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Legge di Stabilità. No di Federfarma e delle aziende alle gare per farmaci generici


"E’ una strategia miope che ha già dimostrato in altri paesi tutta la sua pericolosità”, ha affermato anche l'European Generic Medicines Association (Ega), che si è unita ai titolari di farmacia e ad Assogenerici nel chiedere al parlamento italiano di respingere l‘emendamento 6.03 alla legge di Stabilità.

21 NOV - “Sarebbe ora di apportare al servizio farmaceutico, come alla sanità in generale, quegli aggiustamenti in grado di migliorare l’assistenza ai cittadini, garantendo la sostenibilità economica del Ssn. Invece, ancora una volta in parlamento piovono sulla legge di stabilità emendamenti contenenti misure di forte impatto sulla farmaceutica, che richiederebbero un confronto approfondito anche con il coinvolgimento degli operatori”.
Ad affermarlo è Annarosa Racca, presidente di Federfarma, lanciando l’allarme sulle conseguenze che deriverebbero dall’approvazione dell’emendamento alla Legge di Stabilità (il 6.03, al momento accantonato) che obbligherebbe le Regioni a conseguire dal 2014 un risparmio sulla spesa farmaceutica convenzionata di 300 milioni all’anno attraverso l’acquisto diretto con gara e con lo sconto minimo sul prezzo previsto dalle norme in vigore di farmaci equivalenti di fascia A da distribuire in farmacia tramite Dpc.

“Preoccupa in modo particolare - prosegue Racca - l’impatto negativo che avrebbe sul settore l’emendamento che punta a estendere la distribuzione da parte delle farmacie per conto delle Asl sostanzialmente a tutti i medicinali di fascia A, determinando uno stravolgimento del prontuario terapeutico. I medici non potrebbero più scegliere il medicinale che ritengono più indicato per il paziente perché gli assistiti potrebbero ottenere in farmacia solo i medicinali della ditta che si è aggiudicata la gara”, spiega Racca.

“Quello delle gare – conclude la presidente di Federfarma - è un approccio miope perché determina distorsioni del mercato che possono portare a rischio di carenze dei farmaci e a un malfunzionamento del sistema distributivo che, in tutti questi anni, ha dimostrato di essere il più conveniente e il meno costoso, visto che nel 2013 la spesa è a livelli inferiori di quelli del 2001”.
 
Contro l'emendamento si schierano anche i produttori di farmaci generici. Non solo quelli italiani, riuniti in Assogenerici, ma anche quelli europei. “L’Ega, l’Associazione dei produttori europei di farmaci generici, valuta con  grande preoccupazione gli emendamenti alla Legge di stabilità che mirano ad adottare il meccanismo delle gare nell’acquisto dei farmaci dell’assistenza territoriale, cioè quelli dispensati nelle farmacie”, spiega Assogenerici in una nota in cui si riferisce che “dopo che il Governo italiano aveva esplicitamente rassicurato che nel settore farmaceutico sarebbe finalmente tornata la stabilità, è con stupore che l’Ega ha scoperto l’esistenza di questi emendamenti firmati da esponenti della maggioranza”.

Assogenerici invita quindi a non si può dimenticare che l’industria dell’equivalente italiana contribuisce al contenimento della spesa sanitaria per oltre 300 milioni di euro l’anno e a non trascurare il “significativo” apporto di queste industrie all’occupazione e alla crescita economica del paese negli ultimi 15 anni.

Ma, mette in guardia l’associazione dei produttori di equivalenti, “le norme delineate nell’emendamento, se approvate, avrebbero pesantissime conseguenze sulla stabilità di un comparto produttivo che oggi garantisce 10.000 posti di lavoro in Italia, senza contare l’indotto. Un sistema di acquisto basato sulle gare, combinato con gli attuali ritardi nei pagamenti da parte degli enti sanitari pubblici e con il sistema di pay-back vigente in Italia, esporrebbe l’industria italiana dell’equivalente a pericoli gravissimi. Del resto, le esperienze condotte in altri paesi europei hanno dimostrato che quello delle gare per la farmaceutica territoriale è un approccio miope. A fronte di un’iniziale discesa dei prezzi, ben presto si manifestano tendenze discorsive - riduzione del numero delle aziende che operano sul mercato, in particolare piccole e medie imprese, e nascita di posizioni dominanti in particolare a livello della produzione di materie prime – che espongono il paese al rischio di carenze di medicinali, difficoltà di rifornimento e gravi malfunzionamenti di tutta la filiera e, non in ultimo, gravi difficoltà di accesso al farmaco da parte dei cittadini”.

Sulla stessa linea la European Generic Medicines Association, che si è affiancata ad Assogenerici nel chiedere la non approvazione degli emendamenti in questione e, insieme ad Assogenerici, sottolinea che “lo Stato italiano ha già in mano tutti gli strumenti per gestire la spesa farmaceutica, primo fra tutti l’incentivo al ricorso ai generici: gli ultimi dati Ocse diramati questa notte mostrano infatti che, se in media nei 19 paesi gli equivalenti rappresentano il 41% dei consumi, in Italia si è ancora fermi al 14%”.

Entrambe le associazioni si dicono quindi pronte a discutere con il Governo italiano soluzioni sostenibili per il comparto che consentano risparmi reali e a lungo termine per il Fondo sanitario nazionale, migliorino l’accesso ai farmaci dei cittadini italiani contribuendo nel contempo alla lotta alla disoccupazione e alla ripresa economica del paese.

21 novembre 2013
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