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Zaia e Coletto (Veneto): “Parole Ministro su Regioni sono come una dichiarazione di guerra”


19 OTT - “Tana!! Finalmente si gioca a carte scoperte. Il Ministro ha confessato l’inconfessabile. Ora abbiamo la certezza che avevamo visto giusto nel salire sulle barricate contro pressoché tutti i provvedimenti governativi in materia di sanità. Ci rimaniamo e da lì lotteremo”. Dichiara il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, in merito a quanto detto dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin (“errore fatale delegare la sanità alle Regioni”), oggi a Radio24.
 
“Prima di tutto – tuona Zaia – la Lorenzin la smetta di paragonare la sanità veneta a quella delle, purtroppo ancora molte, Regioni dove non funziona e si sprecano miliardi; in secondo luogo la smetta di fare proclami e traduca se ha coraggio in una legge questi suoi pensieri. Risponderò indicendo un referendum per chiedere ai Veneti se preferiscono essere curati dal Ministero della Salute in Lungotevere Ripa 1, Roma, o dalla Regione Veneto”.
 
“Non faccio il sindacalista delle Regioni – aggiunge Zaia – io mi limito ad amministrare al meglio i servizi per la salute dei Veneti. Credo anche di farlo meglio di altri e la gente, se ancora siamo in democrazia, ha anche recentemente dimostrato di gradire. A buon intenditor poche parole”.
 
“Nella loro sorprendente sincerità, alla quale non eravamo stati abituati, le dichiarazioni del Ministro della Salute sono di una gravità senza precedenti e cambiano completamente il quadro del rapporto tra le Regioni e il Governo in materia di sanità. Per quanto ci riguarda siamo di fronte a una dichiarazione di guerra”, incalza l’Assessore alla Sanità della Regione del Veneto Luca Coletto, riferendosi poi alla frase di Lorenzin “per me la sanità delegata alle Regioni è stato un errore fatale, perché il risultato lo vediamo”.
 
“Il Ministro – aggiunge Coletto – autosmaschera un disegno centralista che denunciamo da anni, iniziato con il Governo Monti, proseguito con Letta e ora spinto al massimo da Renzi. Ora si spiegano molto bene numerose decisioni e non decisioni assunte nel passato, anche recente: i tagli indiscriminati  trasversali al Fondo Sanitario Nazionale, il disconoscimento totale del Patto Nazionale per la Salute, il rifiuto, perché di rifiuto si tratta, di applicare urgentemente e rigorosamente i costi standard per incidere realmente sugli sprechi dove ci sono”.
 
“Gli sprechi – dice Coletto  – non verranno mai attaccati – perché ora appaiono chiaramente funzionali al disegno centralista: visti i danni che fanno le Regioni, è il caso che tutto torni in mano allo Stato Sappiano che dal Veneto e dai Veneti troveranno un’opposizione senza quartiere, perché, ripeto, questa è una dichiarazione di guerra”.
 
Anche il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, è intervenuto dopo le dichiarazioni rilasciate dal ministro Beatrice Lorenzin a Radio 24: “Sanità, l’errore fatale è aver nominato ministro la signora Lorenzin, altro che delegare le Regioni per la sanità”. Ciambetti nota che “a smentire il ministro ci sono studi di enti  internazionali  ma anche i dati socio-economici elaborati dall’Istat. Ma prima di tutto voglio notare una cosa: la predica giunge da un ministro che non ha mosso un dito davanti ad una proposta di Legge di stabilità che trae una parte delle proprie risorse dalla diffusione e sfruttamento di una patologia gravissima, le ludopatie con la previsione dell’apertura di nuovi 22 mila punti dove sarà possibile giocare d’azzardo, e l’introduzione di una nuova gabella sui giochi. Se siamo in mano la sanità a questi signori, permettetemi la battuta, se la giocano al tavolo verde: un ministro che ha a cuore la salute dei cittadini, davanti allo stato biscazziere si sarebbe dimesso".

"Qui invece ci si inventa insinuazioni calunniose sul sistema sanitario regionale – ha detto Ciambetti –  Secondo la classifica annualmente stilata da Bloomberg per il 2014 il sistema sanitario italiano, è il terzo al mondo, primo in Europa,  per efficienza, per le aspettative di vita del paziente, quasi 83 anni in media, per il costo pro capite del sistema sanitario, circa 3 mila dollari, alle spalle di Singapore e Hong Kong e davanti a Giappone, Corea del Sud e Australia – ha  rimarcato Ciambetti – Scendiamo nel dettaglio? L’Italia spende in sanità il 9% del Pil, pari a 3.032 dollari pro-capite. Nel confronto con il 2013 l’aspettativa di vita è aumentata di 0,3 anni, mentre la spesa per la sanità pro-capite è diminuita di 306,64 dollari: in realtà il risparmio, stando ai dati della Ragioneria generale dello Stato è stato di circa 2 miliardi tutti derivati dal mancato turn over come deciso dal governo e imposto dalla Riforma Fornero: abbiamo tanti giovani disoccupati e tanti lavoratori della sanità anziani ancora in reparto".

Ha commentato il presidente del Consiglio Regionale: "Se la nostra sanità è straordinaria lo dobbiamo a loro, ai medici, agli infermieri e al personale paramedico, ma anche a chi cerca di far quadrare i conti. E’ grazie a questa gente, e non in virtù dei ministri romani,  se in totale il punteggio dell’Italia è 76,3, poco meno di Hong Kong e Singapore, ma più del doppio degli Stati Uniti, fermi a 34,3. Sentirsi dire che in Italia ci sono 30 miliardi di sprechi nella sanità fa specie, soprattutto se a dirlo è  un ministro che ha proposto una stretta radicale sulle visite specialistiche e su esami medici, perché così si risparmierebbero circa 13 miliardi di €.  I dati del servizio socio-sanitario italiano parlano di una sanità che è in buona salute. Certo, si possono fare ancora grandi risparmi: mi chiedo perché prima di mettere un freno duro alle visite specialistiche e agli esami, cioè prima di colpire medici e pazienti, non si è pensato di introdurre i costi standard come da anni chiediamo noi in Veneto?"
Ha concluso Ciambetti: "in realtà il ministro vuol far passare l’idea di una sanità malata, quando non è così, perché vuole riappropriarsi e riportare a Roma la gestione della salute che finirebbe così centralizzata ma non per dare migliori servizi ai cittadini, ma per coprire buchi spaventosi nei conti dello stato.  Se mai si arriverà a ricentralizzare la sanità a Roma, per le Regioni che oggi sono all’avanguardia il livellamento avverrà al ribasso con uno scadimento devastante”

19 ottobre 2015
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