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Liberalizzazioni. Il documento Pdl: "I farmaci con ricetta devono restare in farmacia"


Lo sottolinea il documento coordinato dal segretario Angelino Alfano. Proposta l'apertura di 2.000 nuove farmacie, il recupero della dispensazione dei farmaci innovativi ormai quasi totalmente al di fuori della distribuzione territoriale e il via alle farmacie dei servizi. Ecco il testo.

19 GEN - Come anticipato nei giorni scorsi il Pdl ha elaborato un documento,molto analitico sulle liberalizzazioni con il quale ha voluto sottolineare la sua posizione su molte delle misure oggetto del prosimo decreto legge del Governo. Ecco il paragrafo dedicato alle farmacie:
 
"Sulle farmacie si è sviluppato un acceso dibattito su quello che, a nostro avviso, è un falso problema: l’apertura alla vendita delle medicine della cosiddetta “fascia C” anche al di fuori delle farmacie, ovvero nelle parafarmacie e nei supermercati. E’ nostro preciso convincimento, al contrario, che in nessun caso si debba prevedere la vendita fuori dalle farmacie di prodotti per i quali è prescritto l’obbligo di ricetta medica, al pari di quanto avviene in ogni parte del mondo con rarissime e poco autorevoli eccezioni (preoccupazioni, in tal senso, sono emerse tanto dall’Agenzia Italiana del Farmaco quanto dagli Istituti Europei competenti).

La farmacia, che non a caso è uno degli istituti che gode del maggior credito da parte dei cittadini, è un elemento integrato nel sistema socio sanitario, è capillarmente presente sul territorio, forte delle sue 18.000 unità, addirittura superiore alla diffusione degli sportelli postali. Esse hanno, a differenza di ogni altra attività, obblighi connessi non solo ad adempimenti formali soggetti a controlli di carattere igienico-sanitario, ma svolgono mansioni in nome e conto dello Stato, finanziano la struttura anticipando la spesa farmaceutica a volte per numerosi mesi, sono obbligate a rendere alcuni servizi non retribuiti, devono garantire alcune offerte merceologiche, sono soggette a formazione continua per il titolare ed i dipendenti addetti alla dispensazione (tutti rigorosamente farmacisti), necessitano di investimenti per l’apertura ed il mantenimento della struttura. Devono distribuire, segnalandone l’opzione alla clientela, i farmaci generici sostitutivi di quelli indicati in ricetta, benché gli stessi comportino un margine assai minore; gestiscono il controllo e l’eliminazione dei cosiddetti “invendibili”, hanno responsabilità civili e penali connesse al trattamento degli stupefacenti e tanto altro ancora.
Si aggiunga, che l’eventuale allargamento delle realtà preposte alla vendita potrebbe comportare – come è avvenuto in tutti i Paesi in cui si è tentata una parziale apertura - la crescita del ricorso al farmaco da parte dei cittadini, e questa è una circostanza contro la quale ogni Stato è chiamato ad operare la massima vigilanza.

Ciò detto, con lo scopo di rendere più agevole l’accesso da parte di tutta la cittadinanza, siamo favorevoli ad una riorganizzazione del lavoro e del sistema di diffusione delle farmacie che si realizzi tramite i seguenti interventi:
 Attuare un programma di ammodernamento del servizio farmaceutico, in linea con il quadro europeo, che preveda la riduzione del rapporto farmacie/abitanti, rendendolo uniforme su tutto il territorio nazionale, in modo da consentire l’apertura di circa 2.000 nuove farmacie. Ciò ovviamente deve tendere all’apertura di nuove farmacie negli ambiti territoriali sin qui non presidiati, giacchè sarebbe inutile al fine l’estensione del numero di farmacie nelle zone già servite;
 Istituzione di farmacie in deroga al criterio demografico, nei centri commerciali con superfici superiori a 10.000 mq, nelle grandi stazioni, nei porti e negli aeroporti civili a traffico internazionale, purché sia rispettata una distanza minima di 1.500 metri tra il confine perimetrale della struttura e la soglia della farmacia più prossima;
 Istituzione di un fondo di solidarietà finalizzato a garantire un reddito certo alle farmacie dei Comuni minori;
 Semplificazione delle procedure concorsuali, con la previsione di un concorso straordinario per soli titoli, riservato a non titolari, a titolari di farmacia rurale sussidiata e ai titolari di farmacie rurali sopranumerarie;
 Attivazione del tavolo, istituito ai sensi del D.L. 78/2010, convertito nella L. 122/2010, per la revisione della metodologia di remunerazione delle farmacie;
 Recupero della dispensazione in farmacia dei medicinali innovativi;
 Apertura di dispensari stagionali per le zone di rilevante interesse turistico, da assegnarsi tramite concorso pubblico;
 Introduzione di una disciplina flessibile per orari, turni e ferie delle farmacie;
 Piena attuazione della L. 69/2009 in materia di servizi delle farmacie, in modo tale da rendere ancora più ampia la gamma delle prestazioni a favore di cittadini. In via esemplificativa, riteniamo che il rafforzamento del ruolo delle farmacie quale parte integrante del sistema socio sanitario passi attraverso la possibilità di essere riconosciute come presidio sanitario di primo intervento, riconoscendo la possibilità di avere personale infermieristico o autorizzato a rendere prestazioni quali medicazioni di base o vaccinazioni; potestà di offrire assistenza domiciliare integrata; di operare – anche in forma concertata con le autorità competenti – campagne periodiche di prevenzione e screening sulle patologie maggiormente diffuse; servizio di prenotazione e ritiro degli esami; collaborazione con le aziende sanitarie e le regioni nel monitoraggio della spesa farmaceutica, tramite l’analisi di anomalie e scostamenti di prescrizioni e consumi".

19 gennaio 2012
© Riproduzione riservata

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