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Nota di aggiornamento Def. Iniziato l’esame da parte delle Commissioni Affari Sociali e Igiene e Sanità


Le due Commissioni "sanitarie" di Camera e Senato hanno iniziato, per la parte di propria competenza, l’esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014. Confermato l'accordo tra Governo e Regioni sul Patto per la salute, confermata la scarsa crescita del Pil e il debito pubblico inizierà a scendere, rispetto a quanto ammonta ad oggi, solo a partire dal 2018. RELAZIONE MIOTTO, RELAZIONE ROMANO

08 OTT - La Commissione Affari Sociali della Camera e la Commissione Igiene e Sanità del Senato, in sede consultiva, hanno iniziato l’esame della nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014. Per i tempi che le due assemblee si sono date in merito all’approvazione del Def i lavori di tutte le commissioni dovranno concludersi in pochi giorni, prevedibilmente entro questa settimana. Le due Commissioni sanità hanno previsto due giorni di lavoro, il parere quindi dovrebbe essere espresso entro oggi, massimo domani.
 
La deputata del Partito Democratico Anna Miotto è stata la relatrice al documento per la Commissione Affari Sociali di Montecitorio. Nella sua relazione si legge che “la Nota interviene in un contesto macroeconomico particolarmente problematico tanto per il complesso dell'Unione europea e dell'area dell'euro quanto, soprattutto, per la specifica situazione del nostro Paese. Le previsioni di crescita, ancorché contenuta, del prodotto interno lordo nel corso dell'anno 2014 e di un rafforzamento di tale crescita nel 2015, elaborate dagli organismi internazionali e poste alla base della programmazione economica e finanziaria per l'anno in corso, non hanno trovato conferma, in un contesto nel quale il ritmo della ripresa a livello internazionale tende a rallentare e, a livello nazionale, l'economia appare destinata a registrare una ulteriore contrazione del prodotto interno lordo nel 2014, unitamente a un'inflazione che si colloca a livelli estremamente bassi ed in continua contrazione”.
 
La Miotto sottolinea come “l'immagine che se ne trae è quella di una debolezza strutturale della situazione economica del nostro Paese, che nell'arco della recente crisi ha subito una contrazione del prodotto interno lordo superiore – in termini cumulati – a quella verificata durante la grande depressione del 1929. In questo contesto si propone, quindi, di incentrare la strategia di intervento sulla crescita e sull'occupazione, mediante il rilancio degli investimenti, delle riforme e del mercato interno, secondo una linea sostenuta anche dalla presidenza italiana dell'Unione europea”.
 
La deputata del Pd poi entra maggiormente nel dettaglio delle cifre e riferisce alla Commissione che “per quanto riguarda il quadro macroeconomico tendenziale, la Nota stima una contrazione del Pil nel corso del 2014 dello 0,3%, a fronte della crescita dello 0,8% prevista nel Documento di economia e finanza di aprile scorso, mentre negli anni successivi si dovrebbe registrare il ritorno su un sentiero di moderata crescita, quantificata in misura pari a 0,5% nel 2015, a 0,8% nel 2016, a 1,1% nel 2017 e a 1,2% nel 2018. Sul piano programmatico, le previsioni per i futuri esercizi sono leggermente migliori e si attestano ad una crescita dello 0,6% nel 2015, dell'1% nel 2016, dell'1,3% nel 2017 e dell'1,4% nel 2018”.
 
Anche per quanto riguarda gli obiettivi di finanza pubblica, aggiunge la Miotto, la Nota registra “un deterioramento della situazione rispetto al Documento di economia e finanza dell'aprile 2014. L'obiettivo di indebitamento netto, sia tendenziale che programmatico, si attesta per il 2014 al 3 per cento del prodotto interno lordo, contro il 2,6% del Documento programmatico dell'aprile scorso. Negli anni successivi, il percorso di riduzione del deficit rallenta rispetto al precedente documento di programmazione e, sul piano tendenziale, determina un indebitamento netto del 2,2% del PIL nel 2015, dell'1,8% nel 2016, dell'1,2% nel 2017 e dello 0,8% nel 2018. Sempre sul piano tendenziale, l'indebitamento netto strutturale, al netto degli effetti del ciclo economico e delle misure una tantum salirebbe all'1,2% nel 2014, per poi oscillare tra lo 0,5 e lo 0,6% negli anni tra il 2015 e il 2018. Per il debito pubblico, il dato complessivo, che tiene conto della quota dei sostegni agli strumenti finanziari per fronteggiare la crisi e del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, nel quadro tendenziale riferito al 2014 ammonta al 131,7% del PIL, per poi salire fino al 133,7% nel 2015 e nel 2016 e scendere nel 2017 al 132,1% e nel 2018 al 129,9%.
 
