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Lorenzin al question time: “Ferma volontà di mantenere fondo sanitario sostenibile”. E poi su farmaci innovativi: “In Stabilità proporrò conferma fondo”


Il Ministro della Salute alla Camera risponde a due interrogazioni su farmaci innovativi e sostenibilità precaria del Ssn e ribadisce le misure messe in campo dal Governo. “Aumento progressivo del fondo non adeguato rispetto alle previsioni, ma l'aumento c’è stato”.

22 GIU - “C’è una ferma intenzione, da parte mia, come Ministro della salute, di mantenere il fondo sostenibile”. Così il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin durante il question time di oggi alla Camera rispondendo ad un’interrogazione di Sinistra Italiana in merito alla crisi del Ssn. “È mia opinione – ha detto Lorenzin - che la previsione fatta in legge di stabilità debba essere mantenuta e, come ho più volte detto, secondo me l'utilizzazione di queste risorse ha oggi due priorità: farmaci innovativi e personale”.

Risposta poi anche ad un’interrogazione di AP sui farmaci innovativi. Il Ministro ha ribadito che proporrà “la conferma nella prossima legge di stabilità del Fondo per i farmaci innovativi prevedendone, ove siano possibili, le opportune coperture finanziarie e l'esenzione anche ai medicinali oncologici”.
E poi sulla governance ha specificato come l’obiettivo è “poter verificare esattamente che cos’è l'innovazione e quando è innovazione e garantire su questo anche nuovi modelli di pagamento e di remunerazione”. E “per fare questo noi stiamo immaginando nuovi modelli organizzativi; stiamo immaginando anche un sistema che si basa sui registri. Sui registri noi siamo tra i Paesi più avanzati in Europa”.
 
Qui di seguito i resoconti delle due interrogazioni:

Iniziative volte a garantire un equo, uniforme e immediato accesso alle terapie innovative – n. 3-02330

RAFFAELE CALABRÒ. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, lei sa bene come nella legge di stabilità del 2014 grazie al suo intervento sono stati messi a disposizione 500 milioni di euro per il 2015 e 500 per il 2016 per farmaci innovativi per l'epatite C. Credo che di questo la ringrazi tutto il Paese perché credo che sia una grande lotta quella di sradicare l'epatite C. Come recentemente ha anche affermato, bisogna puntare sui farmaci innovativi rinnovando il fondo, ben sapendo come l'AIFA ha determinato da poco ben 25 nuovi farmaci che entreranno probabilmente in tempi brevi nell'uso corrente e quindi bisogna preoccuparsi su come andare incontro a questo, soprattutto perché sono farmaci oncologici. Un'ultima aggiunta: la stabilità 2015 prevede che ci siano una serie di criteri che vengano rappresentati dal Ministero su chi sono i pazienti che ne devono fare uso, quale sarà la modalità di pagamento e quant'altro. La richiesta è di comprendere quanto prima e in tempi rapidi quale può essere la soluzione per tutto questo.

BEATRICE LORENZIN, Ministra della salute. Grazie. Ringrazio l'onorevole Calabrò per aver voluto richiamare l'attenzione su un tema che è non soltanto di fondamentale importanza, ma anche di stretta attualità in tutta Europa ed è quello proprio di come rendere sostenibile l'introduzione e l'accesso ai nostri cittadini, in Italia e nel resto del continente, di farmaci che hanno un altissimo tasso di innovazione e una grande capacità terapeutica, ma che sono molto costosi.

A tal proposito va ricordato che il servizio sanitario italiano è l'unico sistema al mondo veramente universalistico. Si fa carico dei tre quarti della spesa globale per l'acquisto di medicinali, garantendo ai suoi cittadini un ventaglio di trattamenti che vanno dai farmaci equivalenti a basso costo a quelli altamente innovativi quali sono, per esempio, gli anticorpi monoclonali o le terapie geniche. Un livello di prestazioni che solo un sistema interamente pubblico come quello italiano è in grado di assicurare riuscendo laddove altri Paesi, in cui l'assistenza sanitaria è affidata a sistemi privati o misti, hanno fallito o sono destinati a fallire, dato l'impatto di queste nuove terapie.

