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Referendum. D'Ambrosio Lettieri (CoR): “Vittoria del ‘No’ salva il Paese da una riforma pasticciata”


"Non siamo per l’immobilismo, ma per riforme condivise nel rispetto della Costituzione e utili ai cittadini. E' ora di pensare a lavoro, Sud e welfare". Questo il commento del componente della commissione Sanità del Senato il giorno dopo la bocciatura della riforma costituzionale.

05 DIC - “La schiacciante vittoria del No al referendum costituzionale non ha salvato il Senato o i singoli senatori, ma l’Italia da una riforma pasticciata, confusa, di parte, voluta da un governo che con il voto di fiducia ha praticamente estromesso le minoranze senza tener conto delle proposte che avrebbero consentito davvero al sistema politico italiano di sbloccarsi e di uscire dalle secche della burocrazia e influito sulla migliore qualità della vita degli italiani". Lo dichiara in una nota Luigi d’Ambrosio Lettieri (CoR), componente della commissione Sanità del Senato. 

"I Conservatori e Riformisti non hanno votato No per dispetto a Renzi o perché a favore dell’immobilismo, tant’è che avevamo proposto al governo l’inserimento in Costituzione di: tetto fiscale e perequazione infrastrutturale, elettività dei senatori con riduzione del numero dei parlamentari delle due Camere o abolizione reale del Senato, superamento del bicameralismo paritario con il riequilibrio chiaro ed efficace dei poteri delle Camere ed elezione diretta del presidente della Repubblica. Le nostre proposte sono state tutte rifiutate", ha spiegato il senatore.

"La vittoria del No - aggiunge - non apre all’immobilismo riformatore, ma al contrario può aprire ad una nuova fase Costituente, in cui lo stravolgimento della Costituzione non possa essere il frutto di un’azione unilaterale del governo, qualunque esso sia, magari sotto il ricatto del voto di fiducia, con la psinta di associazioni di categoria che avrebbero fatto meglio ad astenersi e al riparo di una legge elettorale, l’Italicum, peggiore di quella dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale".

"Qui non si trattava di salvare il soldato Ryan, ovvero il Senato, ma di salvaguardare il Paese da una riforma purchessia e ribadire un principio di metodo, oltre che di merito, che nella Carta vede il suo primo, fondamentale baluardo. La grande affluenza al voto referendario stabilisce soprattutto questo.
Ed è ora che si affrontino i gravi problemi del Paese, quelli che Renzi continua a non vedere, a partire da lavoro, Sud e welfare”, conclude D'Ambrosio Lettieri.

05 dicembre 2016
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