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Spending review. Cartabellotta (Gimbe): "La salute degli italiani vale più di 80 euro"


Secondo il presidente della Fondazione, il tema della sostenibilità del Ssn "non può essere affrontato esclusivamente sotto il segno della finanza pubblica". Occorre, invece, mirare "al duplice obiettivo di tagliare gli sprechi e investire su servizi e prestazioni sottoutilizzate".

15 SET - “Per effettuare una sana spending review in sanità non serve l’accetta, ma una chirurgia superselettiva finalizzata ad eliminare miliardi di euro/anno di inaccettabili sprechi che si annidano a tutti i livelli: politico, organizzativo, professionale e sociale”. Nino Cartebellotta, presidente della Fondazione Gimbe, interviene così sul dibattito circa eventuali tagli in sanità.

Il tema della sostenibilità del Ssn, sottolinea Cartabellotta, “non può essere affrontato esclusivamente sotto il segno della finanza pubblica”. Occorre, invece, mirare “al duplice obiettivo di tagliare gli sprechi e investire su servizi e prestazioni sottoutilizzate, sotto il segno delle migliori evidenze scientifiche. Considerato che – aggiunge - la maggior parte degli sprechi conseguono al limitato trasferimento delle evidenze alla pratica clinica e all’organizzazione dei servizi sanitari, la sostenibilità del Ssn non può più prescindere da adeguati investimenti per migliorare la produzione delle conoscenze, il loro utilizzo da parte dei professionisti e la governance dell'intero processo per trasferire le conoscenze all'assistenza sanitaria”.

D’altro canto, senza un’adeguata programmazione e una governance nazionale, la spending review interna alla sanità definita dal Patto per la Salute “rischia di rimanere lettera morta. Infatti, se è sacrosanto che tutte le risorse recuperate rimangano nel comparto sanitario, in assenza di chiari obiettivi di disinvestimento e riallocazione, la maggior parte delle Regioni non riuscirà mai nella duplice titanica impresa di tagliare gli sprechi e investire su servizi e prestazioni sottoutilizzate, oltre che effettuare i necessari investimenti strutturali”.

Secondo Cartabellotta, “dal momento che nel programma dei mille giorni non s’intravedono impegni concreti per la sanità, il Governo deve, una volta per tutte, scoprire le sue carte. Delle due l’una: o manca un disegno in grado di generare consenso, oppure il disegno esiste, ma è meglio non renderlo pubblico perché rischia di generare un dissenso generale. In particolare, se il Governo è stato realmente sedotto dal “venticello europeo” che intende liberarsi di una consistente parte della spesa pubblica destinata alla Sanità meglio non parlarne. Peccato che questo assordante silenzio  stia in realtà spianando la strada all'intermediazione assicurativa e – conclude - finanziaria dei privati e sfilando dalle tasche degli italiani un servizio sanitario pubblico, conquista sociale difficilmente compensabile con 80 euro al mese!”.
 

15 settembre 2014
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