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Decreto Balduzzi. Bassoli (Pd): "E' finita. Al Senato non potremo cambiare una virgola"


"Non ci sono i tempi e dovremo rinunciare ai nostri emendamenti già concordati". E' amareggiata la capogruppo del Pd in Commissione Sanità del Senato, dopo l'incontro di stamattina con Balduzzi che ha stoppato qualsiasi modifica. E così Palazzo Madama voterà la fiducia sul testo della Camera.

24 OTT - “L’esame del decreto praticamente non è neanche iniziato. Stamattina avremmo dovuto cominciare l’esame degli emendamenti e il ministro ha detto che assolutamente non ci sono i tempi per fare una terza lettura alla Camera e quindi non possiamo apportare nessuna di quelle modifiche che erano state concordate nel lavoro tra ieri pomeriggio e ieri sera”. È amareggiata la senatrice del Partito Democratico, Fiorenza Bassoli nel riferire a QS come è andato il lavoro della Commissione Igiene e Sanità dove è in corso l’esame del decreto Balduzzi.
 
Un lavoro che praticamente non è mai iniziato, i 200 emendamenti presentati sono stati infatti subito cassati con l’accordo tra i gruppi per fare in modo di accelerare al massimo i tempi di approvazione del decreto che, ricordiamo, scade il 12 novembre.
 
“In realtà – dice la senatrice Bassoli – noi avevamo trovato un accordo su sette/otto emendamenti che ritenevamo importanti e che avremmo votato”. Ma non è stato possibile e dunque il lavoro sul decreto Balduzzi i può considerare sostanzialmente finito.
 
Senatrice quali erano le vostre modifiche?
Dalla questione dei precari che sta diventando un problema in quelle regioni soggette a piani di rientro. Il fatto di non poter riconfermare precari che sono poi infermieri, personale sanitario sta diventando un problema anche sotto l’aspetto della tenuta della capacità di cura in alcuni ospedali.
Altra questione riguarda il rischio clinico perché depotenziato dalla modifica fatta dalla Commissione Bilancio della Camera. Tutte la volte che succede qualcosa ci si lamenta della malasanità che però può essere eliminata se c’è una struttura in grado di rilevare il rischio clinico che è diverso da struttura a struttura ed è in grado poi di proporre le modalità di affrontare questo rischio e di limitarlo al massimo. Poi c’erano i Lea con il problema che riguarda il dolore nel parto un nostro emendamento chiedeva che venisse inserito il dolore da parto, già previsto tra l’altro nei Lea del 2008. Infine la questione dei farmaci, più delicata, perché non c’era l’accordo tra le parti. Questi erano principalmente i punti di modifica che chiedevamo. Il Pdl ha chiesto poi nuovamente una riflessione sulla questione pensionamento ma anche lì niente.
 
Adesso che succede?
Andremo ad una fase successiva. Concluderemo l’iter di discussione generale. Il ministro si è detto disponibile ad accogliere queste proposte in un altro disegno di legge che è quello di Fazio sulla sperimentazione clinica e gli ordini professionali attualmente fermo al Senato. Noi però vorremmo delle garanzie da parte del ministro e del governo perché non vogliamo lavorare inutilmente. Chiediamo che se si inizia un percorso ci sia poi la volontà di portarlo avanti.
 
L’esame sul decreto si può dunque dire concluso
Il ministro fino a ieri sera aveva dimostrato una certa disponibilità ad alcune modifiche, questa mattina invece l’ha ritirata anche se noi eravamo d’accordo a spingere al massimo sui tempi, senza neanche far la discussione generale ma lavorando solo sugli emendamenti accorciando dunque la tempistica per fare in modo che il decreto potesse andare la settimana prossima in Aula. Balduzzi però ha sollevato il problema che alla Camera va la legge di stabilità e quindi non ci sono i tempi poiché il decreto scade il 12 novembre.
Noi comunque in Commissione andiamo avanti perché è questo l’iter che dobbiamo seguire e formalmente oggi vedremo di entrare nel merito. La settimana prossima dovrebbe andare in Aula a seconda delle urgenze ma poi è da vedere perché essendo stata eliminata la terza lettura il tempo a questo punto è fino al 12 novembre. La nostra posizione, come Pd, resta critica per il modo in cui si è affrontato questo passaggio parlamentare. 

24 ottobre 2012
© Riproduzione riservata

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