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Adozioni gay. Critiche dei pediatri alle affermazioni del collega Corsello della Sip. “Non parla in nome della categoria”


Il presidente Fimp Chiamenti e il presidente di Paidoss e SIMPe Mele prendono le distanze dalle dichiarazioni del presidente della Società italiana di pediatria Giovanni Corsello, nell'ambito del dibattito sul Ddl Cirinnà, secondo cui avere genitori dello stesso può avere ricadute negative sullo sviluppo dei bambini.

04 FEB - Polemiche all’interno della categoria dei pediatri dopo le dichiarazioni del presidente della Società italiana di pediatria Giovanni Corsello sul Ddl Cirinnà: “Non è infatti scontato che avere due genitori dello stesso sesso non abbia ricadute negative sui processi di sviluppo psichico e relazionale nell’età evolutiva”.
 
Il primo a scagliarsi è il presidente della Fimp Giampietro Chiamenti che evidenzia come “nel contesto attuale della discussione politica e sociale sul tema delle adozioni dei bambini in contesti famigliari "non tradizionali", mai mi permetterei di parlare in nome e per conto dei Pediatri Italiani dovendo evitare il rischio di smentite, contrapposizioni e strumentalizzazioni che possono riflettere posizioni personali di tipo etico, religioso e politico. A schierarmi in una qualsivoglia direzione su questo tema, complesso e condizionabile dalle implicazioni  citate sopra, non potrebbe sorreggermi neppure una letteratura scientifica scarna e non consolidata da verifiche di lungo periodo. Un tema che volendolo affrontare scientificamente dovrebbe essere studiato con molto rigore metodologico e per un periodo osservazionale abbastanza lungo da permettere conclusioni obiettivamente sostenibili. Al contrario posso sottoscrivere quelle affermazioni, condivise e riconosciute da tutti gli esperti in pediatria, neuropsichiatria e psicologia dell'età evolutiva, che riconoscono ai bambini il diritto e l'esigenza  di crescere in un contesto di grande affetto e rispetto a loro dovuto dalla nascita fino all'età adulta, senza distinzione di sesso, etnia e residenza”
 
Critiche anche dal presidente di Paidoss e SIMPe, Giuseppe Mele: “Ritengo che le recenti dichiarazioni del collega Giovanni Corsello, presidente della Società Italiana di Pediatria, a proposito del Decreto di legge Cirinnà - che andrebbe a regolare attraverso il meccanismo della cosiddetta “stepchild adoption” la situazione di fatto di molte coppie omosessuali con figli - non vadano nella direzione che i pediatri si auspicano e che è quella di potersi prendere cura dei loro pazienti a prescindere da quella che è la cultura, l’orientamento, le convinzioni della famiglia di origine”.

“Se, da un lato, concordo totalmente con il collega Giovanni Corsello circa il fatto che il minore ha come prima necessità quella di vivere in un ambiente affettivamente sereno, penso per contro che parlare in termini critici a nome della totalità dei pediatri italiani sia una decisa forzatura. Non esiste alcuna consensus conference da parte delle tante anime della pediatria italiana, nel merito.
E la stessa letteratura scientifica non è univocamente schierata a nome dell’una o dell’altra opinione. Entriamo quindi nel campo dei convincimenti personali, che sono ovviamente insindacabili, ma che non rappresentano in alcun modo l’orientamento dell’intera categoria”.

Secondo Giuseppe Mele esiste anche un problema di strumentalizzazione delle dichiarazioni del dottor Corsello: “I titoli che ho potuto leggere suonano come aperta condanna, mentre la posizione dei virgolettati è più sfumata. Si tratta di un gioco mediatico che conosciamo bene e che, come rappresentanti di categoria, dovremmo imparare a governare nelle sue possibili conseguenze. Le Società scientifiche di cui facciamo parte devono restare al di fuori dell’agone politico, se non sono in grado di presentare dati incontrovertibili in grado di affermare al di fuori di ogni zona d’ombra, verità scientifiche acclarate. Ogni altra interpretazione rischia di esser strumentalizzata e di alienarci le simpatie di quelle stesse famiglie che, invece, abbiamo il dovere deontologico di aiutare, assistere e servire”.
 

04 febbraio 2016
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