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Lorenzin e il miliardo e mezzo in più. Troise (Anaao): “Attenzione. Non sarebbe la prima profezia avventurosa. Non è mai stata fortunata con gli annunci”

di Luciano Fassari

“Già con il Patto per la Salute sbagliò e poi quando si trattava di parlare del Fondo del 2016 sappiamo tutti com’è andata a finire. Speriamo almeno che stavolta abbia ragione”. Il segretario del sindacato della dirigenza medica scettico sull’annuncio del Ministro di 1,5 mld in più per la sanità. “Ammesso e non concesso che il ‘tesoretto’ ci sia, è nelle disponibilità dell’Economia, non della Salute”.

10 FEB - “Non è fortunata” e già ha fatto “previsioni avventurose” in passato. Lo scetticismo del segretario dell’Anaao-Assomed, Costantino Troise rispetto all’annuncio del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin fatto ieri in Tv su nuove risorse (1,5 mld in più per il 2017), è palpabile. “E poi, ammesso e non concesso che ci sia la disponibilità di questo ‘tesoretto’ le risorse non sono nella disponibilità del Ministro della Salute, ma del Ministro dell’Economia. Staremo a vedere”.
 
Troise non ha poi tralasciato di toccare il tema della “privatizzazione strisciante” lanciato dall’ex segretario PD Pier Luigi Bersani: “Ho visto che sul vostro sito le sue dichiarazioni hanno avuto molte condivisioni sui social. Lo stesso non si può dire per le piccate risposte dei suoi ‘compagni’ di partito...”, ha voluto sottolineare il segretario dell'Anaao.
 
Segretario, il Ministro Lorenzin ha annunciato in Tv che per l’anno prossimo ci sarà un miliardo e mezzo in più per la Sanità. Un ‘tesoretto’ insomma. Una buona notizia.
Il Ministro non è fortunata con gli annunci del finanziamento. 
 
Cioè, mi vuol dire che ‘non c’azzecca’, come si dice a Roma?
Già con il Patto per la Salute fece una profezia avventurosa quando aveva garantito un finanziamento certo e in un incremento per tre anni delle risorse. Poi quando si trattava di parlare del Fondo del 2016 si era detta sicura che si sarebbe fermato a 113 miliardi, poi ha detto che non sarebbe sceso sotto i 112 miliardi e infine sappiamo tutti com’è andata finire (111 mld ndr.)
 
Ha ragione, però resta il fatto di un annuncio importante non crede?
Prima di tutto, ammesso e non concesso che ci sia la disponibilità di questo ‘tesoretto’ le risorse non sono nella disponibilità del Ministro della Salute, ma del Ministro dell’Economia. Certo, è poi evidente che mi auguro che questa volta il Ministro abbia ragione, che abbia visto giusto e che soprattutto che sia capace di evitare come in altre occasioni che con le risorse della sanità pubblica si finanzino altre questioni e problematiche. Staremo a vedere anche perché la sanità pubblica ha bisogno di risorse. In tre anni la spesa sanitaria pro capite è scesa del 9% e siamo ormai agli ultimi posti nella Ue sul finanziamento rispetto al Pil. Meglio di noi pure la Grecia.
 
Da questo punto di vista mi sembra di capire che l’annuncio non scalfisce la vostra protesta che va avanti.
Servono più risorse, ma queste si possono utilizzare meglio e questa è la sfida di medici, governo e cittadini. Da parte nostra non vogliamo sottrarci a questo confronto che richiede cambiamenti di modelli organizzativi, di forme di retribuzione e di tipologia e contenuti di lavoro.
Ma prima di tutto bisogna esplicitare il modello.
 
Rischio sistema privato?
A me ha colpito il fatto che le dichiarazioni Bersani sulla privatizzazione strisciante della sanità pubblica hanno avuto molte condivisioni su Qs (3,2 mila) mentre le risposte un po’ piccate dei suoi compagni di partito sono cadute nel dimenticatoio. Ecco forse è il caso che su questo tema si faccia un confronto reale, partendo da dati certi.
 
E sul contratto che ci dice?
Che vuole che le dica: stiamo ancora aspettando che suoni la campanella. È tutto bloccato da 7 anni.
 
I prossimi appuntamenti della protesta?
Come le dicevo, credo che ormai gli annunci per quanto apprezzabili rimangano nel campo delle parole. Credo che a questo punto occorra mettere in campo dei fatti. Noi faremo i nostri. Usciremo con un manifesto con analisi e proposte concrete con l’intenzione di collaborare. Sarebbe il caso che qualcuno le raccogliesse per confrontarle con le proprie. Lo dobbiamo a tutti per salvare la nostra sanità pubblica che ci è stata tramandato e consegnarla, possibilmente migliorata, alle future generazioni. In piazza il 20 febbraio a Napoli e poi sciopero il 17 e il 18 marzo.
 
Luciano Fassari

10 febbraio 2016
© Riproduzione riservata

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