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Eutanasia. Grillo: “Una legge è prioritaria per il Paese”


Il Ministro della Salute alla presentazione del rapporto al Parlamento sulle cure palliative rileva: “Non so cosa serva ancora per spingere il Parlamento a legiferare". Sileri: “Dobbiamo batterci per fare in modo che tutti accedano alla terapia del dolore”

13 MAR - “Dobbiamo lavorare con le Regioni perché attivino concretamente le reti per le cure palliative in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Tutto il Sud è carente, soprattutto di hospice pediatrici. Inoltre dobbiamo potenziare la formazione medica post laurea in questo ambito, visto che sono ancora pochi i medici palliativisti”, ha dichiarato il ministro Giulia Grillo oggi alla Conferenza stampa di presentazione del Rapporto sullo stato di attuazione della legge 15 marzo 2010, n. 38.
 
Grillo è tornata anche sul tema dell'Eutanasia: “La legge sull'eutanasia è assolutamente prioritaria per questo Paese: abbiamo aspettato tanto e ora c'è anche una sollecitazione dalla Corte costituzionale; non so cosa serva ancora per spingere il Parlamento a legiferare. Naturalmente - ha sottolineato - credo che su questo argomento non possa esserci un'iniziativa governativa ma è il Parlamento che deve lavorarci”.
 
La scorsa legislatura “ha fatto un passo avanti con la legge sulle disposizioni anticipate di trattamento; spero che in cinque anni di legislatura, che sono tanti - ha concluso Grillo - si arriverà ad un punto sul fine vita”.
Il ministro ha poi ringraziato gli operatori sanitari e i volontari, sottolineando il significato “strategico della collaborazione tra gli operatori sanitari coinvolti nella gestione del malato con bisogno di cure palliative e terapie del dolore, a partire dai medici di base e dai pediatri di libera scelta fino ai medici specialisti operanti presso le strutture ospedaliere e territoriali, in rapporto con le Associazioni dei malati”.

Giorgio Trizzino della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ha introdotto e coordinato i lavori. Trizzino ha ricordato “che anche se molti traguardi in questi anni sono stati raggiunti, rimangono le criticità evidenziate nel rapporto riguardo lo sviluppo ancora molto disomogeneo delle reti locali di cure palliative e l’adozione di modelli organizzativi e percorsi assistenziali di presa in carico del paziente difformi tra le diverse Regioni; anche l’offerta formativa in cure palliative per gli operatori sanitari è ancora insufficiente e particolarmente critica risulta la situazione delle Reti di cure palliative e terapia del dolore pediatriche”.
 
Gianlorenzo Scaccabarozzi, direttore del Dipartimento della Fragilità dell'Azienda sociosanitaria territoriale di Lecco ha presentato i dati del Rapporto. “Il quadro che ne scaturisce è caratterizzato da luci e ombre in quanto, di fronte a un miglioramento della qualità e dell'offerta assistenziale per le cure palliative in regime residenziale e domiciliare e allo sviluppo delle reti regionali e locali di cure palliative e di terapia del dolore, persistono forti disomogeneità regionali sulle caratteristiche e sulla tipologia dell'assistenza offerta nei vari setting assistenziali”.
 
"Le cure palliative sono fondamentali e dovrebbero essere come un abito fatto su misura per tutti quelli che arrivano ad averne bisogno. Palliare significa coprire, in medicina è sinonimo di proteggere perché chi ha bisogno della terapia del dolore ha bisogno di attenzione. C'è molta attenzione al momento in cui veniamo al mondo e durante la vita. Il Servizio sanitario nazionale serve per curare e guarire: deve curare tutti e può guarire, ringraziando il cielo, molti. Ma quando si arriva al momento della morte c'è bisogno della stessa dedizione perché spesso le persone vogliono morire a casa propria, nel loro nido, e non sempre riusciamo a garantirlo ". Così il senatore del Movimento 5 Stelle, Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, intervenendo durante la presentazione del rapporto sulle cure palliative, al ministero della Salute. 
 
"Dobbiamo batterci per fare in modo che tutti accedano alla terapia del dolore - ha proseguito -. E per dare a tutti gli stessi diritti è necessario puntare sulla medicina del territorio, la sanità locale in prima linea con il coordinamento centrale del ministero della Salute. In questo senso, dobbiamo ricordarci che la sanità e il sociale vanno insieme, se si penalizza il sociale ne soffre la sanità e viceversa".
 


13 marzo 2019
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