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Remunerazione farmacie. Ecco il nuovo decreto. Balduzzi: “Disponibile a riprendere dialogo con la filiera”


"Abbiamo inviato lo schema alle Regioni perché c’erano dei tempi tecnici che lo imponevano, ma c’è tutto il tempo per ragionarci ancora”, ha detto il ministro intervenendo a un convegno promosso dalle farmacie comunali. A riferirlo una nota di Assofarm e Federfarma. Aperture anche sulla distribuzione diretta. LA BOZZA DI DECRETO.

27 GEN - Soddisfazione da parte dei sindacati dei titolari di farmacia e delle farmacie comunali per le dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro della Salute, Renato Balduzzi sui lavori per definire il nuovo sistema di remunerazione, a 24 ore dall’invio alle Regioni dello schema su due fasce messo a punto dai tecnici della Salute. Ospite d’onore del convegno organizzato ieri da Assofarm per presentare uno studio sui costi della distribuzione diretta, Balduzzi ha dichiarato che “non c’è alcun problema a ragionare ancora”.

A riferirlo è una nota congiunta di Assofarm e Federfarma, che ieri erano tornate ad esprimere al ministro le loro preoccupazioni riguardo la proposta recentemente presentata dal dicastero per superare quella del 16 ottobre 2012, fortemente sostenuta dai farmacisti ma bocciata dai ministeri della Salute e dell’Economia.

“Se la proposta del Ministero dovesse passare - ha affermato il presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi - per la farmacia sarebbe la fine, ineluttabile”. “Ciò di cui abbiamo bisogno - ha aggiunto la presidente di Federfarma, Annarosa Racca - è una riforma della remunerazione che dia stabilità alle farmacie e getti le basi per il ritorno nel canale dei farmaci ad alto costo, come faceva l’accordo firmato con l’Aifa il 16 ottobre che per noi rimane il riferimento. Lo schema del Ministero, invece, lascia senza tutele le piccole farmacie e non sgancia i fatturati dalla discesa dei prezzi”. Ecco allora l’invito a Balduzzi perché la proposta faccia dietrofront e venga ridiscussa con le sigle della filiera. “Ne va del destino del sistema farmacia”, ha deto Racca.

Nessuna chiusura da Balduzzi, riferisce la nota dei due sindacati, secondo la quale il ministro ha fatto capire di non aver voluto imprimere alcuna accelerazione al percorso della riforma. “Abbiamo inviato lo schema alle Regioni – si legge sulla nota che riprende le parole del ministro - perché c’erano dei tempi tecnici che ci imponevano di farlo. Ma c’è tutto il tempo per ragionarci ancora: serviranno circa due mesi per far arrivare la proposta alle commissioni parlamentari, nessun problema a proseguire il confronto”.

Balduzzi avrebbe espresso apertura anche a proposito di distribuzione diretta, oggetto del convegno di ieri. Secondo uno studio commissionato da Assofarm e condotto sui dati di quattro Asl emiliane (Reggio, Bologna, Forlì e Cesena) la dispensazione nelle strutture pubbliche obbligherebbe il cittadino al pagamento di un ticket “occulto” di circa 3,5 euro a pezzo, legato ai costi di spostamento e di tempo. E’ un dato che va ad aggiungersi alla ricerca del Cref (Centro ricerche economia e finanza) presentata da Federfarma nell’estate scorsa, dalla quale emergeva per le casse pubbliche un risparmio del 30% quando alla distribuzione diretta si preferisce la dpc. “Se le evidenze dicono che la dispensazione per conto è più economica della diretta – ha concluso il ministro, secondo quanto riportato da Assofarm e Federfarma - non ho alcuna riserva a dire ben venga la dpc”.
 

27 gennaio 2013
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