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Milillo (Fimmg) a De Filippo: “Buone le intenzioni. Ma non sarà una passeggiata”

di Giacomo Milillo

Principi condivisibili quelli espressi dal sottosegretario a ferragosto ma per il leader dei medici di famiglia l’autunno prossimo non sarà una stagione tranquilla. “La FIMMG sarà leale e collaborativa, pronta ai compromessi che una corretta concertazione comporta, ma vigile nella verifica della corrispondenza tra intenzioni ed atti concreti”

23 AGO - I principi più volte richiamati nelle dichiarazioni del Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, per la loro evidenza, non possono che essere condivisi, semmai ci stupisce che in tanti anni abbiano ispirato così raramente gli atti dei decisori in tema di sanità.
Ottime, quindi, le intenzioni dichiarate. Bene il rilancio dell’articolo 22 del Patto per la salute.
 
Certamente il Sottosegretario è ben consapevole delle difficoltà che simili obiettivi comportano: categorie professionali in contrasto fra loro grazie a contratti che non prevedono obiettivi sinergici, ma al contrario spesso concorrenti; anni di imposizioni legislative subite bypassando ogni tipo di concertazione; ridimensionamento del numero dei medici nelle piante organiche attraverso blocchi del turnover e perversa incentivazione del precariato; modelli organizzativi che appaiono, nella migliore delle ipotesi, come sostitutivi dell’autonomia propria di una professione intellettuale come quella medica; scarico sistematico di operazioni burocratico-amministrative spettanti all’amministrazione statale o ai cittadini sui professionisti, senza neppure la possibilità di concordare le modalità indispensabili a recare il minimo disturbo possibile all’attività professionale propriamente detta.
 
I medici, e presumo anche gli altri professionisti della sanità,  hanno accumulato malessere e reattività difficili da contenere e ricondurre ad un clima di concertazione per la soluzione dei problemi.
 
L’autunno prossimo non sarà una stagione tranquilla, perché il mondo medico, in fase di massimo compattamento, sta maturando la determinazione per reagire e rivolgersi direttamente ai cittadini per informarli, se ne avessero bisogno, di quale scempio le Regioni, forti dell’attuale contenuto del titolo V della Costituzione che le pone come interlocutori inafferrabili ed inaffidabili non solo nei confronti delle OOSS, ma anche del Governo stesso, hanno fatto del SSN. La storia recente ne è testimonianza.
 
Non è di secondaria importanza la condivisione dei profili del confronto, perché le Organizzazioni sindacali sono stanche di consultazioni assembleari in cui non è possibile il necessario approfondimento dei temi da affrontare e che finiscono per rimandare l’individuazione delle soluzioni ai tavoli di intesa fra il Governo e le Regioni, svuotando, o proprio ignorando, le argomentazioni portate dalle OOSS stesse, quando non servono ad impantanare ogni atto operativo.
 
Non basteranno certo le risorse, comunque scarse, che potranno essere messe a disposizione delle contrattazioni per effetto della sentenza della Corte Costituzionale, a coprire i problemi strutturali che i professionisti del SSN ritengono debbano essere risolti per evitare che qualsiasi buona intenzione o sacrificio sia vanificato.
 
Il SSN soffre, fra l’altro, di due gravissimi handicapche ne ostacolano il progresso e la sostenibilità più di ogni altro fattore. Se non si rimuovono quelli, o almeno si ridimensionano, non c’è buona volontà dei professionisti della sanità che possa sortire risultati innovativi e duraturi.
 
I due handicap strutturali che devono essere posti all’attenzione del Governo tutto e del Parlamento, e che si deve avere il coraggio di porre con forza e chiarezza sul tavolo della discussione politica sono l’eccessiva autoreferenzialità dell’Università, almeno nel campo della formazione medica e sanitaria in genere, e l’attuale formulazione del Titolo V della Costituzione.
 
Da medici abbiamo studiato e verificato sul campo che le malattie non guariscono con trattamenti sintomatici, ma solo quando si riesce ad individuarne e dominarne le cause. Non c’è più tempo per gli impacchi caldi, gli ascessi del SSN devono essere incisi.
 
Vedo quindi un percorso in salita per il Ministero e per il Sottosegretrario, nella cui persona ho maturato sul campo un sentimento di fiducia e di apprezzamento per la determinazione, la concretezza del suo operare e la perseveranza nel perseguire gli obiettivi cui si è impegnato.
 
La FIMMG sarà leale e collaborativa, pronta ai compromessi che una corretta concertazione comporta, ma vigile nella verifica della corrispondenza tra intenzioni ed atti concreti, oltre che ovviamente coerente con i contributi che, indifferente alle critiche strumentali, ha prodotto fino ad ora sempre ispirandosi all’interesse collettivo.
 
Giacomo Milillo
Segretario generale nazionale Fimmg

23 agosto 2015
© Riproduzione riservata

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