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ESCLUSIVO. Il programma sanità dell'Udc. Federalismo sanitario non regge più. Fondi integrativi e ticket per la sostenibilità del Ssn


E' pronta la bozza del nuovo programma sanità del partito di Casini. Sarà discussa a Roma il 19 dicembre. Equità, efficacia, efficienza, espansione industriale ed etica le 5 parole chiave. Obiettivo principale garantire sostenibilità e bisogni di salute. Ma il federalismo sanitario va profondamente ridimensionato. IL TESTO.

14 DIC - È un lavoro che parte da lontano quello messo in atto dall’Udc per realizzare un programma per la sanità in grado di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini, alle criticità di lavoro degli operatori sanitari e, contemporaneamente, alle esigenze di sostenibilità e risparmio del Paese. Il gotha del partito, infatti, si era già riunito in estate per un primo confronto sulla base delle analisi elaborate dai tavoli tecnici della Consulta Sanitaria Nazionale Udc, coordinati dal senatore Claudio Gustavino, responsabile sanità del Partito, e dal presidente della Consulta, Enrico Garaci. Ora i tempi sono maturi per un ulteriore passo avanti.

È infatti pronta la bozza di programma sanità che l'Udc si appresta a presentare il 19 dicembre alla Camera (scarica la brochure del convegno contenente anche i riferimenti per accreditarsi e partecipare all'evento) ma che è già stata diffusa in queste ore tra oltre cento stakeholder del panorama sanitario italiano (esperti ed economisti, ma anche medici, professionisti sanitari, farmacisti e associazioni di pazienti), chiamati a presentare proposte e suggerimenti che contribuiranno alla stesura finale del programma.  

Una vera e propria “operazione verità” sulla sanità italiana - secondo l'Udc - per arrivare a “un progetto di riforma del Ssn che punta a trovare un nuovo bilanciamento tra tutti gli attori del sistema". “Senza, infatti, la più ampia condivisione della società civile, degli utenti e degli operatori del settore sanità nessun programma di governo potrà mai diventare operativo ", spiega Gustavino. Che sottolinea come la sanità "rappresenterà uno degli argomenti caratterizzanti il prossimo programma politico dell’Udc e della nuova lista per l’Italia”.
 
Partendo da una convinzione: “Il Servizio sanitario nazionale, così come concepito nel 1978, ha permesso al nostro Paese di conseguire importanti risultati attraverso un miglioramento complessivo e costante di tutti i principali indicatori epidemiologici e di salute. Difendere e preservare questo straordinario patrimonio deve essere tra i primi obiettivi di qualunque forza politica si proponga di governare il Paese”.

Per questo, come si legge nell’introduzione della bozza, il tema della sostenibilità del Ssn “non attiene soltanto al piano economico, ma a quello della sopravvivenza di un diritto costituzionale, che una Politica intelligente e generosa ci ha lasciato. Saper conservare il tratto universalistico del sistema e consegnarlo a chi verrà dopo costituisce l’orizzonte con cui si deve misurare chi ha ambizione di governare la cosa pubblica. Trovare la giusta sintesi tra nuova organizzazione, corretta architettura, rilancio di un’etica responsabile a tutti i livelli e adeguato finanziamento del nostro sistema salute è la sfida che il Paese ha davanti a sé”.

Un nuovo modello che deve rendere la sanità anche più “umanizzata”. Un obiettivo questo che, secondo l’Udc, “non risponde solamente a un imperativo etico di rispetto della persona ma si dimostra essere una pratica che migliora la ‘performance’ del paziente e che risulta vantaggiosa anche sotto il profilo della spesa sanitaria”. Perché “laddove viene praticata l’umanizzazione della medicina, si riducono i costi del contenzioso medico-legale e della medicina difensiva”.

Ma vediamo più in dettaglio i contenuti della bozza, che per quanto aperta a modifiche, delinea chiaramente la sanità del futuro così come la vorrebbe l’Udc.

Il documento si basa su 5 parole chiave, valori cardine che l’Udc vuole introdurre in ogni ambito della sanità:

- Equità
- Efficacia
- Efficienza
- Espansione industriale
- Etica

Cinque valori per realizzare 8 obiettivi, che sono:

la revisione del federalismo verso il decentramento controllato perché “la riforma del titolo V della Costituzione, nel 2001, ha determinato, attraverso la possibilità di normare in modo concorrente, la definitiva frammentazione del Ssn in 21 servizi sanitari regionali. Questo ha comportato, differenti programmazioni sanitarie con diversi risultati in termini di controllo ed equità nell’accesso ai servizi sanitari, e una contestuale moltiplicazione dei centri di spesa e di costo”, quindi con un aumento della spesa senza un incremento dell’efficacia”. Iniquità che hanno “effetti diretti sulla vita dei cittadini” generando “spese accessorie” e “catastrofiche” cui le famiglie devono ricorrere “per far fronte alle inefficienze del sistema”.

