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Aids. Iardino: “Mozione Mandelli dimostra come il problema non sia affatto risolto”

di Rosaria Iardino

Fondazione The Bridge e Nps Italia Onlus, entrambe attive su più fronti nella lotta alla malattia e allo stigma che ancora colpisce i pazienti HIV+, hanno sviluppato iniziative mirate sia nel campo della prevenzione, con interventi formativi e informativi dedicati ala popolazione generale e a popolazioni più specifiche (adolescenti, detenuti, comunità LGBT, immigrati), ma è necessario fare molto di più: la mozione è un buon inizio in questo senso

14 MAR - I dati riportati dalla mozione Mandelli rendono evidente come nel nostro Paese il problema dell’HIV-AIDS non sia affatto risolto.
Le nuove infezioni da HIV sono, ormai da anni, circa 3.900 all’anno, senza una significativa flessione di questo valore. Questo significa da un lato che le persone non si proteggono dall’infezione e dall’altro che esiste un’importante presenza di persone HIV+ portatrici inconsapevoli della malattia. Si tratta di un segnale grave, che rende evidente la carenza delle iniziative per la prevenzione della malattia.
 
Anche le 858 nuove diagnosi di AIDS segnalate dal Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità (COA), devono suonare come un campanello d’allarme, poiché si tratta in grande misura di casi in cui la malattia è stata scoperta molto tardi, dopo anni in cui il paziente l’ha ignorata o sottovalutata, senza avere un’idea delle conseguenze.
 
D’altra parte tutti i dati più recenti mostrano una popolazione, soprattutto giovanile, del tutto inconsapevole dei rischi della malattia e una mancata conoscenza di come intervenire nel caso si sospetti di poter aver contratto il virus.
 
Fondazione The Bridge e Nps Italia Onlus, entrambe attive su più fronti nella lotta alla malattia e allo stigma che ancora colpisce i pazienti HIV+, hanno sviluppato iniziative mirate sia nel campo della prevenzione, con interventi formativi e informativi dedicati ala popolazione generale e a popolazioni più specifiche (adolescenti, detenuti, comunità LGBT, immigrati), ma è necessario fare molto di più: la mozione è un buon inizio in questo senso.
 
Gli strumenti per contrastare l’HIV sono sostanzialmente due: la conoscenza della malattia e il ricorso tempestivo al test, l’unico mezzo per scoprire di aver contratto una malattia infettiva per anni asintomatica.
 
Fondazione The Bridge, in linea con quanto suggerito dall’OMS, ha contributo a rendere disponibile anche in Italia il selftest per l’HIV, uno strumento per l’emersione particolarmente utile per chi si trova in difficoltà ad accedere ai normali canali per lo svolgimento del test. Il successo dell’iniziativa, 36.000 confezioni vedute in due mesi, con qualche caso di sieropositività diagnosticato, rende evidente come il problema esista e nuovi approcci possano favorire la emersione del sommerso.
 
 
Le attività formative svolte da NPS Onlus Italia, come da altre associazioni, non possono invece assolutamente bastare. Non è possibile affidarsi solo al volontariato per colmare una mancanza di informazione e formazione sempre più grave. Le istituzioni devono assumersi la responsabilità di affrontare il problema con le risorse e le capacità che solo un Ministero può mettere in campo, anche perché dietro la mancata prevenzione esistono ancora resistenze culturali che vanno superate. Sarebbe molto importante, dal punto di vista sia operativo sia culturale, che il Ministro della salute e il Ministro dell’Istruzione s’incontrassero per definire una strategia condivisa, e finanziata, di intervento per il contrasto dell’HIV e delle Malattie Sessualmente Trasmissibili.
 
Un’ultima riflessione sulle terapie per l’HIV. L’eccellenza che caratterizza il nostro Paese nella cura dell’HIV e dell’AIDS non deve essere messa in discussione per un abbassamento della guardia sull’importanza delle cure per questa malattia, ora fortunatamente cronicizzata ma che per le sue caratteristiche deve sempre essere temuta. La disponibilità in tutte le regioni dei farmaci innovativi deve essere garantita, per consentire un intervento efficace in tutte quelle situazioni in cui l’avanzare della malattia o una sua sottovalutazione nel tempo hanno reso particolarmente grave la situazione del paziente.
 
Rosaria Iardino
Presidente Fondazione The Bridge


14 marzo 2017
© Riproduzione riservata

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