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Manovra. Salario accessorio, defiscalizzazione, welfare aziendale. Le proposte di modifica della dirigenza medica e sanitaria


In vista dell’incontro di domani con il Ministro della Salute e del sit-in a Montecitorio previsto per il 17 mattina e delle Assemblee di 4 ore in tutti i luoghi di lavoro il 21 novembre, i sindacati lanciano le proposte di cambiamento alla Legge di Bilancio. “Modifiche creano condizioni per un rinnovo del contratto che ne valorizzi le risorse umane. Aumento stimato di 80 euro lordi al mese non basta. Senza risposte non è escluso lo sciopero”. GLI EMENDAMENTI DELL’INTERSINDACALE - LA LOCANDINA

15 NOV - “Garantire l’estensione anche alla sanità dei benefici concessi a 24 milioni di lavoratori privati dalla defiscalizzazione della produttività; estendere al settore pubblico i benefici del welfare aziendale; attribuire al trattamento accessorio del personale dipendente il merito e il lavoro flessibile e disagiato, nonché l’incremento dei carichi di lavoro; evitare il congelamento al 2015 delle  risorse destinate al trattamento accessorio e determinare i fondi contrattuali, a decorrere dal 1 gennaio 2017, secondo le previsioni dell'ultimo contratto collettivo nazionale del 2009”.
 
Queste in sintesi le proposte di modifica alla Legge di Bilancio che propone l’Intersindacale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria del Ssn (Anaao Assomed – Cimo – Aaroi-Emac – Fp Cgil Medici E Dirigenti Ssn – Fvm – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) – Cisl Medici – Fesmed – Anpo-Ascoti-Fials Medici – Uil Fpl Medici) a Governo e Parlamento.
 
Il piano di proposte mira a creare “le condizioni per un rinnovo del CCNL che ne valorizzi le risorse umane”. E arriva alla vigilia dell’incontro previsto per domani con il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e prima della mobilitazione che prevede un sit in in Piazza Montecitorio il 17 novembre ed Assemblee di 4 ore in tutti i luoghi di lavoro il 21. “Senza escludere la possibilità, in caso di risposte assenti o insoddisfacenti, di uno Sciopero Nazionale di 24 ore entro la fine del mese”.
 
“I medici, veterinari e dirigenti sanitari dipendenti del SSN – si legge in una nota - subiscono, al pari del resto del pubblico impiego, un blocco contrattuale da 7 anni che, però, solo per loro, si è accompagnato ad un taglio pesantissimo delle risorse accessorie, che servono a valorizzare il merito professionale e retribuire il disagio di un lavoro che non conosce soste e coinvolge il personale, che ha la età media più alta del mondo, nelle ore notturne anche al di là dei 65 anni di età”.
 
“La legge di bilancio 2017 – evidenziano i sindacati - assegna risorse incerte al finanziamento del contratto dei dipendenti dello Stato, sul quale è parametrato quello del comparto della sanità, e quindi dei medici, veterinari e dirigenti sanitari. Per questi ultimi appare prevedibile, per quanto è dato comprendere stando così le cifre, un incremento medio inferiore a 80 euro al mese, lordi ed a regime nel 2018. Il merito e la fatica di un lavoro chiamato, tutti i giorni e tutte le notti dell’anno, a garantire la esigibilità di un diritto definito fondamentale dalla nostra Costituzione, non può essere retribuito al massimo ribasso. Si allontanano tempi e condizioni per un contratto di lavoro innovativo e non peggiorativo dell’esistente, strumento di governo, anche della spesa, garanzia della qualità dei servizi erogati ai cittadini”.
 
Per queste ragioni “diventa fondamentale, pertanto, non solo assicurare finanziamenti idonei a frenare il progressivo impoverimento delle retribuzioni e la dilagante demotivazione professionale, ma intervenire anche con misure che rendano disponibili risorse già presenti nelle realtà aziendali, lascito dei precedenti contratti, per valorizzare il merito, retribuire il disagio, incentivare la produttività, finanziare innovazioni organizzative e gestionali indispensabili a reggere la sfida della sicurezza e della qualità dei LEA vecchi e nuovi. Risorse sottoposte in questi anni a continuo depauperamento dalle leggi, e dalla interpretazione che ne hanno fatto le aziende sanitarie”.
 
Ecco le richieste avanzate al Governo ed al Parlamento:
 
1) garantire l’estensione anche alla sanità dei benefici concessi a 24 milioni di lavoratori privati dalla defiscalizzazione della produttività, elemento che potrebbe essere finalizzato ad un piano nazionale per l’abbattimento delle liste di attesa;
 
2) estendere al settore pubblico i benefici del welfare aziendale, con la possibilità di contributi alla previdenza integrativa e, per le  donne, di   strumenti con i quali meglio conciliare vita e lavoro;
 
3) attribuire al trattamento accessorio del personale dipendente, il cui taglio ha colpito quella parte del salario che remunera la produttività, il merito e il lavoro flessibile e disagiato, nonché l’incremento dei carichi di lavoro, le risorse derivanti dalla riduzione del numero di Unità Operative Complesse e Semplici;
 
4) evitare il congelamento al 2015 delle  risorse destinate al trattamento accessorio della dirigenza medica e sanitaria esclusa dal ruolo unico della dirigenza del pubblico impiego:
 
5) determinare i fondi contrattuali, a decorrere dal 1 gennaio 2017, secondo le previsioni dell'ultimo contratto collettivo nazionale del 2009, ripristinandone i meccanismi.

15 novembre 2016
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