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La Salute vara il “suo” Piano Anti Corruzione. Ecco gli obiettivi: dalla tutela del dipendente che segnala illeciti alle incompatibilità


Predisposto il Piano 2015/2017. Tra gli interventi la rotazione del personale, l’individuazione delle aree a rischio corruzione. Gli incarichi extra-istituzionali e la partecipazione a commissioni di concorso. IL PIANO ANTI CORRUZIONE DEL MINISTERO.

31 GEN - Il ministero della Salute in ottemperanza a quanto previsto dalla legge del 6 novembre 2012, n.190, per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione, ha predisposto il suo Piano Anti Corruzione triennale valido per il periodo 2015/2017 con tutti gli interventi utili a prevenire il rischio di corruzione.
 
In prima istanza vengono analizzante le differenti aree a rischio e identificate le specifiche misure per neutralizzarlo prevedendo un apposito codice di comportamento. Tra gli interventi previsti la rotazione del personale e dei dirigenti e l’identificazione del potenziale conflitto di interessi. L’analisi si occupa anche degli incarichi d’ufficio o attività e incarichi extra-istituzionali  dell’inconferibilità e incompatibilità di incarichi dirigenziali e dello svolgimento di attività successive alla cessazione del rapporto di lavoro con l’amministrazione. Vengono poi previste verifiche specifiche per la partecipazione a commissioni di concorso o di gara e per lo svolgimento di funzioni direttive in riferimento agli uffici considerati a più elevato rischio di corruzione.
 
Un paragrafo è inoltre dedicato alla tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito, il cosiddetto “whistleblower” per favorire la segnalazione di illeciti da parte dei dipendenti, fornendo ai denuncianti protezione contro possibili pregiudizi, atteso che il timore di ritorsioni potrebbe costituire un deterrente alla comunicazione di violazioni dell’integrità.
 
Su questo punto il Ministero ha realizzato un sistema informatico per l’effettuazione della segnalazione di illeciti accessibile dalla intranet aziendale, il quale, mediante crittografazione dei dati anagrafici, garantisce l’anonimato del segnalante e la riservatezza del presunto autore dell’illecito.

31 gennaio 2015
© Riproduzione riservata

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