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Salute Globale. Mozione di Ilaria Capua (Scelta Civica) per consolidare l’impegno dell’Italia dopo il G7 di Elmau

di Gennaro Barbieri

Capua sottolinea l'importanza di affrontare i problemi su scala globale, abbondando una visione puramente nazionale. “Serve un approccio olistico, in cui per esempio la salute degli animali e quella delle persone risultino strettamente legate”. Da parte sua l'Oms "dovrebbe prescindere dalla logica emergenziale, come ha dimostrato il caso Ebola, potenziando la formazione anche nei Paesi in via di sviluppo”. LA MOZIONE

22 LUG - I problemi legati alla salute hanno assunto una dimensione globale a tutti gli effetti e sono attraversati da un fitto reticolo di interconnessioni e interdipendenze. Per questo è necessario evitare qualsiasi approccio che proceda per compartimenti stagni e che si fondi esclusivamente su un’ottica di scala nazionale. Il ragionamento costituisce il fulcro della mozione presentata alla Camera da Ilaria Capua, prima firmataria, assieme ad altri deputati di Scelta Civica, tra cui Pierpaolo Vargiu.

L’iniziativa nasce in seguito alla riunione del G7, tenutasi a Elmau (Germania) gli scorsi 7 e 8 giugno, l’Italia e gli altri sei Paesi si sono impegnati a rafforzare fortemente i sistemi sanitari attraverso programmi bilaterali e strutture multilaterali. “Per la prima volta, in un’occasione di questo genere, sono state affrontate le tematiche della salute in chiave globale, prendendo precisi impegni – osserva Capua – Abbiamo quindi voluto stimolare il governo affinché si dimostri parte attiva nel raggiungimento degli obiettivi fissati”.

Ebola ha chiaramente colto il mondo occidentale impreparato “a gestire una malattia del genere sia per quanto concerne gli interventi in loco sia in relazione ai meccanismi della globalizzazione che forniscono terreno fertile a questi patogeni”. Quella tragedia ci ha insegnato che “la forza della catena dipende sempre dall’anello più debole. Nello specifico i Paesi dell’Africa occidentale si sono rivelati impreparati a gestire un’epidemia di questa portata e, anzi, alcune consuetudini e tradizioni radicate in quelle realtà hanno contributo al proliferare della malattia”. In questo senso la mozione “evidenzia proprio la necessità di costruire un approccio olistico, in cui la salute degli animali e quella delle persone risultino strettamente legate”. Nel complesso “in passato era più semplice arginare determinate criticità, poiché le connessioni tra zone geografiche erano inferiori a oggi”.

Ancor più decisivo diventa così il ruolo dell’Oms “che dovrebbe garantire maggiori investimenti e strutture dedicate a questo genere di situazioni. Bisognerebbe affrontare fenomeni come Ebola prescindendo dalla logica emergenziale e delineando percorsi più ampi e organici. Serve quindi uno sforzo maggiore in termini infrastrutturali, ma anche a livello locale, facendo in modo che dove emergono queste malattie vi sia una risposta rapida con una diagnosi efficace. Devono viaggiare di pari passo adeguati strumenti comunicativi e un’incisiva terapia di supporto. Per questo potenziare la formazione in loco è sempre più importante”.

Altro nodo non più rinviabile riguarda l’antibiotico resistenza. “Cameron ha costituito un gruppo ad hoc in materia – ricorda Capua – Si tratta infatti uno dei problemi di più ampia portata per la sanità globale, sia per i paesi in via di sviluppo che per quelli più avanzati. Il paradosso è che interventi all’avanguardia e costosissimi rischiano di essere vanificati da infezioni batteriche. La comunità internazionale deve rendersi conto che ci sono delle regole ferree da applicare rigorosamente. La priorità è sensibilizzare l’opinione pubblica sull’esistenza di questa impasse, anche perché il cittadino può fornire un contributo notevole”. Ma anche le istituzioni devono garantire pieno apporto “riducendo per esempio l’utilizzo di antibiotici nel mondo veterinario e investendo massicciamente in ricerca”.
 
Gennaro Barbieri
 


22 luglio 2015
© Riproduzione riservata

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