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Sangue infetto. M5S: “Proposta di legge per risarcire le migliaia di esclusi ancora in attesa di indennizzo”


Lo chiede una proposta di legge, in fase di elaborazione, della deputata “grillina” Marialucia Lorefice. L'iniziativa terrà distinta la questione dell’indennizzo, poche centinaia di euro, dal risarcimento dovuto per danno biologico dopo aver accertato il nesso tra la trasfusione o l’assunzione di emoderivati e il contagio.

14 NOV - Trovare dopo anni una soluzione, quantomeno dal punto di vista economico, anche se non potrà compensare le afflizioni subite, per le migliaia di persone contagiate da sangue infetto o emoderivati infetti, ancora adesso escluse dall’indennizzo.
Questo l’obiettivo della proposta di legge a prima firma Marialucia Lorefice, in fase di elaborazione.
 
Lo dichiarano i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Affari Sociali che ieri hanno incontrato il presidente nazionale e del Lazio della Federazione delle Associazioni Emofilici (Fedemo), rispettivamente Gabriele Calizzani e Ottorino Rossi, e l’avvocato Massimiliano Renzi.
 
“L’incontro - spiegano i deputati - è stato organizzato proprio allo scopo di discutere e confrontarci circa la definizione di questa proposta di legge, che intende consentire il giusto risarcimento nei confronti dei soggetti danneggiati da sangue infetto o emoderivati. In particolare, si è parlato delle due importanti transazioni tra lo Stato e i malati avvenute nel 2003 e nel 2007, nonché dei circa sette mila contagiati ancora in attesa di riscontri da parte del ministero della Salute”.
 
“Soprattutto – aggiungono i deputati M5S – , è emersa la necessità di tenere distinte la questione dell’indennizzo, che si limita a un assegno di poche centinaia di euro e previsto dalla legge 210/92, dal risarcimento, dovuto per il danno biologico subito dopo aver accertato il nesso di causalità tra la trasfusione o l’assunzione di emoderivati e il contagio della malattia. Dal risarcimento sono, appunto, ancora adesso esclusi circa settemila soggetti”.
 
Per questo i deputati intendono “incontrare tutti i soggetti, associazioni o singoli, coinvolti nella vicenda del sangue infetto e interessati ad avere un confronto. Il nostro fine - concludono - è quello di trovare una soluzione per le vittime quantomeno dal punto di vista economico che, sicuramente, non potrà mai compensare le afflizioni subite”.

14 novembre 2013
© Riproduzione riservata

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