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Linee guida radiologiche. Intersindacale medica contro Bonaccini: “Sorpresa e sconcerto per sua richiesta di ritiro”


I camici bianchi si scagliano contro la richiesta delle Regioni al Ministero. “Sconcerto non solo perché è in atto un procedimento legale ma anche perché rappresenta una indebita invasione di prerogative ad oggi riconosciute alla comunità scientifica, di cui le Regioni non fanno ancora parte”. E ancora: “Ennesima conferma dello Stato di confusione in cui versa il Ssn”.

04 FEB - Dura reazione dell’Intersindacale dei camici bianchi (Anaao Assomed - Cimo - Aaroi-Emac - Fvm – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) – Cisl Medici – Fesmed – Anpo-Ascoti-Fials Medici – Smi - Fimmg – Sumai – Andi) alla richiesta del presidente delle Regioni Stefano Bonaccini, al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin di ritirare le linee guida radiologiche.
 
“Desta sconcerto – si legge in una nota - , ma non molta sorpresa, la lettera del Presidente della Regione Emilia Romagna che chiede al Ministro della Salute il ritiro delle “linee guida per le procedure inerenti le pratiche radiologiche clinicamente sperimentate”. Sconcerto non solo perché è in atto un procedimento legale, in cui la regione Veneto ha chiesto di unirsi ai Collegi dei TSRM (Tecnici Sanitari di Radiologia Medica) contravvenendo al suo ruolo istituzionale di terzietà su questioni professionali, ma anche perché rappresenta una indebita invasione di prerogative ad oggi riconosciute alla comunità scientifica, di cui le Regioni non fanno ancora parte, e proprie della autonomia responsabile dei professionisti”.
 
Per i medici “le affermazioni del Presidente Bonaccini, a nome anche della Conferenza delle Regioni di cui è Presidente, sono non solo in disprezzo delle leggi vigenti, nazionali ed europee, di cui le linee guida sono pedissequa applicazione, ma anche in contraddizione palese delle regole che le stesse regioni si sono date. In prima linea l'Emilia Romagna, le cui normative attuali sono tali e quali alle linee guida, anche per l’uso della teleradiologia, per la assenza di rigidità organizzative o di limitazioni del ruolo delle professioni”.
 
“Siamo di fronte all’ennesima conferma dello Stato di confusione in cui versa il SSN – rimarcano i sindacati - . L'ennesimo attacco ai medici a sostegno di una politica di task shifting, di cui la Regione Emilia Romagna intende assumere la guida, come molti segnali indicano”.
 
“A fronte di Regioni che avocano a sé la stesura di linee guida per le attività professionali – conclude la nota - , di altre che inventano Facoltà di Medicina al di fuori, e contro, ogni logica programmatoria, di altre ancora che si credono Stato e si attribuiscono il potere di modificare direttive europee, emerge l’assenza di un progetto di governance nazionale della sanità che i medici, nell’interesse della salute dei cittadini, da tempo stanno chiedendo a gran voce, a cui il Governo si sottrae. Per intanto, i Medici, a partire dai Radiologi, hanno un motivo in più per lo Sciopero nazionale del 17 e 18 Marzo”.

04 febbraio 2016
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