Tale livello di prestazioni e in particolare l'accesso alle terapie innovative deve essere garantito anche per i prossimi anni ed è questa la mia ferma intenzione: proporre la conferma nella prossima legge di stabilità del Fondo per i farmaci innovativi prevedendone, ove siano possibili, le opportune coperture finanziarie e l'esenzione anche ai medicinali oncologici. È tuttavia evidente che l'aumento esponenziale della spesa farmaceutica, che è dovuta non solo all'introduzione di farmaci innovativi, ma anche all'invecchiamento progressivo della popolazione e, quindi, a un inevitabile aumento della cronicità e ad un aumento anche della spesa farmaceutica, richiede una rivisitazione della governance del settore del farmaco. Di questo tema si sta occupando ormai da alcuni mesi un apposito tavolo costituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e che vede la partecipazione di tutti gli interlocutori istituzionali: il Ministero della salute, il Ministero dell'economia e delle finanze, l'Agenzia italiana del farmaco e le regioni. Nello stesso tempo occorre che nel medio e lungo periodo la gestione dei farmaci innovativi abbandoni i caratteri dell'emergenza e assuma una cornice strutturata che attraverso un nuovo rapporto con il mondo dell'industria farmaceutica trasformi il modo stesso di pensare ai farmaci innovativi non più come una mera spesa, bensì come a un investimento in termini di ricerca e innovazione per la salute dei nostri cittadini.
Per fare questo noi stiamo immaginando nuovi modelli organizzativi; stiamo immaginando anche un sistema che si basa sui registri. Sui registri noi siamo tra i Paesi più avanzati in Europa. Poter verificare esattamente che cos’è l'innovazione e quando è innovazione e garantire su questo anche nuovi modelli di pagamento e di remunerazione. Ovviamente è una sfida che noi non solo pensiamo di vincere, ma che stiamo costruendo passo per passo e che ha già visto su questo terreno confrontarsi e confrontarci su tutte le tematiche aperte. Ma l'unico obiettivo è quello di continuare a garantire nel prossimo futuro l'accesso a questi nuovi farmaci ad alta valenza terapeutica ai nostri cittadini, primo tra tutti quello dell'epatite C, con l'intenzione ferma di eradicare la malattia nei prossimi anni.

RAFFAELE CALABRÒ. Signor Ministro, è con soddisfazione che sentiamo che verrà confermato il fondo per i farmaci innovativi nella prossima legge di stabilità. Mi preoccupa un minimo la frase che dice: «ove possibile, anche farmaci oncologici». Io credo che dobbiamo andare oltre. Sappiamo bene come molti farmaci oncologici fino ad oggi sono stati utilizzati per uso compassionevole. Oggi non possono essere più utilizzati per uso compassionevole e troviamo molti pazienti che, ad oggi, li hanno utilizzati, ma devono smettere la loro terapia perché non sono più in grado di mantenere questa terapia. È importantissimo, se si riesce a fare in tempi molto brevi, quello che lei prevede, cioè il nuovo sistema di governo della spesa farmaceutica: un nuovo rapporto con l'industria farmaceutica che possa guardare ai registi, ma anche a forme diverse di pagamento, a partire dal payment by results o quant'altro possa essere immaginato, e che sia un rapporto diverso tra industria e farmaco. Questo, signor Ministro, è urgente e credo che abbiamo bisogno che i criteri che, al tavolo tecnico che è stato impostato, il Ministero deve tirar fuori vengano quanto prima alla luce, non solo per gli oncologi, ma anche per le ipercolesterolemie e quant'altro.

Iniziative volte a garantire pienamente il diritto alla salute dei cittadini, anche dotando il Servizio sanitario nazionale di risorse congrue – n. 3-02331

MONICA GREGORI. Grazie, Presidente. Signora Ministra, la crisi economica non è finita. Il peso dei costi che le famiglie devono sostenere nella sanità per le cure e per la prevenzione diventano sempre più gravosi Dal rapporto del Censis emerge che oggi sono 11 milioni le persone che non accedono alle cure. Non accedono perché ci sono lunghe liste d'attesa oppure perché il privato ha dei costi troppo elevati. Dinanzi a questo, lei fece una dichiarazione, dicendo che si doveva difendere l'aumento previsto dal Fondo sanitario per il 2017-2018. Disse anche: «Deve essere chiaro a tutti che non si possono fare le nozze con i fichi secchi». I Governi, sino ad oggi, non hanno difeso il diritto alla salute; hanno sostanzialmente messo dinanzi bilanci e conti economici, togliendo il diritto alla salute. La legge di stabilità ha tagliato di 5 miliardi il patto firmato con le regioni. Vorremmo capire se questo Governo vuole farla finita di guardare ai bilanci e di guardare alle questioni economica e garantire il diritto alla salute, quindi stanziare dei fondi veri e propri per garantire le cure a tutte le persone e, quindi, ripartire, intanto, dal Patto della salute 2014-2016.

BEATRICE LORENZIN, Ministra della salute. Ringrazio gli interroganti per questa la questione, sulla quale, però, per rispondere in modo completo ci vorrebbero non tre minuti, ma probabilmente trenta. Cercherò di riassumere in modo sintetico quella che è l'intenzione del Governo. Innanzitutto, non ci sono stati più tagli lineari dal 2013 a oggi. Io ricordo che quando sono stata nominata Ministro erano previsti 2 miliardi di decurtazione dal fondo sui ticket, cosa rispetto alla quale ci siamo opposti. Da quel momento c’è stato un aumento progressivo del fondo non adeguato rispetto alle previsioni, ma l'aumento c’è stato, oltre al fatto della rinuncia delle regioni, nella scorsa legge di stabilità – non questa, ma quella precedente – dei 2 miliardi, che erano passati proprio dal CDM per altri motivi ed altre questioni, per cui poi siamo dovuti ricorrere all'intesa. 

