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Latte d’asina. Neonatologi della Sin sul Ddl: “Per i neonati prematuri meglio il latte materno”


La Società scientifica evidenzia come “è indubbio che il latte materno e quello umano donato siano gli alimenti per eccellenza per i neonati prematuri, ma spesso, proprio in considerazione della fragilità e delle patologie di questi bambini, sono necessari integratori per potenziarne gli apporti nutrizionali. Gli integratori comunemente utilizzati sono derivati da latte bovino e non esistono solide evidenze scientifiche che giustifichino un disegno di legge atto a promuovere il latte d’asina come alternativa”.

16 LUG - “Sostenere la produzione del latte d’asina, non solo come integratore del latte materno per i neonati prematuri, ma anche come alimento alternativo al latte vaccino in soggetti allergici”. È questo che sostiene, in modo completo, l’art. 1 del Disegno di Legge presentato da Forza Italia e “bocciato” drasticamente dalla Fnopo, Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica. La Società Italiana di Neonatologia (SIN), da “sempre in prima fila nel sostenere iniziative che riguardano la salute dei nati prematuri, tra le quali quelle riguardanti la promozione ed il sostegno dell’allattamento materno, interviene per fare chiarezza sulla questione”.
 
“Innanzitutto  - si legge in una nota - il disegno di legge non riguarda solo i neonati prematuri, ma anche i soggetti allergici, identificando il latte d’asina come sostituto del latte vaccino nel supporto dietetico della patologia allergica. In secondo luogo non intende sostituire il latte materno con quello d’asina, bensì utilizzarlo come integratore del latte materno, per soddisfare le aumentate esigenze nutrizionali del pretermine e migliorarne la tolleranza”.
 
“Un fortificante del latte materno – prosegue - derivato dal latte d’asina si è dimostrato, nei nati pretermine, altrettanto efficace e meglio tollerato rispetto ad un fortificante standard di origine bovina, ma, ad oggi, è stato pubblicato un unico articolo scientifico al riguardo. È indubbio che il latte materno e quello umano donato siano gli alimenti per eccellenza per i neonati prematuri, ma spesso, proprio in considerazione della fragilità e delle patologie di questi bambini, sono necessari integratori per potenziarne gli apporti nutrizionali. Gli integratori comunemente utilizzati sono derivati da latte bovino e non esistono solide evidenze scientifiche che giustifichino un disegno di legge atto a promuovere il latte d’asina come alternativa. Del resto bisogna osservare come il Regolamento Delegato (UE) 2016/127 della Commissione Europea del 25 settembre 2015 cita solo i latti di mucca e di capra come latti animali di partenza per la preparazione di formule lattee idonee all’alimentazione per il primo anno di vita”.
 
“Pur non essendo contraria al disegno di legge presentato – rimarca la nota - , la SIN mette in luce che, in attesa di evidenze scientifiche che ne dimostrino l’utilità, ci sono sicuramente altre priorità che la politica sanitaria dovrebbe prendere in considerazione.  Sarebbe necessario consolidare tutte quelle misure in grado di facilitare e mantenere l’allattamento al seno esclusivo, anche quando prematurità e patologie lo rendono più difficile, e rafforzare ulteriormente il patrimonio che le Banche del Latte Umano Donato rappresentano. La SIN sostiene e supporta la raccolta e l’utilizzo del latte umano donato, prima alternativa del latte materno della propria mamma, come testimoniano le 38 Banche del Latte Umano Donato, diffuse in Italia più che in ogni altro paese europeo e che richiederebbero un maggiore sostegno”.
 
“La prematurità – conclude la Sin - comporta per le famiglie diversi problemi che le istituzioni e gli organi competenti dovrebbero affrontare a 360 gradi, attraverso una politica sanitaria volta a sostenere oltre l’allattamento materno e le Banche del Latte Umano Donato, anche agevolazioni nel congedo di maternità e paternità ed un sistema strutturato per il Follow up a distanza”.

16 luglio 2019
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