Balduzzi: “Nell’assistenza distrettuale il ruolo del Mmg è strategico”
22 NOV - “Apprezzo grandemente il contributo scientifico e culturale che la Simg ha sempre dato alla medicina generale e al Ssn”.
Così il ministro della Salute Renato Balduzzi, in una lettera inviata al 29° congresso nazionale della Società italiana di medicina generale in corso a Firenze. Il ministro in particolare ha messo l’accento sull’attenzione che i medici targati Simg, rivolgono alla ricerca in medicina generale, alla formazione e all’appropriatezza.
“Credo – si legge nel messaggio del ministro inviato al congresso Simg – che molto si debba insistere ancora su questi due cardini, per offrire ai pazienti e ai cittadini un servizio pubblico di alta qualificazione, i cui tratti essenziali siano l’accessibilità, l’umanità, l’efficacia, l’appropriatezza. L’importanza dell’assistenza primaria è evidenziata da autorevoli dichiarazioni e indirizzi di politica sanitaria, prima fra tutte la Dichiarazione Universale di Alma Alta del 1978. I modelli di riferimento tradizionali non rispondono adeguatamente a questo nuovo scenario. L’obiettivo principale del riassetto dell’assistenza primaria stabilito dalla legge 189 dell’8 novembre 2012 è di favorire e implementare una maggiore integrazione di tutte le categorie professionali operanti nel Ssn e migliorare i collegamenti tra queste ultime e le Aziende sanitarie, attraverso un modello di rete integrata di servizi sanitari e sociali dove vari professionisti coinvolti possano operare in una logica multi professionale e multidisciplinare, secondo principi di collaborazione ospedale-territorio, di continuità assistenziale, di appropriatezza del luogo di cura”.
In tale contesto, sottolinea Balduzzi è indubbio che il medico di medicina generale svolga un ruolo strategico rappresentando, nell’ambito dell’assistenza distrettuale, il primo punto di accesso al sistema sanitario nazionale e la figura di riferimento per i bisogni assistenziali dei cittadini.
“Ritengo che nel Ssn – ha aggiunto – vi sia un’ampia condivisione circa la necessità di una nuova forte e integrata forma di protagonismo attivo dei medici, degli infermieri, delle altre professioni sanitarie e di tutto il personale, come quello che si ebbe nel periodo nella quale fu varata la legge di riforma sanitaria. Questa partecipazione può contribuire a rafforzare le ragioni e la natura pubblica, universale e solidaristica di un Servizio pubblico che, nonostante inevitabili limiti, rimane una delle più avanzate conquiste di civiltà del nostro Paese. Sono certo – ha concluso – che dalle vostre riflessioni verranno proposte e idee a sostegno di questa importante trasformazione che insieme abbiamo avviato”.
22 novembre 2012
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