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Ue. Zaffini: “Più consapevolezza che la tutela della salute, in termini di prevenzione, rappresenta un investimento che riduce la spesa nel medio periodo”


“Oggi siamo di fronte a una straordinaria occasione per rendere accessibili, in modo più esteso possibile, le numerose innovazioni della scienza sanitaria, tra le quali quelle basate sulla modifica del genoma umano”

15 FEB -

“Obiettivo: la tutela della salute degli Italiani, questa, non da oggi, cattura enormi risorse, che nel bilancio dello Stato vengono classificate come spesa corrente con tutto quello che questo comporta in tema di vincoli di spesa e di parto di stabilità. Serve che in Europa, dove si scrivono le regole di bilancio dei paesi membri, si accresca la consapevolezza che la tutela della salute, in termini di prevenzione, rappresenta un investimento in grado di ridurre significativamente nel medio periodo la spesa corrente”. Lo afferma in una nota il senatore Franco Zaffini, presidente della X Commissione Affari sociali, Sanità e Lavoro del Senato.

“In base alla ‘golden rule’ (solo gli investimenti pubblici possano essere finanziati in disavanzo), appunto, se il debito è usato per finanziare investimenti, tende a generare un aumento del reddito più o meno evidente, per cui in parte si ripaga da solo e anzi può contribuire a stabilizzare il rapporto debito/Pil, aumentando il denominatore. Inoltre il debito pubblico sarà sostenibile e continuerà ad essere sottoscritto in futuro per fini produttivi, se è in quanto i cittadini ne apprezzano l’utilità oltre che la produttività. È evidente, dunque, che questa situazione richiede di affrontare in modo innovativo, senza precedenti rispetto agli ultimi 50 anni, il potenziamento dei servizi sanitari e della loro efficienza in termini di prevenzione”.


Zaffini ha poi aggiunto “oggi siamo di fronte a una straordinaria occasione per rendere accessibili, in modo più esteso possibile, le numerose innovazioni della scienza sanitaria, tra le quali quelle basate sulla modifica del genoma umano. Questo naturalmente comporta anche la sfida di una contabilizzazione più adeguata e valorizzazione dei flussi finanziari legati alla produzione e di conseguenza la distribuzione di terapie avanzate e servizi nel bilancio degli Stati. Quindi la questione davvero cruciale non è solo la dimensione del debito (che comunque resta importante), ma valutare quali siano gli impieghi che possono rendere il debito pubblico buono e sostenibile, in poche parole quali spese possano essere finanziate in disavanzo. La distinzione tradizionale tra debito buono e debito cattivo è un argomento tornato sotto la lente di ingrandimento dopo la diffusione del Covid, quando la Commissione Europea, obbligata dallo scenario catastrofico dell’effetto della pandemia sull’economia dei paesi membri, ha deciso di sospendere le “fiscal rules” europee sugli aiuti di stato. Gli effetti devastanti sulla finanza dei principali paesi avanzati hanno così permesso di mettere al centro della manovra, non solo il sostegno dei redditi dei settori e delle persone colpite, ma anche una forte apertura al ruolo cruciale giocato dalla spesa per la salute e dalle strutture sanitarie dei diversi paesi, fondamentali per rispondere adeguatamente e in modo rapido all’emergenza, alle sue conseguenze sulla salute pubblica e a stimolare la ripresa economica. Dunque, la riallocazione delle priorità in materia di spesa e di bilanci pubblici, in favore del settore della prevenzione della salute e delle tecnologie sanitarie frutto delle più recenti acquisizioni della comunità scientifica, apre scenari innovativi, sia per le scelte di spesa, sia per il profilo della valutazione economica e contabile di terapie ad alto valore tecnologico come le Terapie Avanzate. Tuttavia, per far ciò - ha proseguito - è necessario un cambio di passo sul piano statistico e contabile: alle spese per investimenti tradizionali e canoniche, vanno anche associate altri tipi di spese che le procedure e i criteri attuali considerano sostanzialmente correnti. Una parte delle spese sanitarie oggi considerate correnti, per le attrezzature sanitarie o per i trattamenti altamente innovativi con effetti curativi come le Terapie Avanzate (che hanno un impatto non solo in termini di salute e sui livelli di assistenza dei SSN, ma anche economico come il recupero della produttività sul lavoro, di redditività economica, con evidenti effetti sul gettito fiscale e chiari risparmi diretti ed indiretti per i SSN), devono avere in definitiva natura di investimento, visto che senza di loro anche la parte “fisica” degli investimenti in sanità (ad esempio, un ospedale o un centro di somministrazione delle terapie), non sarebbe di fatto utilizzabile. In definitiva, è arrivato il momento di aggiornare le convenzioni contabili attuali, considerando che parte delle spese correnti sono necessarie per aumentare lo stock di capitale e il patrimonio economico di un paese – quindi la sua sostenibilità economica – e che per questo esse possono essere considerate, almeno in parte, come spese di investimento. Sappiamo tutti che i criteri di contabilità sono frutto di un compromesso, sono una convenzione contabile, che può e deve essere aggiornata secondo l’evolvere delle condizioni tecnologiche, il grado di sviluppo economico e sociale e il comune sentire delle nazioni e dei popoli. È evidente che da tempo sono necessari adeguamenti delle procedure contabili; questa necessità è ora, dopo la pandemia di Sars-CoV-2 e la crisi energetica seguita al conflitto ucraino, fin troppo evidente. Essa ha reso chiaro che parte della spesa sanitaria ha caratteristiche strutturali di investimento ed effetti sistemici sul reddito, sulla stock di ricchezza e sulle potenzialità di crescita di una nazione. Nel lontano 2008 il perimetro degli investimenti è stato ampliato per includere le spese per la ricerca e sviluppo (R&S) e quelle per sistemi militari di difesa. Questo processo deve ora continuare adattandosi ai cambiamenti tecnologici, alle nuove esigenze di salute” ha concluso Zaffini.



15 febbraio 2024
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