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Spending review. Le Regioni da Monti. Sì a verifica su impatto manovra, ma saldi invariati 


Questa la conclusione del vertice a Palazzo Chigi. Giovedì pomeriggio nuovo confronto in sede tecnica al ministero dell’Economia per un approfondimento sulla spending review. Errani: “Governo deve dimostrare che i servizi saranno assicurati”. Ma per il momento nessuna marcia indietro sull’entità dei saldi.

11 LUG - “La spending review, così come è, è insostenibile per la sanità e il trasporto pubblico locale”. Lo hanno ribadito oggi le Regioni al Governo nel corso di un incontro a Palazzo Chigi. Un’insostenibilità che, ha spiegato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, uscendo da Palazzo Chigi, deriva anche dal fatto che i tagli previsti dalle spending review “si sommano agli effetti delle manovre già previste per il 2013 e 2014”.

“Siamo pienamente consapevoli delle difficoltà che sta vivendo il Paese – ha proseguito Errani -, ma abbiamo posto una questione del Paese, non delle Regioni. Vogliamo la garanzia che, come recita il titolo del decreto, i servizi saranno salvaguardati. Dobbiamo assicurarlo in modo chiaro e trasparente ai cittadini”.
 
A questo scopo, come ha spiegato il coordinatore degli assessori regionali alla Sanità, Luca Coletto, i tecnici del Governo e delle Regioni si incontreranno domani pomeriggio al ministero dell’Economia per “una verifica sull'entità dei tagli e sulla loro distribuzione”. “I tagli per ora rimangono invariati – ha spiegato Coletto -, ma già fare una verifica e capire dove si concentrano è qualcosa che può portare avanti la discussione e cercare di capire meglio se, come e dove tagliare. Ma soprattutto se tagliare, perché per noi, come regioni, la sanità è ora al limite della sostenibilità”.

L’approfondimento, secondo Errani, sarà un lavoro “impegnativo”, ma “sulla base di questo avremo modo di fare con il Governo una sintesi, se ci saranno le condizioni”. Per il presidente della Conferenza delle Regioni c’è poi un problema “sostanziale” e riguarda il fatto che “i tagli si fanno nelle quote di accesso e nei fondi nazionali, cioè a monte, non a valle”. Secondo Errani questo metodo e l’obiettivo di revisione della spesa “non stanno insieme”. Le Regioni garantiscono comunque la “piena disponibilità a trovare un modo intelligente per assicurare l’azzeramento di tutti gli sprechi. Questo – ha detto Errani - è un obiettivo non solo giusto, ma sacrosanto".

“Scettico” nei confronti dell’atteggiamento del Governo si è detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, secondo il quale l’incontro di domani sarà “importante, ma il Governo lo utilizza come una cattedra dalla quale impartire lezioni, mentre per noi è uno strumento per correggere gli errori”. Vendola si è poi dichiarato “speranzoso, ma poco fiducioso su un passo indietro da parte del Governo”. Il decreto sulla spending review, secondo il presidente della Puglia, “si chiama lotta agli sprechi, ma in realtà è una lotta ai diritti”. “Noi – ha aggiunto – siamo assolutamente d’accordo sulla lotta accanita contro gli sprechi, ma dentro al decreto c’è un’ipoteca drammatica che pesa sull’esercizio del diritto alla salute e sul diritto alla mobilità”. Dal Governo, ha concluso Vendola, “non ci aspettiamo di essere illuminati o ammaestrati, ci aspettiamo di essere rispettati in quanto interpreti di diritti fondamentali dei cittadini. Di fronte a un’indicazione così netta che l'Italia possa vedere mutilata la propria civiltà e ferito a morte il welfare, qualunque Governo ha il dovere di fermarsi. Spero che rispetto a questo provvedimento possa esserci un atteggiamento di razionalità e di apertura”.
 
"Con questa manovra, definita spending review ma in realtà fatta di tagli selvaggi, le Regioni non possono andare avanti", ha commentato il presidente del Piemonte Roberto Cota, lasciando palazzo Chigi. "Il Servizio sanitario - ha aggiunto - viene completamente stravolto e vengono tagliate ulteriori risorse al trasporto pubblico locale con contratti già in essere". Una manovra che, "oltretutto, non premia assolutamente chi è virtuoso o sta facendo degli sforzi per essere virtuoso". Per Cota "o il Governo rivede completamente l'impostazione di quello che ha fatto, oppure perdiamo tempo".
 
"Siamo preoccupati di una sola cosa - ha sottolineato il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni -, e cioè di garantire ai cittadini che ci sono le risorse per fornire i livelli essenziali di assistenza come la legge prescrive e il trasporto pubblico locale nella misura in cui abbiamo deciso, d'accordo con il Governo, in tutti i passaggi nei recenti anni e nei recenti mesi". Il confronto, domani pomeriggio, "sarà tecnico. Andiamo a verificare se i numeri contenuti nel decreto corrispondono a questa possibilità di offrire i servizi ai tutti i cittadini". Dopo il passaggio tecnico, "che sarà una verifica lunga, ci sarà un incontro politico", ha concluso Formigoni.
 
"Domani - ha affermato il presidente della Toscana, Enrico Rossi - capiremo come e se, attraverso la spending review, il Governo ci propone di tagliare e allo stesso tempo mantenere gli stessi livelli di assistenza". Secondo Rossi quella del Governo è "un'apertura nella misura in cui si è accettato di mostrarci le carte che hanno portato il Governo a ritenere che è possibile, anche in tempi rapidi, riuscirci. Il Governo si è dato una grande sfida. Noi manteniamo le nostre preoccupazioni e vogliamo capire, nell'interesse dei cittadini".
 
"Abbiamo raccolto la sfida del Governo e abbiamo rilanciato", ha commentato la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. "Se vogliamo vincere la lotta agli sprechi ma garantire i servizi ai cittadini, lo dobbiamo fare insieme in un'azione di governo nazionale e regionale congiunta". Il tavolo tecnico, ha spiegato Polverini, "non saranno limitati solo alla sanità e al trasporto pubblico locale, ma guarderanno anche la questione delle società in house e delle riforme istituzionali". La questione delle società in house, ha sottolineato Polverini, "riguarda il funzionamento della macchina amministrativa dello Stato, quindi anche su questo abbiamo la necessità di un confronto".

11 luglio 2012
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