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Ddl concorrenza. Approvato emendamento su direttore sanitario per società odontoiatriche. Andi: “Si poteva fare di più su società di capitali”


In base all’emendamento approvato il direttore sanitario dovrà operare in una sola struttura sanitaria. Per i poliambulatori dove si praticano varie specialità mediche, odontoiatria compresa, se il direttore sanitario non è iscritto anche all’Albo degli odontoiatri dovrà essere nominato un responsabile dei servizi odontoiatrici. Il presidente nazionale Andi, Gianfranco Prada: "Ci batteremo ancora alla Camera e raccoglieremo le firme contro la Legge Bersani".

09 GIU - La commissione Industria del Senato ha ripreso la discussione del ddL concorrenza e nella seduta di ieri ha completato la discussione sugli emendamenti riguardanti l'odontoiatria, proposti da Andi per tutelare i cittadini e sanare le disparità tra libera professione e società di capitale in tema di concorrenza.
 
I senatori della Xi commissione hanno accolto la richiesta di regolamentare, con una norma unica e valida su tutto il territorio italiano, la direzione sanitaria delle strutture odontoiatriche; oggi le regole sono differenti da Regione e Regione. Secondo l’emendamento approvato, l'esercizio dell’attività odontoiatrica è consentito solo ai soggetti che sono in possesso dei titoli abilitanti previsti dalla normativa che ha istituito la professione, o "da società operanti nel settore odontoiatrico in cui il direttore sanitario sia iscritto all'albo degli odontoiatri".
 
Il direttore sanitario dovrà operare in una sola struttura sanitaria. Per i poliambulatori dove si praticano varie specialità mediche, odontoiatria compresa, se il direttore sanitario non è iscritto anche all’Albo degli odontoiatri dovrà essere nominato un responsabile dei servizi odontoiatrici. Il mancato rispetto di questi obblighi comporta la sospensione delle attività della struttura, secondo le modalità che saranno definite da un decreto del ministero della Salute "da emanarsi entro 90 giorni dall'entrata in vigore della norma".
 
"Nonostante le nostre costanti pressioni sia sui Senatori della Commissione Industria che sui Ministri interessati, dopo un incontro tra il nuovo Ministro dello Sviluppo Economico Calenda ed i relatori del provvedimento, sono invece stati ritirati gli emendamenti che inasprivano le pene per chi esercita abusivamente una professione sanitaria, testi considerati superati con l’approvazione da parte del Senato del DdL Lorenzin, e quelli che imponevano una percentuale di iscritti all’albo degli odontoiatri nei CdA delle società di capitale che operano in ambito odontoiatrico", commenta il presidente nazionale Andi, Gianfranco Prada.
 
"Sebbene l'emendamento sui direttori sanitari fosse tra quelli indicati da Andi durante l'audizione alla Commissione Industria del 18 novembre 2015, non siamo ovviamente soddisfatti del risultato ottenuto, nonostante l'immenso lavoro svolto, anche se resta il nostro merito di essere riusciti a portare in Parlamento i problemi legati all’ingresso del 'capitale' nella gestione dell'odontoiatria - spiega ancora Prada -. Rimane poi il rammarico per non essere riusciti a convincere la politica sulla necessità di equiparare le regole che garantiscono i pazienti che si rivolgono ad un dentista libero professionista rispetto a quelli che si rivolgono agli studi gestiti da società di capitale, sulle quali nutriamo seri dubbi in merito alla legittimità”.
 
!Restiamo inoltre perplessi rispetto alla soddisfazione manifestata da Aio, che anzi ha fornito una via d'uscita ai politici, allontanando l'obiettivo fondamentale auspicato da tutta la libera professione. La nostra battaglia ora prosegue in aula sia al Senato che alla Camera, dove tenteremo di fare presentare un nuovo emendamento che riprenda i nostri principi!, conclude il presidente Andi.
 
Intanto l'Associazione nazionale dentisti italiani sta cominciando a studiare il percorso organizzativo per la raccolta di firme per predisporre un disegno di legge di iniziativa popolare che permetta di abrogare le norme dettate dalla Legge Bersani in tema di pubblicità sanitaria.

09 giugno 2016
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