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Fazio negli Usa. Sinergie su nuovi farmaci e lotta all'obesità. “In Italia un adulto su 10 è obeso”


Incontro con il segretario alla Sanità di Obama, Kathleen Sebelius. E poi al Global Health. Ricerca, nuovi farmaci oncologici e lotta all’obesità. Ma si è parlato anche di fuga dei cervelli: "La mobilità è inevitabile". E di malasanità. "Da noi meno che negli altri Paesi".

26 OTT - Fazio e Sebelius hanno fatto innanzitutto il punto sul Memorandum d’intesa tra Italia e USA, frutto di una pre-esistente collaborazione con gli Stati Uniti nell’ambito della Salute e delle Scienze mediche. Moltissimo è già stato fatto in questo primo anno, a partire dall’accordo tra Mason University e Istituto Superiore di Sanità. La collaborazione con la Mason University è ritenuta fondamentale per la medicina genomica, ambito importantissimo, ed è stata oggetto di una particolare attenzione nell’incontro con il Segretario di Stato Sebelius in cui si è trattato delle medicine personalizzate e delle terapie innovative, soprattutto nell’ambito dell’oncologia.
Noi - ha sottolineato Fazio - abbiamo intenzione di razionalizzare e regolamentare le medicine innovative, in intesa con l’industria, con meccanismi di cost-sharing e registri, ma anche, in collaborazione con il CNR e con la Mason University, trovare dei marker che permettano di identificare meglio il funzionamento di questi farmaci”.
Nel corso dell’incontro è stato affrontato anche il tema dell’obesità:  “Gli Stati - ha detto il Ministro Fazio - devono usare un approccio multi-stake-holding, non solo a livello governativo, in particolare con la collaborazione tra vari ministeri, ma anche includendo industrie e sindacati. È necessario dare vita ad un processo globale di educazione. Bisogna ridurre l’incidenza del Junk Food, che anche in Italia ha una diffusione preoccupante: nella classe d’età tra i 6 e i 17 anni, il 12-13% è nella fascia di obesità, mentre il 33% è in sovrappeso. Cifra che diventa il 49% in  Campania”.
 
L’obesità è stata al centro anche del Simposio Global Health 2011 dove Fazio ha sottolineato che: “Nella lotta all’obesità  la prevenzione riveste sicuramente un ruolo fondamentale da affiancare alla terapia. Negli ultimi 30 anni l’obesità è più che raddoppiata nel mondo e stime indicano che 1,5 miliardi di adulti siano in sovrappeso e più di mezzo miliardo di essi siano obesi facendo così diventare globale il “problema” obesità.  Per inquadrare ancora meglio la situazione si calcoli che nel  2010 il numero dei bambini in sovrappeso di età inferiore ai 5 anni  è stato stimato in oltre 42 milioni, di cui l’80% nei Paesi in via di Sviluppo. In Italia , secondo le statistiche dell’OECD, un adulto su dieci è obeso, ponendo il nostro Paese al 25° posto nella classifica mondiale.  L’obesità rappresenta uno dei maggiori rischi per parecchie malattie e può causare gravi disturbi cardiovascolari, diabete, problemi alla strutture ossea e muscolare, endometriosi, cancro al colon”.
 
Incontrando i giornalisti al termine degli incontri Fazio si è soffermato sulla questione della fuga dei cervelli sottolineando come: "La mobilità è parte integrante della ricerca: il ciclo di vita di un ricercatore è solitamente di sette anni, in cui può permettersi di mantenere un incarico.  Il problema dell’Italia è che c’è eccessiva rigidità e si creano scelte ingiuste di precariato: i posti sono pochissimi, ma i professori fanno promesse di assegnazione che poi non possono mantenere. L’ideale sarebbe avere un ricercatore per 8 anni e poi sostituirlo: in Italia questo non avviene perché ci sono promesse non mantenute. In Cina ci sono un milione e mezzo di ricercatori che sono venuti all’estero, e ci rimangono, ma nessuno parla di “fuga dei cervelli”. Bisogna considerare, invece, la Nazione: essa è importantissima, e c’è molta gente all’estero orgogliosa di essere italiana. Bisogna creare un legame con questi individui, richiamarli e creare network".
 
E con i giornalisti si è parlato anche dei dati presentati nei giorni scorsi dal presidente della Commissione d'inchiesta della Camera Leoluca Orlando. In proposito fazio ha sottolineato che: "Se si considera che ogni anno ci sono 150.000 persone che nascono e muoiono nel nostro Paese, le cifre date non appaiono particolarmente alte. Anche perché il dato riguarda la malasanità presunta. Alla fine, soltanto il 10% dei casi si conclude con un’effettiva condanna per malasanità. In realtà, nel nostro Paese abbiamo molta meno malasanità rispetto ad altri Paesi. Questo crea un problema soprattutto dal punto di vista legale: si creano delle procedure inutili e dispendiose di medicina difensiva, che spesso si concludono con un nulla di fatto. Il problema c’è e non puo’ essere negato, va affrontato. Ma su una popolazione di 60 milioni di persone, c’è un pò di tutto. E comunque, ribadisco che stiamo parlando di numeri molto bassi".

26 ottobre 2011
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