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Stabilità. Mandelli (FI): “Renzi parla di aumento di risorse per la sanità. Ma in realtà ci saranno 4,4 miliardi in meno del previsto”


Intervista al capogruppo di Forza Italia in Commissione Bilancio. “Solo un anno fa con la precedente legge di stabilità per la sanità 2016 erano stanziati 115,4 miliardi. Ora solo 111. Ma di quale aumento stiamo parlando?”, Costi standard ok, “ma aspettiamo di vedere come si pensa effettivamente di attuarli in sanità”

16 OTT - Senatore Mandelli, che idea si è fatto sin qui di questa legge di stabilità per la parte riguardante la sanità?
Fin qui ne sappiamo veramente poco. Un comunicato stampa giunto nella serata di ieri, dove tra l’altro di sanità non si parla, una serie di slide enfatiche e l’annuncio di Renzi che in sanità non si tagliano le risorse ma anzi si aumentano, dimenticando (si fa per dire!) che solo un anno fa con la sua precedente legge di stabilità per la sanità 2016 erano stanziati 115,4 miliardi. Oggi lui parla trionfante di 111 miliardi per le Asl e gli ospedali, quindi più di 4 in meno rispetto agli impegni di un anno fa. Altro che aumento! Confesso che è quasi imbarazzante. Lo ribadisco: Renzi sta facendo il gioco delle tre carte, ma sulla pelle dei malati e di chi lavora in sanità.
 
Però il ministro Lorenzin con un twitter si è detta soddisfatta degli 800 milioni per i nuovi Lea e il nomenclatore protesi attesi ambedue da anni.
Intanto non è chiaro se questi 800 milioni siano dentro i 111 annunciati da Renzi. Se così fosse, e temo sia così, penso che Lorenzin abbia poco di cui rallegrarsi. Non solo le risorse per il sistema sanitario nel suo complesso avranno solo 1 miliardo in più rispetto a quest’anno, contro i 5,4 promessi, ma praticamente tutto l’aumento del fondo se ne andrà per i nuovi Lea e il nomenclatore. Vale a dire che, a bocce ferme, il Ssn non avrà praticamente un euro in più da spendere rispetto a quest’anno. E sappiamo quanto il sistema sia già in difficoltà. E tutto questo senza contare l’aumento del fabbisogno dovuto semplicemente a fattori demografici - si invecchia tutti gli anni - ed epidemioliogici. Infine, si dovranno rinnovare anche contratti e convenzioni per medici e operatori del Ssn. E questi soldi da dove li prendiamo? Se anche gli oneri dei rinnovi dovessero cadere sulle risorse della sanità, per la sanità italiana sarebbe veramente la fine. Altro che rilancio, come promesso da Renzi e Lorenzin.
 
Ma il premier ha detto che arriveranno i costi standard, richiesti a gran voce anche da voi e dalla Lega.
L’annuncio l’abbiamo ascoltato. Ma il dettaglio di come si tradurrà in pratica nella sanità non c’è. Se si farà sul serio non c’è dubbio che i benefici arriveranno, dando la possibilità a tutte le regioni di allinearsi sui costi e i prezzi delle regioni più virtuose e capaci di coniugare efficienza e qualità. E questo è indubbio che darà luogo a risparmi veri, da riutilizzare per far andare meglio le cose. Ma, lo devo ripetere, al momento abbiamo solo un annuncio e dato che non è così facile applicare realmente i costi standard alla sanità, aspettiamo a cantar vittoria.
 
C.F.

16 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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