Appropriatezza prescrittiva. Romani (Idv): “No a mani legate per medici”
Per il senatore della commissione Sanità il rischio è quello di passare dalla medicina difensiva a quella ‘”amministrata” con un’eventuale penalizzazione economica a danno dei medici. “Se questa è la norma non andremo mai verso il 'prendersi cura' ma verso un trattamento meramente protocollare di una malattia e non del malato".
31 LUG - "Stiamo passando dalla medicina difensiva alla medicina 'amministrata' con un'eventuale penalizzazione economica dei medici. Questo modello può rappresentare una soluzione per una parziale riduzione dei costi legati ad uno scorretto uso di esami e di indagini strumentali, ma non può essere accettato in maniera passiva dai medici, che devono essere abituati a fare semeiotica clinica, visitando i pazienti. Ma, una volta eseguita la prassi, se decideranno di prescrivere ulteriori accertamenti o trattamenti riabilitativi, non dovranno avere le mani legate da una norma amministrativa". Lo afferma in una nota il vicepresidente della Commissione Sanità del Senato,
Maurizio Romani, dell'Idv.
"Se questa è la norma - ha osservato - non andremo mai verso il 'prendersi cura' ma verso un trattamento meramente protocollare di una malattia e non del malato". Secondo Romani, "è proprio nella direzione del 'prendersi cura' che deve andare anche il legislatore, quando giustamente cerca di ridurre gli sprechi, non dimenticandosi mai di quanto incide la corruzione in questo settore".
31 luglio 2015
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