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Simeu e Cittadinanzattiva presentano la Carta dei diritti del Pronto soccorso


22 MAG - Una guida stilata insieme da Simeu, Società italiana di medicina di emergenza-urgenza e dal Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva per ottenere cure più efficaci per i pazienti e migliori condizioni di lavoro per gli operatori sanitari, che verrà diffuso in tutti i pronto soccorso del torinese.
La Carta dei diritti al pronto soccorso riguarda tutti, pazienti e operatori sanitari. È un veloce manuale per tentare di evitare che si ripetano emergenze come quella verificatasi in occasione della recente epidemia influenzale e per impedire soprattutto che quella situazione particolarmente critica diventi endemica anche in Piemonte. Il documento si rivolge alla realtà dell'area metropolitana torinese, particolarmente colpita dal sovraffollamento dei primi mesi dell'anno, ma costituisce un progetto pilota per tutto il territorio regionale e nazionale.
 
La Carta
Sette punti su cui è necessario intervenire con urgenza: diritto alla presa in carico; diritto alla dignità personale; diritto alla continuità dei percorsi di cura; diritto alla prevenzione delle emergenze evitabili; diritto all'informazione; diritto alla competenza; diritto alle sei ore, secondo cui ogni individuo ha diritto a rimanere in pronto soccorso il tempo minimo indispensabile e comunque non oltre le sei ore necessarie per i trattamenti di stabilizzazione e per il sollecito trasferimento ad una sistemazione idonea.
Per ogni diritto è indicato cosa ne costituisce una violazione e cosa invece la Regione e le aziende sanitarie possono fare per favorirne l'attuazione.
 
Il punto di partenza per garantire i diritti fondamentali di pazienti e operatori sanitari è una profonda revisione dei percorsi di cura dentro l'ospedale e sul territorio, partendo dalla gestione delle emergenze prevedibili come quelle stagionali, legate all'influenza invernale oppure ai picchi di caldo estivo. “Ogni ospedale italiano dispone di un PEIMAF (Piano di Emergenza Interno per Massiccio Afflusso di Feriti), quasi nessuno di un PGS (Piano di Gestione del Sovraffollamento) – ha affermato Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale Simeu - eppure il massiccio afflusso di feriti è un evento raro e non prevedibile, mentre il sovraffollamento dei PS si ripete regolarmente tutti gli inverni, con aumento significativo dei rischi per i pazienti. Per far fronte a questa crisi annunciata, in una condizione di sofferenza endemica delle nostre strutture di emergenza, è necessaria un'organizzazione preventiva e non solo reattiva, per ottenere un sistema più efficace ed efficiente e più rispettoso della dignità delle persone. Alcune regioni, come il Piemonte, hanno prodotto delibere e linee guida, che vincolano o invitano le aziende sanitarie a elaborare i PGS, ma è necessario passare dalle indicazioni alle risposte concrete. I professionisti sanitari, medici e infermieri, sono da coinvolgere nell’analisi organizzativa delle situazioni locali e nella definizione dei piani, i quali devono includere interventi strategici come la riorganizzazione dei percorsi di cura per garantire dimissioni più fluide dei pazienti dall'ospedale al territorio”.
 
La Settimana Simeu del pronto soccorso di quest'anno vede una stretta e importante collaborazione con il Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, per sottolineare che per avere un sistema sanitario pubblico efficace ed efficiente è necessario che professionisti e cittadini-pazienti lavorino insieme. Le due associazioni hanno lanciato il monitoraggio dei pronto soccorso italiani che, partito da Roma lo scorso 18 maggio si concluderà a settembre coinvolgendo circa 100 ospedali in tutta Italia. La rilevazione si concentra su tempi, qualità, caratteristiche strutturali, organizzative, i flussi di accesso e di ricovero, attenzione prestata ai pazienti e umanizzazione dell'assistenza.
“Nell’ambito di questa collaborazione fra Simeu e Tdm – ha sottolineato Alessio Terzi, segretario regionale di Cittadinanzattiva - è emersa la necessità, in Piemonte di precisare, nella realtà regionale e locali, i principi della Carta europea dei diritti del malato in una forma capace di incidere sull’azione del governo regionale, delle direzioni aziendali e anche sui comportamenti dei cittadini e degli operatori sanitari. La tutela della salute in condizioni di emergenza e urgenza è un bene comune irrinunciabile in un paese civile. E’ dovere di tutti coloro che hanno responsabilità e degli stessi cittadini rimuovere, in ogni territorio, le carenze di struttura, di organizzazione, di cultura, di informazione e i comportamenti che si oppongono, di fatto, a questo principio”. 

22 maggio 2015
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