Sostenibilità delle finanze pubbliche, per quanto riguarda la sanità
Per quanto riguarda la sanità la Miotto segnala che “la Nota di aggiornamento registra l'accordo tra Governo, regioni e province autonome sul Patto per la salute 2014-2016, sancito nel luglio 2014. Il Patto definisce il quadro finanziario per il triennio 2014-2016 fissando come segue il livello di finanziamento del Ssn a cui concorre lo Stato: 109.928.000.000 euro per l'anno 2014; 112.062.000.000 euro per l'anno 2015; 115.444.000.000 euro per l'anno 2016”.
E ricorda, poi, che il Patto per la salute ha “disciplinato alcune misure finalizzate a una più efficiente programmazione del Ssn, al miglioramento della qualità dei servizi e dell'appropriatezza delle prestazioni. Dall'applicazione del Patto, si attendono risparmi, non quantificati, che, come specificato all'articolo 1, comma 4, rimangono nella disponibilità delle singole regioni per finalità sanitarie.
Ritiene importante evidenziare che, nella maggior parte dei casi, le misure contenute nel Patto per la salute 2014-2016 non sono immediatamente applicabili, per divenire operative richiedono infatti l'adozione di provvedimenti attuativi”.
E prosegue ricordando che sempre la Nota “cita le seguenti misure del Patto per la salute 2014-2016: procedere all'aggiornamento del Prontuario farmaceutico nazionale dei farmaci rimborsabili; l'articolo 23 del Patto stabilisce che vengano adottate le opportune iniziative affinché l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) provveda all'aggiornamento del Prontuario farmaceutico nazionale (Pfn) dei farmaci rimborsabili, sulla base del criterio costo/beneficio ed efficacia terapeutica, prevedendo anche dei prezzi di riferimento per categorie terapeutiche omogenee; incentivare l'uso dei dispositivi medici più efficaci e moderni che consentano il miglioramento della qualità della vita; l'articolo 24 del Patto, dedicato ai dispositivi, prevede una serie articolata di misure da adottare attraverso decreti ministeriali o documenti, da concordare preventivamente in Conferenza Stato-regioni. Alcune misure, quali gli Osservatori regionali sui consumi e i prezzi dei dispositivi medici, devono invece essere adottate direttamente dalle Regioni”.
 
“Occorre, poi – aggiunge la Miotto –procedere all'approvazione del regolamento sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi per l'assistenza ospedaliera e lo schema recante il regolamento, è stato approvato in sede di Conferenza Stato-regioni il 5 agosto 2014. Si è dunque in attesa della pubblicazione del decreto ministeriale. Lo schema di decreto prevede che ogni singola regione provveda, entro il 31 dicembre 2014, ad adottare un provvedimento generale di programmazione per fissare la dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del Servizio sanitario regionale, ad un livello non superiore al parametro nazionale di 3,7 posti letto per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie”.
 
“Un'altra misura è quella di riorganizzare l'assistenza territoriale e domiciliare. Il Patto della salute dedica l'articolo 5 all'Assistenza territoriale demandando alle Regioni, nella loro autonomia organizzativa e decisionale, l'istituzione delle nuove forme organizzative della medicina convenzionata. Occorre, poi, rafforzare il sistema di governance nelle Regioni impegnate nei Piani di riorganizzazione e riqualificazione del Servizio sanitario regionale. L'articolo 12 del Patto è dedicato ai Piani di riorganizzazione, riqualificazione e rafforzamento dei Servizi sanitari regionali. Anche in questo caso la misura necessita di interventi di revisione della disciplina vigente sui Piani di rientro nelle regioni in disavanzo sanitario e sulla disciplina relativa ai Commissari ad acta. Altra misura indicata è quella di promuovere la digitalizzazione in campo sanitario. A questo tema sono dedicati gli articoli 15 e 16 del Patto che rinviano alla stipula di un Patto per la sanità digitale tra Governo, regioni e province autonome. Occorre, poi, fissare standard generali di qualità. A questo scopo, il Patto prevede un sistema di monitoraggio e valutazione delle azioni previste. L'articolo 28 istituisce un Tavolo tecnico quale Cabina di regia per il monitoraggio del Patto. Il tavolo è coordinato dall'Agenas”.
 
Ancora per quanto riguarda la sanità, la Nota di aggiornamento “ricorda le misure dell'articolo 10 del disegno di legge delega in materia di riorganizzazione delle PA che intende disciplinare il conferimento degli incarichi di direttore generale, di direttore amministrativo e direttore sanitario delle aziende e degli enti del SSN, con l'obiettivo di favorire scelte trasparenti e basate sul merito”.
 
