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Ministero della Salute. La relazione alle Camere sulle performance. “Nel 2014 raggiunti tutti gli obiettivi strategici ma gli indicatori sono da rivedere”


“La media semplice delle percentuali di raggiungimento di tutti gli obiettivi strategici è pari esattamente al 100%. Tuttavia, è difficile sostenere che non possano essere individuate aree strategiche in cui i margini di miglioramento sono ancora ampi”. Questo il giudizio dello stesso Ministero della Salute che nella relazione alle Camere giudica i target e i relativi indicatori utilizzati per misurare gli obiettivi raggiunti “poco sfidanti”. LA RELAZIONE

30 LUG - “L’analisi delle performance per il 2014 permette di valutare le iniziative di miglioramento avviate nell’anno circa il controllo dell5intera attività del Ministero delia salute. Analizzando la performance degli anni precedenti, si era già segnalata l’esigenza di migliorare la qualità degli indicatori impiegati per misurare il raggiungimento degli obiettivi strategici–operativi. Sostanzialmente gli indicatori e i relativi target impiegati per misurare sia il raggiungimento degli obiettivi strategici e dei connessi obiettivi operativi sia la performance organizzativa dei singoli uffici sono risultati poco sfidanti pressoché nella totalità dei casi”. Così il Ministero della Salute commenta gli indicatori utilizzati per valutare le sue performance nella relazione alle Camere sullo stato della spesa, sull’efficacia nell’allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell’attività amministrativa svolta per l’anno 2014.

Nel testo si legge infatti che la media semplice delle percentuali di raggiungimento di tutti gli obiettivi strategici è stata pari esattamente al 100%. “Sicuramente il dicastero si caratterizza per un elevato standard qualitativo delle attività realizzate – si spiega nel documento – tuttavia è difficile sostenere che non possano essere individuate aree strategiche in cui i margini di miglioramento sono ancora ampi, Del resto, rappresentare un livello dì performance costantemente al massimo per tutti gli obiettivi strategici assegnati evidentemente contrasta con la percezione diffusa di inefficienze e ritardi nell’attività degli uffici pubblici da parte dei cittadini, delle imprese e più in generale di tutti gli stakeholder, che attendono risposte più rapide ed efficaci”.

Per questo motivi si richiede ai vertici amministrativi uno “sforzo maggiore” nell’individuazione di “indicatori più significativi e target più sfidanti”. Questo dunque il giudizio relativo alle tipologie più ricorrenti di indicatori individuati, ossia quelli riconducibili alla categoria dell’efficienza (effettuando rapporti tra le quantità di output prodotti rispetto agli input impiegati) e dell’efficacia (rapporto tra output prodotti rispetto alle quantità programmate). Confermate invece le difficoltà nell’individuazione di indicatori di outcome (impatto), a causa della “complessità del contesto in cui il Ministero si trova ad operare”. A causa di ciò, non è stato possibile compilare una tavola relativa all’analisi dell’impatto che l’azione pubblica ha avuto suil’economia e sulla società, attraverso l’individuazione delle variabili socio-economiche che sono influenzate dalle varie priorità politiche.

A questi fini, si suggerisce nella relazione, “potrebbe essere utile per il futuro avvalersi delle risultanze delle attività realizzate dall’amministraziione nell’ambito del Nucleo di analisi e valutazione delia spesa, in collaborazione con la Ragioneria generale dello Stato. In quella sede, infatti, per i diversi programmi di spesa sono stati individuali indicatori dì risultato e di contesto che potrebbero fornire informazioni utili per una rendicontazione più trasparente sugli esiti delle politiche attuate e delle risorse impiegate”.
 
Nel documento si spiega infine che, in assenza di un forte impegno da parte degli organi dì vertice, "avendo il mancato raggiungimento dei risultati previsti conseguenze sulla valutazione individuale del personale ai diversi livelli, risulta poco conveniente individuare indicatori significativi e realmente sfidanti, che consentirebbero un’effettiva misurazione degli impatti dell’azione amministrativa sul contesto socio-economico di riferimento”.

30 luglio 2015
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