego, “augurandosi il ritorno alla normalità nel 2015”, beninteso se l’economia del Paese lo permetterà. Il contratto resta così bloccato a tempo indeterminato. Se questa è la posizione del Governo c’è da temere il peggio per i professionisti e per la sanità".

"Il Governo - specifica la Cosmed - , che nemmeno provvede alla definizione delle aree contrattuali, di fatto mira a cancellare anche l’intero contratto nazionale del triennio 2013-2015, dopo quello del 2010-2012, continuando ad erodere le risorse dei precedenti contratti, mentre mantiene il blocco del turn over e la vergognosa condizione dei 10.000 dirigenti medici e sanitari precari da anni. La mancanza di nuove risorse viene presa a pretesto per continuare a penalizzare il pubblico impiego e  contribuire al progressivo smantellamento del servizio pubblico in settori vitali per la civiltà di un Paese restringendo il perimetro delle tutele".
 
Per questo la  Cosmed chiede che "il Governo dia un segnale positivo sul piano della contrattazione, almeno su quella aziendale, rendendosi conto che se è vero che tutti gli italiani stanno facendo sacrifici è altrettanto vero che i professionisti del Ssn hanno già pagato un prezzo altissimo in tema di peggioramento delle condizioni di lavoro e perdita del potere di acquisto".

"La frattura - conclude il comunicato - che il Governo sta aprendo con chi lavora per lo Stato in condizioni sempre più gravose e rischiose e paga le tasse prima ancora di ricevere lo stipendio, alimenta la sfiducia nella politica e nelle istituzioni. Il Ministro della Funzione Pubblica semina vento con parole gravi fino alla provocazione. Il Governo non si meravigli se raccoglierà tempesta".

28 maggio 2013
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