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Pagelle agli ospedali. Agenas in audizione al Senato. Tomassini: “Evitare giudizi sommari”


Audizione dell'Agenas sui primi risultati del nuovo Programma nazionale di valutazione degli esiti degli interventi sanitari. Dati ancora top secret. Ma il presidente della Commissione Sanità avverte: "Premiare i migliori ma no a giudizi sommari su chi presenta risultati scadenti"

14 OTT - Presto avremo dati accurati e puntuali sulla qualità delle prestazioni del Ssn. A fornirli sarà la task force voluta dal ministro Fazio e istituita presso l’Agenas, che avrà il compito di sviluppare le attività di valutazione comparativa degli esiti nel Ssn nell’ambito delle funzioni di valutazione del Ssn.
Quotidiano Sanità si era già occupata dell’argomento nel maggio 2010, con un’intervista al professor Carlo Perucci, nominato direttore scientifico del Programma nazionale esiti dell’Agenas. A raccontarci oggi a che punto sono i lavori (ma i dati sono tenuti ancora top secret sia dal Senato che da Agenas) è invece il presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato, Antonio Tomassini, che il 6 ottobre scorsi ha ascoltato in audizione il direttore generale dell'Agenas, Fulvio Moirano.
 
Il progetto di valutazione degli esiti promosso dal ministero della Salute è ambizioso. Cosa ne pensa?
Gli obiettivi sono virtuosi e già dall’inizio del percorso hanno fornito, e stanno tuttora fornendo, dati molto interessanti che permetteranno modifiche strutturali importanti.

Qual è il ruolo del Parlamento, e quindi della commissione, all’interno dell’iter per la realizzazione del programma?
Al momento il programma si svolge essenzialmente in un confronto tra Ministero della Salute e Regioni. Il ruolo del Parlamento è però fondamentale perché a questo punto si rende necessaria una voce terza che trovi la strada per pubblicizzare i dati, superando faziose interpretazioni della norma sulla privacy ed evitando reazioni psico-emotive esagerate da parte dei cittadini.

Ci sono già risultati disponibili? E cosa dimostrano?
I risultati preliminari che ci sono stati forniti dimostrano come vi sia un’ampia forbice a proposito della qualità e dell’appropriatezza delle cure tra le diverse Regione e all’interno di ciascuna di esse. Non è un fatto nuovo, ma sicuramente un fatto che ora poggia su dati oggettivi e incontrovertibili.

Negli anni passati sono state sperimentate diverse metodologie di valutazione degli esiti. Quali sono gli elementi che rendono questo programma più appropriato di altri?
La metodologia di valutazione degli esiti può essere di certo ulteriormente raffinata perché se da un lato appare scaturire da considerazioni omogenee, dall’altro sembra che proprio i parametri iniziali possano essere oggetto di discussione.

Ritiene che i risultati dovranno essere utilizzati esclusivamente dalle istituzioni o dovrebbero essere resi pubblici e disponibili anche ai cittadini?
Ho già affermato che esiste ancora il problema di trovare un modo virtuoso di comunicare i risultati proprio per consentire le riorganizzazioni più opportune: è corretto che vi sia alla fine un giusto premio e un riconoscimento per chi opera, ma bisogna anche evitare dei giudizi sommari nei confronti di chi, a volte per colpe non proprie, ottiene risultati scadenti.

Lucia Conti

14 ottobre 2011
© Riproduzione riservata

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