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Decreto appropriatezza. Sumai: “Non ci convince e ribadiamo no alle sanzioni. Prosegue mobilitazione con Fnomceo"


Lo ha sottolineato il segretario nazionale degli specialisti ambulatoriali, Roberto Lala. “A una prima lettura il decreto non ci convince. A partire dal sistema delle sanzioni che spaventa il medico e rischia di farlo lavorare male e poco serenamente”. 

23 SET - Stop a politiche sanitarie che ricadono sui medici e sui cittadini. E purtroppo ci duole constatare che anche il Decreto sull’appropriatezza prescrittiva va in questa direzione rischiando di minare, con il suo sistema sanzionatorio, ancora di più il rapporto tra medico e il paziente. Per questo, e ancora con più forza rilanciamo la mobilitazione generale indetta dalla Fnomceo”. È quanto sottolinea il segretario nazionale degli specialisti ambulatoriali del Sumai-Assoprof Roberto Lala commentando il Dm sull’appropriatezza prescrittiva all’indomani dell’incontro al Ministero della Salute.

“Nell’ultima settimana – ricorda Lala - abbiamo lanciato sotto l’egida della Fnomceo una mobilitazione generale dei camici bianchi per protestare e sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stato critico in cui versa il Ssn dopo anni di provvedimenti e misure che hanno più badato alle esigenze economiche che a quelle di cura”.

“Tagli lineari, contratti bloccati, un regionalismo sanitario che ha fallito nel compito di rendere omogenee le cure in tutta la Penisola, il bubbone delle cause contro i medici, il comma 566, la crisi della formazione – precisa Lala – sono solo alcuni degli aspetti specifici che abbiamo segnalato nella nota Fnomceo condivisa con i sindacati, e per cui siamo pronti a mobilitarci. Anche perché, tutti insieme, questi tasselli stanno producendo, al di là delle parole, quel depauperamento della sanità pubblica italiana che come medici vogliamo assolutamente scongiurare”.

“Purtroppo, ad una prima lettura – specifica Lala – anche il Dm sull’appropriatezza non ci convince. A partire dal sistema delle sanzioni che spaventa il medico e rischia di farlo lavorare male e poco serenamente. I medici non contestano l’appropriatezza, anzi, cercano di perseguirla quotidianamente. Il punto è che agire per decreto (in tempi strettissimi) su una materia così complessa e delicata ci pare un errore. Serve un coinvolgimento più ampio della categoria”.

23 settembre 2015
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