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Referendum. Gelli (Pd) lancia i 1000 comitati per un’Italia ‘in salute’. “Basta un sì per avere più equità nell'assistenza ai cittadini”


Il responsabile sanità del Pd presenterà questo pomeriggio alla Festa de l'Unità di Bologna la mobilitazione della sanità italiana in vista del prossimo referendum costituzionale. "Con la modifica del Titolo V si potrà ristabilire un primato statale nelle decisioni di politica sanitaria ponendo fine alle derive federaliste che hanno portato in questi anni all’esplosione della spesa e all’acuirsi di quel gap storico tra Nord e Sud del Paese".

07 SET - 1.000 comitati in tutta Italia per sostenere il Si al referendum costituzionale. Federico Gelli, deputato e responsabile sanità Pd, presenterà questo pomeriggio alla Festa de l'Unità di Bologna la mobilitazione della sanità italiana con la campagna "Basta un sì per un'Italia in salute" a favore della riforma costituzionale approvata dal Parlamento e in attesa di essere approvata definitivamente con il referendum.

"Molti pensano erroneamente che la riforma costituzionale non rappresenti una soluzione a 360 gradi dei problemi nei quali il nostro Paese versa ormai da decenni - spiega Gelli - invece votando sì al referendum gli italiani potranno non solo garantire all'Italia un sistema istituzionale moderno e finalmente in linea con le nazioni più avanzate del mondo, ma anche permettere di sciogliere i nodi che impediscono di sbloccare situazioni delicate come avviene in sanità".

"Con la modifica del Titolo V, verrebbe meno la cosiddetta legislazione concorrente tra Stato e Regioni. Si potrà ristabilire in questo modo un primato statale nelle decisioni di politica sanitaria, politica sociale e sicurezza alimentare ponendo fine alle derive federaliste che hanno portato in questi anni all’esplosione della spesa e all’acuirsi di quel gap storico tra Nord e Sud del Paese. Non ultimo, troverebbe così soluzione il problema legato al contenzioso tra Stato e Regioni”, prosegue il responsabile sanità dem.

“La sanità uscirà rafforzata sul piano delle garanzie di equità e uniformità dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) sul territorio nazionale. E questo proprio grazie al maggior ruolo che Governo e Parlamento saranno chiamati ad assumere nelle grandi decisioni di indirizzo e politica sanitaria ponendo fine, di fatto, al 'primato' delle Regioni che con la riforma del 2001 sono diventate le vere dominus della sanità. Non possiamo ancora tollerare che la garanzia di un diritto costituzionalmente garantito, come quello alla salute, sia così variabile a seconda del luogo di residenza", conclude Gelli.

07 settembre 2016
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