- la revisione del sistema di compartecipazione alla spesa dando spazio alla sanità integrativa per garantire il finanziamento del sistema e le risorse per generare salute. Per l'Udc, in materia di ticket, esistono però diverse alternative. La franchigia parametrata al reddito, come già proposto da Balduzzi, oppure forme specifiche di compartecipazione con ticket sull'inappropriatezza, reintroducendo la fascia B per i farmaci. Il tutto però, prevedendo forme assicurative che garantiscano il pagamento dei ticket. Per la sanità integrativa, l'Udc, parla esplicitamente della necessità di un "secondo pilastro" centrandolo non solo sui lavoratori dipendenti ma ampliando la possibilità di fondi integrativi a tutti i cittadini.

la governance del sistema “considerando il servizio sanitario come un valore e non come un costo” e “prevedendo che chi svolge un ruolo di responsabilità sia chiamato a rendere conto degli impegni che assume e dei risultati che raggiunge”.

la qualità del personale, delle tecnologie e delle strutture perché “le persone e le loro competenze sono il primo e più importante fattore produttivo per un’organizzazione che voglia produrre salute” e “il complemento indispensabile della competenza professionale è la tecnologia”.

un nuovo equilibrio tra politica e sanità considerando che “proprio in sanità la necessarie selezione delle priorità di azione è per definizione una scelta politica”. Quindi lo slogan “fuori la politica dalla sanità” va cambiato in “fuori la cattiva politica dalla sanità”.

espansione della cultura delle evidenze scientifiche in modo che “le buone decisioni di policy e management possano fondersi sul confronto tra ‘evidenze’ (oggettive) e ‘preferenze’ (soggettive)” con l’obiettivo di giunge a un’allocazione delle risorse “efficace ed efficiente, oltre che equa”.

realizzazione di un nuovo welfare per rispondere all’invecchiamento della popolazione e all’aumento delle malattie cronico-degnerative attraverso una maggiore promozione della prevenzione e dei corretti stili di vita e il potenziamento della medicina e dell’assistenza territoriale.

valorizzazione della sanità come motore di crescita economica e politiche industriale per il settore farmaceutico e dei dispositivi medici. Perché la sanità, si legge nella bozza, è “un potente traino per l’economia e lo sviluppo industriale”. Va quindi realizzato un “sistema di regole” che “invogli le aziende farmaceutiche o di produzione di dispositivi medici a fare impresa, rischiando in progetti di ricerca e di sviluppo innovativi”. Ma non solo. Valorizzare il settore, per l'Udc, significa anche valorizzare la distribuzione e quindi le farmacie. Sia implementando la Farmacia dei servizi che realizzando il già avviato processo di definizione di un nuovo sistema di remunerazione "riconoscendo l’impegno professionale nell’erogazione di farmaci e di altre prestazioni socio-sanitarie". Particolare attenzione anche alle farmacie rurali e dei piccoli centri, da salvaguardare per garantire al cittadino la presenza di questo importante presidio di prossimità.

Ma come realizzare questi obiettivi? L’Udc propone 19 strade:

- Revisione del Titolo V della Costituzione

- Potenziamento degli strumenti di indirizzo e controllo del livello centrale

- Definizione della dimensione del finanziamento globale rispetto al Pil

- Revisione del modello di riparto regionale

- Sviluppo il secondo pilastro, cioè della sanità integrativa

- Ripensamento del sistema di compartecipazione

- Miglioramento l’accountability del sistema (cioè l’identificazione delle responsabilità e dei soggetti responsabili)

- Creazione di strumenti di lettura, semplici e omogenei, per la valutazione delle performance dell’intero sistema

- Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane

- Governance delle tecnologie

- Accreditamento delle strutture

- Lotta alla corruzione

- Empowerment del cittadino

- Selezione dei Lea sulla base dei principi di giustizia distributiva

- Creazione di un modello istituzionale di Health Technology Assessment nazionale per la definizione dei Lea e costituzione di una cabina di regia all’interno del ministero della Salute

- Potenziamento del sistema della prevenzione delle malattie e della promozione della salute

- Rafforzamento del ruolo dell’assistenza territoriale anche mediamente una partnership con i privati

- Coinvolgimento nel sistema di welfare di associazioni e cittadini e valorizzazione del principio di sussidiarietà

- Stesura di un Patto di stabilità con il settore farmaceutico e dei dispositivi medici
 
LEGGI LA BOZZA INTEGRALE DEL PROGRAMMA SANITA' DELL'UDC
 
 

14 dicembre 2012
© Riproduzione riservata

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