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Referendum. A Demo 2016 le ragioni del “Sì”. Gelli (Pd): “Il diritto alla salute non può variare in base alla residenza”


Così il responsabile sanità Pd, promotore dell'iniziativa "Mille comitati per un'Italia in salute", è intervenuto nel corso dell'iniziativa promossa da Alan Ferrari (Pd). "Il sistema sanitario trarrà straordinari vantaggi dalla riforma: potremmo garantire una maggiore equità ed uniformità dei livelli essenziali di assistenza (Lea)". 

01 OTT - All’iniziativa Demo, promossa da Alan Ferrari (Pd) e in corso presso la Cascina Darsena di Giussago (PV) si parla anche di referendum. In occasione di questo appuntamento, giunto alla seconda edizione, che vuole essere uno spazio di confronto tra cittadini, istituzioni, professionisti e aziende, suddiviso in tavoli tematici, tra i quali welfare, salute e innovazione, Federico Gelli, responsabile della Sanità del Pd, nel corso del proprio intervento, sostiene che “dopo quasi mezzo secolo di discussioni e tentativi abbiamo l'occasione di dare una svolta storica al nostro Paese. Votare “sì” al referendum costituzionale, oltre a garantire il superamento del bicameralismo perfetto che rappresenta il più grande ostacolo per l'attività legislativa, ci permetterà di modificare il Titolo V, facendo cadere la cosiddetta legislazione concorrente tra Stato e Regioni e restituire così il primato statale sulle decisioni di politica sanitaria. Si porrà fine alle derive federaliste che hanno portato in questi anni all’esplosione della spesa e all’acuirsi di quel gap storico tra Nord e Sud del Paese.
 
"Il sistema sanitario - prosegue - trarrà straordinari vantaggi dalla riforma: potremmo garantire una maggiore equità ed uniformità dei livelli essenziali di assistenza (Lea). Senza dimenticare che troveremo finalmente una soluzione al contenzioso, ormai insopportabile, tra Stato e Regioni: non è accettabile che la garanzia del diritto alla salute, costituzionalmente garantito, possa venir meno a seconda del luogo di residenza. E potremo far questo grazie al ruolo che Governo e Parlamento saranno chiamati ad assumere: maggior potere decisionale e di indirizzo, ponendo fine a quel primato sulla sanità conquistato dalle Regioni con la riforma di 15 anni fa".
 
"Non possiamo ancora tollerare che la garanzia del diritto alla salute, costituzionalmente garantito, possa venir meno a seconda del luogo di residenza”, conclude Gelli.  

01 ottobre 2016
© Riproduzione riservata

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