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Orario europeo e nuove assunzioni. Lorenzin: “Stiamo ancora verificando i fabbisogni regionali. Domani ultima riunione tecnica”


28 SET - Con la legge di Stabilità 2016 era stato programmato di procedere a nuove assunzioni straordinarie per far fronte alle esigenze derivanti dal nuovo orario di lavoro europeo. Per farlo si era stabilito che le Regioni dovessero comunicare al Ministero il loro fabbisogno e apposti tavoli tecnici avrebbero dovuto validarli entro il 31 marzo 2016, dopodiché si sarebbero potuti avviare i concorsi entro il 31 dicembre dello stesso anno.
 
La data del 31 marzo è ormai ampiamente superata e ad oggi il calcolo del fabbisogno non è stato ancora definito. Da qui l’interrogazione al question time alla Camera dell’onorevole Nesci (M5S).
 
“Il mio Dicastero – ha detto Lorenzin - sta ultimando la definizione di una metodologia di valutazione dei fabbisogni comunicati dalle regioni, è la prima volta che si fa una cosa del genere in Italia, quindi è stato un procedimento totalmente nuovo che si è istruito, che verrà condivisa nella riunione che è stata già convocata da tempo per domani, 29 settembre 2016 (è la riunione finale) da un apposito gruppo di lavoro tecnico, cui hanno partecipato anche i rappresentanti delle stesse amministrazioni regionali”.
 
“A seguito di questo – ha spiegato il ministro - si procederà all'approvazione della predetta metodologia e alla conseguente istruttoria dei fabbisogni di personale trasmessi dalle regioni”.
 
Ma il ministro ha dato anche chiarimenti sulle politiche per garantire un maggiore turn over sottolineando la necessità di “di porre rimedio per le diverse figure professionali del settore sanitario, agli effetti negativi che sono venuti dal blocco del turnover in questi anni”.
 
Per farlo, ha detto Lorenzin, “abbiamo preso alcuni provvedimenti, anche quelli di vincolare parte delle risorse che derivano dai risparmi dovuti per esempio alle centrali uniche d'acquisto che si stanno effettuando in tutta Italia che si sono rese attive a risolvere questo tipo di questioni”. 
 
Scintille infine tra Lorenzin e M5S sui tagli alla sanità. Per l’onorevole Nesci, “Da qui al 2018, come previsto nel Documento di economia e finanza, il Governo taglierà oltre 10 miliardi di euro alla sanità, un record assoluto mai visto prima”.
 
Per questo, incalza in Aula la deputata pentastellata, “Il servizio sanitario andrà in tilt perché la banca privata, Banca centrale europea, stampa l'euro dal nulla, lo Stato paga per l'esatto valore delle banconote e dunque si indebita all'infinito. Questo sistema truffaldino fa mancare i soldi per la salute, la vita e il futuro degli italiani. Il Governo continua a tagliare”. 
 
Secca la risposta del ministro secondo la quale: “La cifra che lei ha dato all'inizio del suo incipit non mi risulta da nessuna parte, quindi forse non ho capito bene l'interrogazione, quindi mi riservo casomai di risponderle in un'ulteriore interrogazione perché la circostanza dei 10 miliardi di tagli non mi risulta da nessuna parte”. 
 
Ma non è mancata la controreplica. In un comunicato diffuso al termine della sessione del question time, i deputati M5S in commissione Affari Sociali sottolineano come, "Purtroppo però il peggio deve ancora venire. Nel Def non c’è alcuna traccia degli impegni, mai rispettati fino a questo momento, presi dal Governo al fine di risolvere la perdurante carenza di personale della sanità. Non bastasse, da qui al 2018 sono previsti tagli alla sanità per 10 miliardi di euro. La cosa incredibile è che il ministro Lorenzin ha affermato di non conoscere questo dato. Visto che non lo ricorda, gli diamo un aiuto: questo è il risultato dell’Accordo Stato Regioni dell’11 febbraio 2016, relativo al contributo dovuto dalle Regioni alla finanza pubblica dal 2017 al 2019".
"La cronica carenza di personale sanitario concludono - costringe gli operatori a turni di lavoro sfibranti. Di fronte a una situazione intollerabile che mette sotto pressione il personale sanitario e a rischio la salute dei cittadini, il ministro della Salute non ha sostanzialmente nulla da dichiarare".

 

28 settembre 2016
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