Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Mercoledì 01 MAGGIO 2024
Governo e Parlamento
segui quotidianosanita.it

"Il Ssn è un modello vincente. Ma serve più efficienza". Le ricette per la sanità di Yoram Gutgeld, il "guru" economico di Renzi

di Giovanni Rodriquez

Lo Stato che governa, finanzia e regola sanità, istruzione e welfare “è un modello vincente”. Ma per l'economista e deputatao del Pd vicinissimo a Renzi, più efficienza e risparmi sono possibili. Ben 12 mld di euro, solo nella sanità, migliorando la qualità delle prestazioni erogate. Ecco il documento che potrebbe diventare uno dei pilastri della piattaforma economica del candidato alla segreteria del Pd. 

30 OTT - "L'Italia ce la può fare, e la soluzione si trova a sinistra". Questo l’incipit del documento “Come fare ridere i poveri senza fare piangere i ricchi”, elaborato da Yoram Gutgeld, parlamentare del Pd e uno dei consiglieri economici più vicini al sindaco di Firenze, Matteo Renzi, candidato alla segreteria del Pd. Il documento risale al giugno di quest'anno ma è tornato di attualità in questi giorni dopo la convention renziana della Leopolda.
 
E sì, perchè Gutgeld non è per l'appunto un consigliere qualunque, come ha lasciato intendere lui stesso ieri nel corso della sua partecipazione alla trasmissione televisiva 8 e mezzo, visto che, a domanda precisa della conduttrice, Lilli Gruber, circa una sua possibile candidatura a ministro dell’Economia in un futuro governo Renzi, Gutgeld ha soprasseduto senza confermare, ma anche senza smentire l’ipotesi.
 
Ma chi è Yoram Gutgeld? È un politico israeliano naturalizzato italiano ed eletto deputato in Abruzzo per il PD in occasione delle elezioni del 2013. Si è laureato all'Università Ebraica di Gerusalemme nel 1984 ed ha completato l'MBA presso l'Università della California a Los Angeles nel 1989. È stato senior partner e direttore di McKinsey & Company fino al Marzo 2013.

Ma torniamo al documento, che, tra l’altro, dedica ampio spazio al tema sanità. Dicevamo “la soluzione si trova a sinistra”, sì perché “le (poche) cose buone fatte dalla classe politica negli ultimi 20 anni sono state proprio fatte dalla sinistra – si legge nel documento - La liberalizzazione dell’energia elettrica fatta da Pierluigi Bersani. La riforma del commercio, che ha tenuto a freno i rincari dei beni alimentari salvando dalla povertà centinaia di migliaia di famiglie. La lotta all’evasione del poco amato Vice Ministro Visco ha permesso al secondo governo Prodi di recuperare 25 miliardi”.

Premesso questo, si passa alle prospettive future e ci si chiede: da quale sinistra dover ripartire? “Noi proponiamo una sinistra saldamente ancorata in uno Stato che bada all’equità sociale e che garantisce i diritti alla salute e all’istruzione”, scrive Gutgeld. Una forte difesa dello Stato sociale, dunque, quello stesso Stato sociale ad oggi sempre più spesso presentato come un costo non più sostenibile. Ma è davvero così? Per l’economista lo Stato sociale offre senza dubbio ampi spazi di miglioramento: “Si può e si deve aumentarne la produttività per migliorare il livello dei servizi e per contenerne il costo”. Ma è altrettanto vero che il modello dello Stato che governa, finanzia e regola la sanità, l’istruzione e il walfare “è un modello vincente”.

Per sostenere la sua tesi Gutgeld fa alcuni esempi. Ogni anno in Italia si spende per la prevenzione e le cure delle malattie circa 9% del Pil. Gli americani ne spendono 17%, quasi il doppio. Ma la loro è una spesa per lo più privata che entra a far parte del costo del lavoro, esattamente come fa da noi l’Irap. E dunque come mai il libero mercato non funziona nel caso del bene sanità? Perché, secondo l’economista, se mi ammalo di diabete non avrò a mia disposizione altri 'prodotti’ da poter acquistare per curarmi se i miei farmaci sono troppo cari, per questo motivo i fornitori delle cure di diabete possono tenere i prezzi alti. Il libero mercato non produce in questo caso efficienza ed è quindi necessario che “lo Stato regoli il servizio”.

La qualità dei servizi sanitari regionali non è strettamente correlata alla spesa pro-capite, “anche a causa di inefficienze e sprechi”. Dunque, come ottenere significativi risparmi nella sanità migliorando la qualità del servizio?
 
In questo caso nel documento si suggeriscono quattro linee di azione:
- Migliore efficienza/efficacia ospedali. Aumento di produttività delle strutture erogatrici in linea con le esperienze delle best practice internazionali (es. Ospedale Lione) e nazionali. I risparmi attesi in questo campo sono di 3-4 mld di euro.

- Standardizzazione protocolli diagnostici e terapeutici. Allineamento delle performance relative a ricoveri, diagnostica e terapeutica al top quartile del Paese. In questo caso la previsione di risparmi attesi è di 4-5 mld di euro.

- Gestione delle cronicità. Riorganizzazione dei servizi sanitari con cura a domicilio su malati cronici: focus su diabete, scompenso cardiaco e BPCO, adottando programmi di disease management internazionali. Qui i risparmi attesi si aggirano tra i 2 e i 3 mld di euro.

- Efficienza acquisti apparati medicali e farmaci. Allargamento perimetro CONSIP, Centri d’acquisto regionali (e best practice-sharing intra-regionale), e Tavolo sovraregionale per definizione parametri di acquisto. In questo caso il risparmio atteso è di 1 mld di euro.
Il totale dei risparmi da ottenere dal comparto della sanità è quindi di circa 12 mld, il tutto senza intaccare ma, anzi, migliorando il livello delle prestazioni erogate ai cittadini.
 
Nel documento si propone anche un nuovo modello per la gestione della non autosufficienza e invalidità. In questo caso sono tre le linee guida da seguire:

- Accorpare. Mettere in un unico contenitore organizzativo e giuridico le risorse oggi disperse tra Inps, Comuni e Regioni.

- Riprioritizzare. Modulare gli interventi sui bisogni reali e disponibilità economica dei soggetti.

- Decentrare. Più vicino al territorio per aumentare l’efficacia.

Quanto all’aspetto organizzativo, il nuovo soggetto gestore delle spese di welfare dovrebbe avere una massa critica minima di 50-100mila persone e potrebbe essere governato dai Comuni, consorzi di Comuni, o in condivisione Comuni-Asl.

Sarà anche necessario rimodulare l’offerta a vantaggio di servizi a bassa e media soglia di protezione, capaci di rivalorizzare le risorse dell’individuo, della sua famiglia e della società (ad es. un anziano non autosufficiente non necessita di una badante 24 ore al giorno, ma è sufficiente fornire pasti, qualche ora di servizio a domicilio e telesoccorso in caso di emergenze). 
 
Giovanni Rodriquez

30 ottobre 2013
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Governo e Parlamento

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy