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Debiti PA. Grilli: “Alla sanità 14 mld in due anni”. Ma i debiti Asl sfiorano i 40 miliardi


In tutto quindi potrebbe essere saldato circa il 35% del totale dei debiti sanitari verso i fornitori. Il meccanismo sarà quello delle anticipazioni di cassa. Per il saldo ci vorranno due anni come ha spiegato ieri in audizione parlamentare il ministro dell'Economia Grilli: "5 miliardi quest'anno e 9 il prossimo". LA RELAZIONE DI MONTI E GRILLI.

29 MAR - Secondo uno studio della Cgia di Mestre i fornitori delle strutture ospedaliere avanzano dalla Pubblica Amministrazione almeno 40 miliardi. Un dato comunque ufficioso, rileva lo studio, condierato che il Lazio, la Campania, l’Abruzzo, la Sicilia e la Calabria, tutte realtà che si trovano in disavanzo sanitario, non hanno comunicato alla Corte dei Conti l’ammontare dei propri debiti riferiti al 2011. Al netto di queste regioni comunque, alla fine del 2011, il debito ammontava a quasi 18 miliardi.
 
Ora, per questi imprenditori stando a quanto riferito ieri in audizione dal ministro dell’Economia Grilli davanti alle commissioni speciali congiunte di Camera e Senato, dovrebbe arrivare una boccata di ossigeno di 14 miliardi. Infatti il governo ha previsto per il sistema sanitario nazionale per quest’anno 5 miliardi e per il prossimo altri 9.
 
La cifra complessiva messa a disposizione da Palazzo Chigi per pagare i debiti della PA è di circa 40 miliardi, che il ministro ha dettagliato in questo modo “I comuni pagheranno 12 miliardi nel 2013 e 7 nel 2014, il sistema sanitario nazionale 5 più 9 miliardi e lo Stato centrale 3,5 miliardi l'anno che sono essenzialmente crediti fiscali",
 
Si tratta di un intervento di natura straordinaria, ha fatto sapere il ministro, disposto in accordo con le autorità europee e destinato non a finanziare nuova spesa ma a sanare, a beneficio del settore privato, situazioni di criticità nei flussi di pagamenti da parte della PA.
Il limite del 3% nel rapporto tra deficit e Pil “è invalicabile” e il governo annuncia “azioni di monitoraggio” in corso d'anno per garantire che l'Italia rispetti i parametri del Patto di stabilità europeo. Il responsabile dell'Economia si è mostrato fiducioso sul fatto che “l'Italia possa uscire dalla procedura per deficit eccessivo” avviata nel 2009 dalla Commissione europea e ha confermato l’impegno a raggiungere quest'anno il pareggio di bilancio strutturale, cioè al netto del ciclo e delle misure una tantum. Giovedì scorso il governo ha alzato al 2,9% l'obiettivo di indebitamento in rapporto al Pil del 2013 a fronte di un tendenziale del 2,4%. Il margine di 0,5 punti servirà per liquidare 20 miliardi di crediti pregressi alle imprese fornitrici della pubblica amministrazioni. Altri 20 miliardi arriveranno nel 2014 ma l'impatto sui conti pubblici sarà limitato al debito pubblico, senza appesantire il deficit.
 
È evidente che il pagamento dei debiti della P.A. non è “un'operazione senza costi: nel 2013 ci sarà un aumento di 400 milioni” a valere sul debito e quindi un aumento degli interessi da pagare. Anche se di recente grazie ad un attenuarsi dei tassi si sono risparmiati 5,4 mld, ha aggiunto Grilli.
 
Il governo per portare a termine l’operazione ha ipotizzato un “ordine cronologico in due fasi: prima i soggetti non finanziari (le aziende) poi le banche” e per fare questo il ministro dell'Economia, ha spiegato che sono in atto contatti con l'Abi. Grilli ha comunque precisato che sarebbe “pericoloso introdurre il principio che le banche non vengono pagate”. Se si introduce questo principio – ha spiegato - la possibilità per le imprese di ricevere credito sparisce''.
“La nostra idea è allentare per i comuni le regole del patto di stabilità interno e consentire il pagamento dei debiti sulla base degli avanzi di gestione che la maggior parte dei comuni ha, oppure estendere necessaria cassa per far fronte a pagamenti per chi non ha avanzi”.
Comunque nonostante il pagamento degli arretrati della P.a, Grilli si è detto fiducioso del fatto che “l'obiettivo di saldo strutturale dovrebbe essere comunque raggiunto” .

29 marzo 2013
© Riproduzione riservata

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