Spazio anche per la politiche sociali e su questo punto “la Nota richiama le misure già attivate per la povertà e l'esclusione sociale con la sperimentazione del Sostegno all'inclusione attiva (SIA) in 12 grandi città. In merito al SIA, ricorda che la misura deriva direttamente dalla Carta acquisti ordinaria, istituita dal decreto legge 112/ 2008, e configurata come un trasferimento monetario mensile, riconosciuto agli anziani di età superiore o uguale ai 65 o ai bambini di età inferiore ai tre anni, nella fascia di bisogno assoluto, subordinatamente al soddisfacimento di un insieme di requisiti economici.

L'articolo 60 del decreto-legge 5/2012 ha poi configurato una nuova carta acquisti, la Carta per l'inclusione anche definita Sostegno per l'inclusione attiva (SIA), prevedendone una sperimentazione, di durata non superiore ai dodici mesi nei comuni con più di 250.000 abitanti, 12 grandi città.
La Carta per l'inclusione – il cui importo varia da un minimo di 231 a un massimo di 404 euro mensili – è rivolta esclusivamente ai nuclei familiari con minori e con un forte disagio lavorativo. Il decreto-legge 76/2013 ha esteso la sperimentazione della Carta per l'inclusione, già prevista per le grandi città meridionali ai restanti territori delle regioni del Mezzogiorno, nel limite di 140 milioni per il 2014 e di 27 rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie, già destinate ai milioni per il 2015.

In ultimo, la Miotto fa presente che “l'articolo 1, comma 216, della legge di stabilità 2014 ha previsto uno stanziamento per la Carta acquisti ordinaria di 250 milioni di euro per il 2014, parte dei quali, in relazione all'effettivo numero dei beneficiari, da riservare all'estensione su tutto il territorio nazionale, non già coperto, della sperimentazione della SIA. La stessa disposizione ha stanziato 40 milioni all'anno, per ciascuno degli anni del triennio 2014-2016, al solo scopo di raggiungere un ammontare di risorse sufficiente per estendere la sperimentazione della SIA a tutto il territorio nazionale. Al riguardo osserva che tale misura non risulta richiamata nella Nota di aggiornamento in esame, che fa riferimento soltanto alla estensione della Carta acquisti ai cittadini stranieri e loro familiari”.
 
 
Il senatore Lucio Romano (PI) è stato il relatore alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 in Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama.
“Riguardo alla spesa sanitaria corrente – ha ribadito Romano –, la Nota prevede che il valore percentuale, in rapporto al PIL, attualmente di poco superiore al 7,0 per cento, presenti un andamento lievemente decrescente nei prossimi anni; tuttavia, dopo questa "fase iniziale di riduzione per effetto delle misure di contenimento della dinamica della spesa", si prevede che il rapporto registrerà un profilo crescente, in specie a partire dal 2025, a causa degli effetti derivanti dall'invecchiamento demografico”.
 
Entrando nel merito delle politiche sanitaria Romano riferisce che “la Nota ricorda che, nello scorso mese di luglio, è stata sancita l'intesa tra Stato, regioni e province autonome concernente il patto per la salute per il triennio 2014-2016, intesa che ha definito il quadro finanziario per il triennio di riferimento e "ha disciplinato alcune misure finalizzate a una più efficiente programmazione" del Servizio sanitario nazionale, "al miglioramento della qualità dei servizi e dell’appropriatezza delle prestazioni", in particolare prevedendo: l’aggiornamento del prontuario farmaceutico nazionale, relativo ai medicinali rimborsabili; l'incentivo dell'uso di dispositivi medici più efficaci e moderni; l’approvazione del regolamento sugli standard qualitativi, strutturali tecnologici e quantitativi dell'assistenza ospedaliera; la riorganizzazione dell'assistenza territoriale e domiciliare; il rafforzamento del sistema di governance nelle regioni impegnate nei piani di riorganizzazione e riqualificazione del Servizio sanitario regionale; la promozione della digitalizzazione in campo sanitario; l'adozione di standard generali di qualità”.
 
“La Nota – conclude la relazione di Romano – ricorda, inoltre, che il disegno di legge governativo recante Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, attualmente all'esame del Senato in prima lettura, prevede, nell'ambito della disciplina di delega in materia di dirigenza pubblica, di cui all'articolo 10, una revisione delle norme sul conferimento degli incarichi di direttore generale, di direttore amministrativo e di direttore sanitario delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale, con l’obiettivo di favorire scelte trasparenti e basate sul merito, volte a selezionare professionalità competenti ed adeguate”.

08 ottobre 2014
© Riproduzione riservata

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