Questo per dire che, in realtà, c’è una ferma intenzione, da parte mia, come Ministro della salute, di mantenere il fondo sostenibile. Per farlo bisogna procedere su due aspetti. 

Il primo è sicuramente quello di eliminare gli sprechi dal fondo sanitario, quindi rendere più uniformi le attività e le azioni di monitoraggio, di controllo e di erogazione dei servizi e dei LEA nelle regioni, motivo per il quale noi stiamo aspettando che vengano licenziati definitivamente i nuovi LEA e il nomenclatore, per cui noi abbiamo stanziato 800 milioni. Lo dico per chi ci segue da casa, i LEA sono le terapie innovative. Pensiamo a tutti i malati di malattie rare. Si tratta di servizi che oggi non vengono erogati in alcune parti d'Italia. Soprattutto, si tratta di applicare e monitorare l'applicazione delle norme che abbiamo qui attuato per quanto riguarda le centrali uniche d'acquisto il sistema di risparmio e di reinvestimento nei sistemi sanitari, le nuove governance, quindi i nuovi modelli di selezione dei direttori generali amministrativi sanitari, l'individuazione di responsabilità in modo molto chiaro e, soprattutto, una riorganizzazione del sistema, che era prevista dal Patto della salute e che oggi, a parte l'articolo 22, che spero di chiudere, sull'accesso la formazione nelle prossime settimane in Conferenza Stato regioni, abbiamo di fatto attuato, ma che oggi deve vivere tra i cittadini, soprattutto per risolvere anche il problema delle liste d'attesa, a cui si collegano alcune delle tematiche che sono state da lei sollevate. 
 
Per fare questo ci vuole sicuramente anche un fondo adeguato. È mia opinione che la previsione fatta in legge di stabilità debba essere mantenuta e, come ho più volte detto, secondo me l'utilizzazione di queste risorse ha oggi due priorità. Una è quella del finanziamento del fondo degli innovativi, di cui si è appena parlato, e, quindi, l'accesso ai nuovi farmaci per le persone, non solo per l'epatite C, ma anche gli oncologici ad alto tasso di innovazione. La seconda è cominciare a risolvere il tema del personale del sistema sanitario (stabilizzazione dei precari, blocco del turnover), per garantire i fabbisogni necessari a ripristinare, in alcuni territori, un normale funzionamento del sistema, così come abbiamo chiesto nella legge di stabilità, approvata qui a dicembre, e siamo in attesa dalle regioni dell'indicazione dei fabbisogni, per poter costruire insieme a loro e autorizzarle alle nuove assunzioni.

ARTURO SCOTTO. Signora Ministra, l'insoddisfazione della risposta è legata a un fatto: il rapporto con la realtà. Lei è venuta qui a fare un programma di lungo periodo, nel momento in cui, nel corso degli ultimi due anni, tutti gli annunci che avevate fatto non sono stati mantenuti. Basta guardare le risorse, che poi ci conducono esattamente a questo dato choc degli 11 milioni di cittadini italiani che non si curano più, dato in costante aumento. Lei aveva detto che nell'accordo 2014-2016 per il Patto per la salute ci sarebbero stati 115 miliardi. Nella legge di stabilità varata lo scorso anno ce n'erano 111: mancano 4 miliardi di euro all'appello. Questo in che cosa si traduce ? Liste d'attese interminabili, fondi insufficienti per l'epatite C, taglio dei posti letto, chiusura degli ospedali, in nome di una razionalizzazione che punisce i cittadini. Era previsto questo finanziamento e ed erano previsti – lei lo ha detto – lo sblocco del turnover e il rinnovo dei contratti. Si tratta di due questioni ancora lasciate in maniera marginale a un tempo che si consuma. 
 
Questo Governo fatica a capire che il problema della ripresa del Paese non è il pessimismo, non sono i gufi, non sono i rosiconi. State sommando a scelte scellerate sui diritti lavoro e pensioni il più gigantesco arretramento dei servizi pubblici della storia repubblicana. Il problema della ripresa ha un sostantivo e un aggettivo, lo dice oggi Romano Prodi: diseguaglianza sociale. La sanità è il primo servizio pubblico, insieme alla scuola, che serve a riequilibrare le diseguaglianze. Lo cominciano a capire in tutto il mondo, persino negli Stati Uniti d'America, voi lo avete dimenticato e lo avete cancellato.

22 giugno 2016
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