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Opg. Zaia (Veneto): “Non cambiamo idea. Commissariati per volere difendere la dignità dei malati di mente. Rems irrealizzabili”


31 MAR - “Il Veneto non cambia idea, perché con la nostra scelta stiamo difendendo la dignità dei malati, e la sicurezza dei territori e dei cittadini, dall’ennesima vergogna perpetrata da un Governo che scarica qua e là malati di mente pericolosi per sé e per gli altri così come sta facendo con gli immigrati”.
 
Così il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia replica all’annuncio da parte del Ministero della Giustizia del commissariamento del Veneto in materia di chiusura degli Opg e di attivazione di Rems provvisorie.
 
“Strutture inadatte e improvvisate per nostra scelta in Veneto non ne faremo – ha aggiunto Zaia – le cosiddette Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria provvisorie (Rems) sono in realtà irrealizzabili, in quanto, giustamente, lo stesso Ministero di Grazia e Giustizia ha indicato severi parametri, sia per le caratteristiche delle stanze di degenza (anche un banale lavello in ceramica, se infranto, può diventare un pericolo letale per il malato e per chiunque altro), sia per la necessità di attrezzare in maniera molto particolare finestre e uscite, sia per l’obbligo di predisporre un’adeguata recinzione e la relativa sorveglianza. Strutture così in Veneto non ce ne sono e se un futuro Commissario ne indicherà una lo farà assumendosene tutte le responsabilità”.
 
La legge che decise della chiusura degli Opg, ha poi ricordato il Governatore del Veneto, fu approvata nel 2012 e il Governo ha lasciato dormire la questione per 3 anni, mentre il Veneto, già nel 2013, aveva individuato la sede di una Rems definitiva, redatto il progetto e inviato lo stesso al Governo, che lo ha approvato, “da allora il silenzio più assoluto da Roma fin quando, un paio di settimane fa, sono stati finalmente messi a disposizione i fondi necessari. Solo ora il Veneto è stato messo nelle condizioni di fare le cose per bene e di realizzare una struttura adatta a rispettare la dignità dei malati e la sicurezza dei cittadini”.
 
“Anche lavorando giorno e notte – ha concluso – il buon senso dice che non occorreranno meno di 2-3 anni per realizzare l’opera, partendo dall’indizione della gara d’appalto e seguendo tutte le regole che accompagnano la costruzione di un’opera pubblica. Fino a quel momento malati di mente di questa tipologia, molti dei quali responsabili di gesti di grande efferatezza, in Veneto non ne arriveranno, se non per manu militari da parte di un Governo che, come anche in altre vicende pressoché quotidiane, continua a non tenere nella benché minima considerazione i reali interessi dei cittadini e dei territori”.

31 marzo 2015
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