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Migep a Grillo: “In sanità non esistono solo medici e infermieri”


La Federazione scrive al Ministro della Salute rivendicando il ruolo e criticando la scarsa considerazione fino ad ora mostrata dalla Grillo. “Riteniamo ingiusto, leggendo, che Lei attuerà una legge in difesa degli operatori sanitari da aggressioni, senza menzionare però anche quegli operatori, da noi rappresentati, che ogni giorno vivono, alla pari di altre figure, situazioni spiacevoli e pericolose”. LA LETTERA

29 LUG - “Riteniamo ingiusto, leggendo, che Lei attuerà una legge in difesa degli operatori sanitari da aggressioni, senza menzionare però anche quegli operatori, da noi rappresentati, che ogni giorno vivono, alla pari di altre figure, situazioni spiacevoli e pericolose; Restando nel retroscena solo perché considerati figure di supporto, o figure a esaurimento”. Parole di Angelo Minghetti della Federazione Migep rivolte al Ministro della Salute, Giulia Grillo.
 
In una lettera, Minghetti rivendica il ruolo delle professioni sanitarie: “Questi lavoratori vogliono credere in un sogno chiamato formazione, istruzione, professione, lavoro e riconoscimento”.
 
E accusa: “Quando si parla di sanità, si parla sempre e solo di medici ed infermieri. La vera medaglia Ministra, quella molto scomoda che non piace a nessuno, basta far vedere quello che si vuole, elogiare medici e infermieri, quanti sono amati! il resto delle categorie è solo noia, dobbiamo essere onesti, basta vedere sui giornali la mala sanità dovuta a una scarsa preparazione, mancanza di predisposizione all’assistenza e a una non valutazione culturale”.
 
“Siamo delusi – incalza Minghetti - che in un sistema salute venga preso in considerazione solo l’infermiere, il medico e altre figure (22), siamo delusi che Lei riceva tutti, meno queste figure, come se avessero la “lebbra” o considerate figure di basso livello, figure di manovalanza senza importanza,eppure Ministra questi lavoratori tutti i giorni sono a contatto con il cittadino malato, li accudiscono, si “spaccano” la schiena poiché le strutture non danno gli ausili necessari, in alcuni casi costretti per mantenere il posto all'abuso professionale, “preparano e somministrano terapie farmacologiche, ecg, prelievi ematici, manovre invasive, ecc”
 
“Questa – si legge - è la realtà di questo dannato sistema assistenziale, potremo mettere 100 telecamere ma se non c’è qualità avremo sempre il problema a portata di mano, turni massacranti, organici depauperati, personale che invecchia, carenza di organici nelle strutture, formazione obsoleta. Ci premettiamo di dirLe che forse non è più il caso di capire, bastono poche e semplici soluzioni che darebbero veramente quel segnale di profondo cambiamento di cui il sistema sanitario ha così tanto bisogno”.
 
“Le rinnoviamo – conclude la lettera - nuovamente un incontro con una delegazione di questi operatori che si trovano in queste situazioni per comprendere il disagio e rispettare ciò in cui credono con la preoccupazione di non poter dare il loro operato come professionisti poiché ignorati da tutte le istituzioni e norme”.

29 luglio 2018
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